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Giorgio Cicogna
Canti per i nostri giorni

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  • I SEPOLTI
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I SEPOLTI

 

 

Ferma rolla in ascolto

la nave, muta, ed attende.

L’onda lunga la innalza

sul colmo, passa, la sprofonda

nel cavo. L’acqua

frange, contro lo scafo, e sciacqua.

Rolla, e ascolta. Ha raccolta

una voce, udito

un segno... Un segno che forse

tace, o — il silenzio

si fa più vasto — non c’è più... è svanito...

 

 

Ecco,

fievoli su dal fondo

salgono e si susseguono

treni di ronzíi. Pare

giungano su da tutto

il mare e ogni molecola

d’ogni onda li ripeta

sommessamente. Amici,

Voce d’amici immersi

che a nota a nota sillabano

parole... che... tra pausa

e pausa lenti compitano

un messaggio... che chiamano! ci chiamano!

Di sotto il gorgo chiamano noi! Sono

compagni che non tornano! Sepolti

vivi! Accénditi, stridi

Radio, che tutto il mare

oda, e dai porti

sfréccino, ansando, navi, navi, e corrano

che non sia tardi... «Siamo qui, qui, accanto

sopra di voi. Non disperate. Abbiamo

chiamato. Giungeranno

navi, e mezzi, e soccorsi. Udiamo. Abbiate

fede. Non vi lasciamo. Eccoci... Dite...»

 

Sepolti, sì, sepolti, sommersi

forse morituri... Ma l’acqua

che ci porta le loro voci, reca

le nostre; le parole

sono parole della stessa dolce

lingua; ed un po’ di sole

scende con esse, e accende, al fondo, un tremulo

palpitar di speranza...

 

 

A voi no, immensa

gregge dei senza luce, non c’è raggio

di speranza che giunga. A voi no. Vuoto

suono v’è ogni linguaggio.

Siete i senza nome infiniti

di sorte oscura o lucente

che non udranno mai inviti

dal mondo del sole ridente.

Ognuno ha una piccola cella

racchiusa da quattro alte mura.

A ognuno sorride una stella

lassù, dalla breve apertura.

E ognuno ha un telaio. La vita

sta ad esso; e lavora; e il destino

appresta la canapa o il lino.

Guardate, cantando, fanciulli

che il gioco diverte. Il telaio

va. Sopra le celle

che importa sorridano stelle?

«Tessa la vita che vuol tessere

purchè licci s’alzino

purchè spole guizzino

Questo è il vostro cantoraso

o saio

frulla, trama! la catena è sul telaio».

 

 

Li salveremo. Ma voi no, fratelli

murati vivi; ma voi no. La vostra

sì ch’è una tomba! Le pareti han nome

Credo - Non posso - Così sia - La quarta

è la paura; e sale alto alto. Il sole

è di d’essa; e ride luce al mondo.

Ma voi cantate; e purchè i licci s’alzino

non chiedete altro; e non avrete. Il vostro

sì ch’è un sepolcro! Le pareti han nome

Credo - Non posso - Così sia - La quarta

è la paura; e sale alto alto. Il sole

è di d’essa; e ride luce al mondo.




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