XII.
Un uomo costretto a sciupare man
mano il suo patrimonio, prevede che giunto in fondo rimarrà denudato e povero,
e la vita gli sarà penosa. E però va vendendo alla spicciolata i piccoli
capitali, e le cedolette, e le gioie di famiglia, e lascia per ultimo il fondo
più vasto che forma la base delle sue sostanze; e su quello mette ipoteche
sopra ipoteche, prima di decidersi a venderlo, perchè pensa che dopo quello non
avrà più nulla....
Così è di me, lettori. Sto
liquidando l'aureo capitale delle memorie, e mi appiglio ai piccoli fatti, ai
particolari, alle sensazioni mute; e tremo di por mano al grande avvenimento
che forma la base del mio romanzo, delle mie gioie, perchè sento che con quello
avrò esaurito il tesoro delle dolci ricordanze; mi resterà il dolore, la
prosa.... poi l'isolamento, la miseria del cuore.
Ma anch'io ho tanto preso a
prestito sul quel mio capitale, che omai i lettori potrebbero rapirmene il
segreto mettendone insieme le bricciole sparse. Tanto vale adunque ch'io prenda
il mio coraggio a due mani e dia dentro a grandi colpi di penna a distruggere
quei poveri e cari avanzi della mia fortuna passata.
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