Indice | Parole: Alfabetica - Frequenza - Rovesciate - Lunghezza - Statistiche | Aiuto | Biblioteca IntraText
Vincenzo Padula
Persone in Calabria

IntraText CT - Lettura del testo

Precedente - Successivo

Clicca qui per nascondere i link alle concordanze

UN GRAN PERICOLO EVITATO

Una banda di nuovi e pericolosi briganti era per organizzarsi nel municipio di Acri, che per buona fortuna sono stati assicurati alla giustizia. — Boccadoro, Boccaperta, Pinnicchio e Sguizzino, giovani da venti anni in su, e che viveano a giornata, entrarono nel disegno di uccidere le loro mogli, e poi buttarsi alla campagna.

È ben inutile l'aggiungere che le loro brave mogli gli aveano resi tutti e quattro cornuti.

Acri è un paese originale: ha da dodici a quattordicimila abitanti, gli uomini vi sono ingegnosi, sobri, provvidi, amanti della fatica ed indefessi; le donne belle, ardite, graziose parlatrici, e d'irresistibile seduzione. Acri insomma ha tutti gli elementi per riuscire un bel paese; e nondimeno il popolo vi è barbaro, maligno, e feroce, privo ch'egli è dell'educazione religiosa e civile. Non ha la prima, perché il numeroso suo clero non pensò mai a dargliela, ed i parrochi o furono rape, o intesi soltanto a far denaro; e non ha la seconda, perché disgraziatamente i galantuomini tutto altro gli diedero che esempi di moralità. Colà il feudalismo è in tutto il suo vigore, il popolo vi è oppresso, rubato, disonorato; né altrove, quanto ivi, è cosí profondo l'odio della gente minuta contro la gente in falda. E tutte le volte che vi ebbe rivolgimento politico, il primo grido di quel popolo maligno fu sempre: «Morte ai galantuomini

Esso non conosce affatto la virtú della gratitudine, ed uno dei suoi detti è questo: Bacio la mano del galantuomo, ma gliela vorrei vedere tagliata. Nella storia del brigantaggio i briganti di Acri si mostrano i piú feroci, e nel tempo stesso i piu accorti a deludere chi loro desse la caccia. Ed è stata, torniamo a ripetere, una grande fortuna per la pace del nostro circondario, che coloro che testé pensavano a buttarsi alle macchie siano stati assicurati alla giustizia. Boccadoro, Boccaperta, Pinnicchio e Sguizzino pensano dunque di uccidere le loro care metà. Boccadoro è balbuziente, e dice ai compagni: «Cominciamo dalla mia; la me ne ha fatto di quelle, che vogliono aceto e sale; pure non mi l'animo di ucciderla con le mie mani: la ucciderete voi, ed io poi ucciderò le vostre». Insomma si stabilí, che ciascuno ordinasse la morte della propria moglie, e vi fosse presente senza prendervi parte. Si comincia da quella di Boccadoro: si va in sua casa, la donna li riceve con garbo, eglino seggono e mangiano. Ma ad un cenno di Boccadoro brandiscono chi scure, e chi pugnale, e le danno sopra. La brava ragazza salta su come una vipera, si aiuta con pugna, con calci, con morsi, para i colpi, e grida all'accorruomo. Accorrono i vicini, trovano la donna ferita gravemente alla testa e tinta di sangue, e la salvano. I quattro assassini vanno via, e Boccadoro dice: «Ora andiamo da Boccaperta». Boccaperta picchia alla sua porta, ma la signora boccachiusa si era serrata dentro ed alle grida del marito che aprisse, rispondeva risolutamente: «Va via, becco fetente». Intanto i congiunti delle donne si erano levati a rumore, e i quattro assassini fuggono in campagna. Ecco dunque una piccola banda di briganti, essi si aggirano nei boschi, essi aspettano moltissimi altri per ingrossare la schiera, e loro primo intendimento è di sequestrare il figlio di don Ciro Giannone, bravo giovinettino, ch'era ben facile levarsi in collo, e fuggire. Ma Dio dispose altrimenti. Pinnicchio nella vigilia si avea fatto un debito di venti docati: ne spese otto per soddisfare a varii suoi piccoli creditori, e gliene rimangiano perciò dodici. Quei dodici tentano l'avidità dei compagni, che lo uccidono, che lo spogliano, e ne indossano le vesti. Questo fatto è piú orribile del primo; ma consumato il tradimento, i tre ribaldi Boccadoro, Boccaperta e Sguizzino si guardarono in cagnesco, ciascuno dubitò del compagno, ciascuno temé di essere assassinato, e pensarono a presentarsi. A condurli a siffatto proponimento contribuí anche moltissimo la paura, perché già le guardie nazionali, ed i carabinieri muovevano sulle loro traccie, e il Prefetto avea messo in moto tutte le forze dei paesi vicini. Boccadoro dunque si presentò al maggiore della G.N. di Acri Cav. don Raffaele Falcone; ed il tristo avea indosso i calzoni di Pinnicchio; dopo pochi altri giorni gli si presentò Boccaperta, e il ribaldo avea nei piedi le scarpe di Pinnicchio; il giorno appresso Sguizzino si presentò al prete don Raffaele Parvolo e lo scellerato avea nel capo il cappello dell'assassinato Pinnicchio. Cosí questa banda di briganti è stata fortunatamente distrutta sul nascere; essa minacciava di farsi numerosa e formidabile, perché quei quattro erano in detta con Francesco Cofone Valente, Angelo Longobardi Afflittocore, Francesco Rosa Ciclòpe, Pietrantonio Gencaralli Carissimo, Pietro Turano e Biagio Vaglica Tornesello, uomini tutti risoluti, e che dietro le confessioni dei tre presentati, sono stati menati in prigione. E noi preghiamo i lettori a tenersi in mente questo fatto, perché esso insieme a molti altri ci servirà di prova per quanto diremo in seguito sulle cause permanenti, ed indestruttibili per ora, del brigantaggio tra noi.

11 maggio 1865.




Precedente - Successivo

Indice | Parole: Alfabetica - Frequenza - Rovesciate - Lunghezza - Statistiche | Aiuto | Biblioteca IntraText

Best viewed with any browser at 800x600 or 768x1024 on Tablet PC
IntraText® (V89) - Some rights reserved by EuloTech SRL - 1996-2007. Content in this page is licensed under a Creative Commons License