AL
SERENISSIMO
FERDINANDO
DE MEDICI GRAN
DUCA DI TOSCANA.
E ben io son sicuro, che gli altissimi, e più
che humani meriti di V. A. Serenissima avanzano di
grandissima lunga ogni mio potere d'honorarla, e riverirla; non sò io
però, ne posso tralasciare di far quanto penso doversi convenire alla servitù
ch'io tengo con esso lei, & insieme di sodisfar al gran desiderio
c'hanno sempre havuto queste mie Muse di
girsen attorno sotto la sicura protettione di V. A. Parendo loro (e non senza
ragione) di non poter trovar appoggio più stabile, ne
protettor più benemerito di V. A. degno rampollo della gran casa de' Medici,
ricetto sicuro, e fido in ogni tempo a tutti gli huomini letterati. Imperoche,
chi non sa quanto da lei in ogni tempo
sieno stati, e favoriti, e accarezzati gli huomini virtuosi? Chi non sà quanto
sia stato studioso delle buone lettere, & amatore de letterati il gran Cosimo il vecchio? chi non sa
quanto splendore habbia recato alle lettere Lorenzo, il quale non solo
trattenne presso di se con somma riputatione gli huomini letterati nel più
eccellente grado; mà da tutte le parti del mondo raunò tanta copia di libri,
che ne formò quella si famosa, e celebrata libreria di Firenze, & appresso
ampliò quella non mai lodata degnamente Academia del disegno. Mà perche temo,
che s'io volessi entrar nel mar delle lodi di tutti
gli heroi della casa de Medici, c'hanno honorato, & riverito Parnaso, &
Helicona, non potrei uscirne con le vele asciutte, imiterò Timante pur Pittore,
che qualunque volta non poteva à suo voler esprimer co' colori i suoi concetti,
soleva con un velo ricoprirli. Basterammi dunque d'acennare un Pietro, un
Giovanni, che fu poi Leon X. un Giuliano, un Cosmo Padre di V. A. ch'anch'egli aggiunse grandissimo splendore alla grande
Academia del disegno, & ornò maravigliosamente il suo Museo di bellissimi libri, di vaghissimi ritratti
di Principi, & d'huomini famosi in lettere, & in armi, di statue, e di
scolture antiche, & moderne di grandissimo pregio; talmente ch'egli è senza
dubio il più famoso di tutti i Musei del mondo, & in somma quasi un epilogo
di tutti un Ferdinando Medici Gran Duca di Toscana; Dal quale io huomo men che
mediocre sono stato tanto favorito, che appena harei osato desiderarlo. Poscia che non solo si è degnata V. A. Serenissima d'haver occupato un luogo nel suo celebratissimo Museo col
mio ritratto, riponendolo frà tanti altri, che ivi hà raunati di tutti i
Pittori di qualche grido e nome, fioriti cosi in questi, come ne passati tempi.
E perche in esso mio ritratto io di già mi sono dato à
conoscere à V. A. Serenissima, & presentatomele inanzi non solamente come
semplice Pittore, mà anco come huomo studioso delle buone lettere, e che habbi
scritto dell'arte della pittura un copioso trattato; hò però hora ardire di
presentarmele la seconda volta inanzi come huomo di lettere, & dedicarle
questo mio trattato delle Muse, picciolo dono sì, ma ragionevolmente
devuto à V. A. Imperoche se la materia
di chi egli tratta è di Muse, ad altri, che all'amatore, e protettor loro, cioè
à V. A. non dee esser dedicata. Ne in altro luogo
possono meglio ricoverarsi, che nel bellissimo, e famosissimo Museo di V. A.
loro natio nido, ove sono certe d'havere à ritrovare il loro Apolline, dal cui
favore siano protette, & difese.
In
Milano alli 27. Agosto 1591.
Di
V. A. Sereniss.
Hum.mo
ser.
Gio. Paolo Lomazzi.
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