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Giorgio Cicogna
Canti per i nostri giorni

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  • INTERMEZZO LIRICO
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INTERMEZZO LIRICO

 

 

...Qualche volta, sì, quando le stelle in cielo chiamano

e l’oceano, stanco, le rispecchia,

quando, labili inseguendosi l’un l’altro argentei

guizzi d’onda in onda, par risponda

l’acqua in ritmo arguto al muto invito della luce

e giochino d’enigmi, nel silenzio, il raggio

e l’ombra,

scende giù dal cielo o affiora su dalla profonda

quiete, lene, melodia che corre il sangue vena a vena

la canzone piena

di dolcezza, bella

come il sogno, quella

che ci dice: non soffrire, fin che puoi dormire; che sussurra: azzurra

come il cielo come il mare

anima — è la sorte se saprai sognare, se saprai

sperare!

 

 

Melodìa, melodìa

del cuore, nostalgia

d’amore, desideri di pensieri

d’ieri

che la vita ha spenti;

riemergenti echi di canzoni care da riudir cantare

se nell’anima il ricordo di un accordo al ritmo par che in ogni

ammulinar di sogni

dal profondo affiori;

melodìa, melodìa, rimpianto

d’una via smarrita rifiorita per malía d’incanto, melodìa, tremore

d’una lacrima che brilla a fior di ciglia, odore

che riporta, d’un incendio spento, il vento,

tu sei triste, e piangi

troppo! e tempo è d’inni, melodìa! Il silenzio

ti riassorbe, se tu taci!

Piangi pure le tue lacrime e i tuoi baci!

Fonda è l’ombra, buio il cielo, grande il mondo, melodìa,

la tua voce è troppo breve!

lieve lieve

fiocco a fiocco, aereo, — guarda —,

pappo di soffiòlo vola via il dolore, solo

che un mio alito lo sfiori...

Pena e pianto, pianto e pena,

soffio appena —

nevica nevica tutt’intorno

nudo è lo stelo, il calice è vuoto,

non c’è più il fiore del meliloto,

c’è un altro fiore, rosso scarlatto,

c’è un’altra voce, voce di gioia,

sentila! ascoltala! Pare un richiamo,

ma di campane! Squillano a festa!

La tua canzonedicono — è questa:

 

 

Limpido è il mattino

Fresca è la rugiada

Va pel tuo destino che fiorita è la tua strada.

Vento non si leva

Nube non minaccia

Va pel tuo cammino col bastone e la bisaccia.

Nella bisaccia metti il tuo pane

Con il bastone scansa gli sterpi

Solo di quello ti pasci se hai fame

Solo con quello allontana le serpi.

Per monti e valli cammina cammina

fino a che l’arco del sole declina.

Poi la sera

va nel bosco

va nel folto più odoroso,

poi la sera

va sul mare

va ove l’acque son più chiare;

E coi rami

della selva

fatti un letto per riposare;

e coi giunchi

della riva

fatti un’àmaca per sognare;

E quando viene la notte stellata

canta, canta, ma a voce spiegata!

: Penso agli occhi

che mi sorrisero.

: Penso ai labbri

che mi baciarono.

Penso ai capelli che ai miei si confusero

penso alle braccia che mi s’allacciarono.

Ma non per gli occhi,

ma non pei labbri,

sì per la spola che tesse e ritesse

sottile sottile

per me questa trama di raggi d’aprile,

sì per il dono

tuo, dell’amore,

canto, Signore,

così:

 

 

Amore

amore

il nido che le accoglie,

le tue rondini, non è

di foglie!

Nido è grande, d’aquila,

sta su in alto, è impervio,

vi si guarda nei meriggi ardenti

tra le rupi aeree

Te

ed il Sole.




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