COSE DIVERSE
776. CAFFÈ
V'è chi ritiene
il caffè originario della Persia, chi dell'Etiopia e chi dell'Arabia Felice; ma
di qualunque posto sia, è certamente una pianta orientale sotto forma di un
arboscello sempre verde il cui fusto si innalza dai 4 ai 5 metri e non acquista
per ordinario più di 5 ad 8 centimetri di diametro. Il miglior caffè è pur
sempre quello di Moka, il che potrebbe convalidare l'opinione esser questo
veramente il suo luogo nativo. Si dice che un prete musulmano, a Yemen, avendo
osservato che quelle capre le quali mangiavano le bacche di una pianta di
quelle contrade, erano più festevoli e più vivaci delle altre, ne abbrustolì i
semi, li macinò e fattane un'infusione scoprì il caffè tal quale noi lo
beviamo.
Questa preziosa
bibita che diffonde per tutto il corpo un giocondo eccitamento, fu chiamata la
bevanda intellettuale, l'amica dei letterati, degli scienziati e dei poeti perché,
scuotendo i nervi, rischiara le idee, fa l'immaginazione più viva e più rapido
il pensiero.
La bontà del
caffè mal si conosce senza provarlo, e il color verde, che molti apprezzano,
spesso gli vien dato artificialmente.
La tostatura
merita un'attenzione speciale poiché, prescindendo dalla qualità del caffè,
dipende dalla medesima la più o meno buona riuscita della bibita. Meglio è dargli
il calore gradatamente e perciò è da preferirsi la legna al carbone, perché
meglio si può regolare. Quando il caffè comincia a crepitare e far fumo,
scuotete spesso il tostino e abbiate cura di levarlo appena ha preso il color
castagno-bruno e avanti che emetta l'olio; quindi non disapprovo l'uso di
Firenze, nella qual città, per arrestarne subito la combustione, lo si distende
all'aria; e pessima giudico l'usanza di chiuderlo tosto fra due piatti, perché
in codesto modo butta l'olio essenziale e l'aroma si sperde. Il caffè perde
nella tostatura il 20 per cento del suo peso, cosicché gr. 500 devono tornare
gr. 400.
Come diverse
qualità di carne fanno il brodo migliore, così da diverse qualità di caffè,
tostate separatamente, si ottiene un aroma più grato. A me sembra di ottenere
una bibita gratissima con gr. 250 di Portorico, 100 di San Domingo e 150 di
Moka. Anche gr. 300 di Portorico con 200 di moka danno un ottimo resultato. Con
gr. 15 di questa polvere si può fare una tazza di caffè abbondante; ma quando
si è in parecchi, possono bastare gr. 10 a testa per una piccola tazza usuale.
Tostatene poco per volta e conservatelo in vaso di metallo ben chiuso,
macinando via via quel tanto che solo abbisogna, perché perde facilmente il
profumo.
Coloro a cui l'uso
del caffè cagiona troppo eccitamento ed insonnia, faranno bene ad astenersene
od usarne con moderazione; possono anche correggerne l'efficacia con un po' di
cicoria od orzo tostato. L'uso costante potrebbe neutralizzare l'effetto, ma
potrebbe anche nuocere, essendovi de' temperamenti tanto eccitabili da non
essere correggibili, e a questo proposito un medico mi raccontava di un
campagnuolo il quale, quelle rare volte che prendeva un caffè, era colto da
un'indisposizione che presentava tutti i sintomi di un avvelenamento. Ai
ragazzi poi l'uso del caffè sarebbe da vietarsi assolutamente.
Il caffè
esercita un'azione meno eccitante ne' luoghi umidi e paludosi ed è forse per
questa ragione che i paesi ove se ne fa maggior consumo in Europa sono il
Belgio e l'Olanda. In Oriente, ove si usa di ridurlo in polvere finissima e
farlo all'antica per beverlo torbo, il bricco, nelle case private, è sempre sul
focolare.
Su quanto dice
il prof. Mantegazza, cioè che il caffè non favorisce in modo alcuno la
digestione, io credo che sia necessario di fare una distinzione. Egli forse
dirà il vero per coloro a cui il caffè non eccita punto il sistema nervoso; ma
quelli a cui lo eccita e porta la sua azione anche sul nervo pneumogastrico, è
un fatto innegabile che digeriscono meglio, e l'uso invalso di prendere una
tazza di buon caffè dopo un lauto desinare n'è la conferma. Preso poi la
mattina a digiuno pare che sbarazzi lo stomaco dai residui di una imperfetta
digestione e lo predisponga a una colazione più appetitosa. Io, per esempio,
quando mi sento qualche imbarazzo allo stomaco non trovo di meglio, per
ismaltirlo, che andar bevendo del caffè leggermente indolcito ed allungato
coll'acqua, astenendomi dalla colazione.
E se noiosa
ipocondria t'opprime
O troppo
intorno alle vezzose membra
Adipe cresce,
de' tuoi labbri onora
La nettarea
bevanda ove abbronzato
Fuma ed arde il
legume a te d'Aleppo
Giunto, e da
Moka che di mille navi
Popolata mai
sempre insuperbisce.
Venezia pe' suoi rapporti commerciali in Oriente fu la prima a far uso del
caffè in Italia, forse fin dal secolo XVI; ma le prime botteghe da caffè furono
colà aperte nel 1645; indi a Londra e poco dopo a Parigi ove una libbra di
caffè si pagava fino a 40 scudi.
L'uso si andò
poi via via generalizzando e crescendo fino all'immenso consumo che se ne fa
oggigiorno; ma due secoli addietro il Redi nel suo Ditirambo cantava:
Beverei prima
il veleno
Che un bicchier
che fosse pieno
Dell'amaro e
reo caffè.
e un secolo fa, pare che l'uso in Italia ne fosse tuttora ristretto se a
Firenze non si chiamava ancora caffettiere, ma acquacedrataio colui che vendeva
cioccolata, caffè e altre bibite.
Goldoni, nella
commedia La sposa persiana, dice per bocca di Curcuma, schiava:
Ecco il caffè,
signore, caffè in Arabia nato,
E dalle carovane
in Ispaan portato.
L'arabo
certamente sempre è il caffè migliore;
Mentre spunta
da un lato, mette dall'altro il fiore.
Nasce in pingue
terreno, vuol ombra, o poco sole.
Piantare ogni
tre anni l'arboscel si suole.
Il frutto non è
vero, ch'esser debba piccino,
Anzi dev'esser
grosso, basta sia verdolino,
Usarlo indi
conviene di fresco macinato,
in luogo caldo
e asciutto, con gelosia guardato.
... A farlo vi
vuol poco;
Mettervi la sua
dose, e non versarlo al fuoco.
Far sollevar la spuma, poi abbassarla a un tratto
Sei, sette
volte almeno, il caffè presto è fatto.
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