Nella Confessione
generale di un critico ho sviluppato più largamente le idee accennate in
questo epigramma. Amo riprodurre un frammento di quell'articolo:
«Critico letterario suol essere ordinariamente uno scrittore dappoco, negletto
dagli editori e dal pubblico, inetto a concepire ed a produrre delle opere
attraenti, epperò nemico giurato di chi fa, di chi
riesce coll'ingegno e collo studio ad elevarsi - Critico
musicale è quasi sempre un musicista abortito, il quale, dopo aver
pubblicato una dozzina di polke pel consumo dei salumieri, od aver
prodotta un'opera altrettanto elaborata che stucchevole, pretende
erigersi a maestro dei maestri, o avventandosi a quanti ottengono dei luminosi
successi, crede rivendicare, col disprezzo di ciò che è buono e generalmente
lodato, la propria impotenza e le sconfitte obbrobriose - Critico d'arte è sovente un pittore reietto dalle
Accademie e obliato dai committenti, i cui quadri, venduti sulle pubbliche aste
e passati dall'uno all'altro rigattiere, vanno poi ad affumicarsi sulle
ignobili pareti di qualche osteria da villaggio.