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Antonio Ghislanzoni
Libro proibito

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  • POESIE SATIRICHE
    • L'UOMO-PALETOT
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L'UOMO-PALETOT

 

Questi, che vedi muoversi

Se per le vie ti inoltri,

Son uomini o soprabiti?

Son soprabiti o coltri?

 

Uomini son, dal lùgubre

Saio così sformati,

Che, a vederli, ti paiono

Armadii impelliciati.

 

Un dì, se più farnetichi

Della moda il capriccio,

Costor vedrem per tunica

Vestire un pagliericcio.

 

E son gli elegantissimi....

Sono i liòns dei corsi!

Eh! via! ribattezzatevi

Ippopotami od orsi!

 

Se d'uomo qualche pallida

Sembianza ancor serbate,

In voi tre tipi adunansi:

Birro, bromista e frate.

 

Taluni, poi, che il bàvero

Sovrappongono e il fiocco,

Dite un po': non vi porgono

L'effigie di San Rocco?

 

Cotanta mole d'abiti

È lusso od è miseria?

O forse che in Italia

Fa il gel della Siberia?

 

Il Buon Dio, che dei tangheri

Talor si piglia scherno,

Quest'anno per deridervi

Quasi abolì l'inverno;

 

E in gennaio, investendovi

Coll'afa della state,

Gridò dal cielo: «bestie,

Mo', adesso.... soffocate!»

 

Buon Dio, la è troppa grazia

Se ridi e non ti sdegni;

Qual gente mai, quai popoli

Dell'ira tua più degni?

 

Nè stupirei che all'impeto

Dei gelidi aquiloni,

Un dì per noi mutassero

Il clima e le stagioni;

 

Per noi, che nati ai limpidi

Raggi d'un ciel clemente,

In grembo a questa Italica

Terra di fior ridente,

 

Invidïam, per stolida

Moda o per goffa insania,

I ghiacci alla Siberia,

Le nebbie alla Germania.

 

E già di nebbia nordica

L'Italia è tutta piena,

Nè i carmi un raggio vibrano

Di poesia serena;

 

Nè più dall'aspre musiche,

Gonfie di spurie note,

Esce il sussulto e il fremito

Che l'anima ti scuote.

 

Divina Arte, che in Grecia

Ignuda eri sì bella,

Smetti tu almen fra gli itali

La nordica gonnella;

 

Cinta d'un vel diafano,

Sciolta la chioma ai venti,

Delle tue forme vergini

Esci a bear le genti. -

 

Ti acclamerem qual nunzia

D'una invocata aurora,

E direm che l'Italia

Del sol la terra è ancora.

 

 

 




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