748. ROSOLIO
D’ANACI
Si fa nella
stessa guisa del precedente. L'infuso invece di scorza di limone fatelo con
grammi 50 d'anaci di Romagna, e dico di Romagna perché questi, per grato sapore
e forte fragranza sono, senza esagerazione, i migliori del mondo; ma prima di
servirvene gettateli nell'acqua per nettarli dalla terra che probabilmente
contengono, essendovi a bella posta frammista per adulterar quella merce. Fu
uno scellerato che io ho conosciuto, perché era dagli onesti segnato a dito,
colui il quale trovò pel primo quella infame industria, saranno ormai
sessant'anni. Coloro che seguono le sue traccie, e sono molti, si servono di
una terra cretacea del colore stesso degli anaci, la mettono in forno a
seccare, poi la vagliano per ridurla in granelli della grossezza medesima e la
mescolano a quella merce nella proporzione del 10 e fino del 20 per cento.
Qui verrebbe
opportuna una tiratina di orecchi a coloro che adulterano per un vile e
malinteso guadagno, i prodotti del proprio paese, senza riflettere al male che fanno,
il quale ridonda il più delle volte a danno di loro stessi. Non pensano allo
scredito che recano alla merce, alla diffidenza che nasce e al pericolo di
alienarsi i committenti. Ho sempre inteso dire che l'onestà è l'anima del
commercio, e Beniamino Franklin diceva che se i bricconi conoscessero tutti i
vantaggi derivanti dall'esser onesti sarebbero galantuomini per speculazione.
La mia lunga
esperienza della vita mi ha dimostrato che l'onestà, nel commercio e nelle
industrie, è la più gran virtù per far fortuna nel mondo.
Un soldato del
primo impero mi diceva di aver letto sul barattolo di uno speziale a Mosca: Anaci
di Forlì. Non so se fuori d'Italia sieno conosciuti con questo nome; ma i
territori ove si coltiva questa pianta della famiglia delle ombrellifere, sono
esclusivamente quelli di Meldola, di Bertinoro e di Faenza, verso Brisighella.
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