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Giovanni Verga
Teatro

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DOPO

 

 

Scene di una commedia intitolata

DOPO

e che non fu mai rappresentata.

 

Pubblicate nel 1902 nella rivista La settimana, di Napoli,diretta da Matilde Serao.


Terrazza della villa Negri che sulla strada. Maria seduta a ricamare sotto la tenda, Giacinta affacciata alla ringhiera.

 

SCENA I

 

Maria. S'è fermato qui?

Giacinta. Sì.

Maria. Chi è?

Giacinta. Il signor Vitali.

Vitali (dalla strada). Buon , signorina.

Giacinta (freddamente). Buon ...

 

Per andare.

 

Maria. Te ne vai?

Giacinta (tornando a sedere). No.

 

SCENA II

 

Maria (a Vitali che sopravviene). Finalmente!

Vitali. Finalmente davvero! Sapesse quanti impicci! Temevo di non uscirne più.

Maria. Affari?

Vitali. Quasi.

Maria. Gravi?

Vitali. È inutile che ve lo dica, giacché vedo che non serviranno a scusarmi.

Maria. Non è obbligato a scusarsi...

Vitali. Grazie...

 

Pausa.

 

E suo marito?

Maria. In città. Non l'ha visto?

Vitali. Non fui allo studio, e dovetti fare un lungo giro per venir qui. Giungerà col treno delle undici?

Maria. Sì, ha telegrafato.

Vitali. Che lavoratore! Ora che è in campagna gli tocca riposarsi in ferrovia...

Maria. Giacinta dice che è la sua villeggiatura.

Giacinta (alzandosi, seccamente). È così buono!... E lo fa per noi.

Vitali. Proprio... la faccio scappare, signorina?...

Giacinta. Stavo per andarmene già...

Vitali (ridendo). Vuol dire che le devo cinque minuti e cinque parole...

 

Giacinta esce.

 

SCENA III

 

Maria (alzandosi, rapidamente, a voce bassa). Avete ricevuto?

Vitali. Sì.

Maria. Parlaste colla portinaia?

Vitali. Assicura di non avervi vista.

Maria. Non è vero. Che ci guadagna, a mentire?

Vitali. Quello che le ho dato per tacere.

Maria. Tacerà sempre, almeno?

Vitali. Sinchè le chiuderemo la bocca...

Maria. Di Antonio siete sicuro?

Vitali. Come della portinaia...

Maria. In che mani siamo!...

Vitali. Pazienza, giacchè bisogna essere nelle mani di qualcuno, meglio sieno di quelle che possono ungersi.

Maria. Del denaro... per aver dei complici... Sia!... Avete bruciato la lettera?

Vitali. No: questo lo farete voi. Eccovela.

Maria. Perdonatemi... Ormai... La portinaia, Antonio, il primo che passa... Ecco cos'è!...

Vitali. Oh! Maria!

Maria (dandogli le mani). Non è ciò che credete... Se non ti avessi dato tutto il mio cuore, vorrei dartelo. Ti basta?

Vitali (guardingo). Badate!

Maria. Ecco, siete divenuto timido anche voi!

Vitali. Vostra sorella sospetta qualche cosa.

Maria. Giacinta?

Vitali. Non vi sembra mutata?

Maria. Tutto mi sembra mutato!

Vitali. Povero amore... Come sei pallida!

Maria. Non ho dormito.

Vitali Come sei bella... così!...

 

Per afferrarle le mani.

 

Maria (ritirandosi vivamente). No... lui!

 

SCENA IV

 

Negri. Oh, Vitali! Bravo!

 

A Maria, dandole la mano:

 

Come stai?

Maria. Bene.

Negri. Con quel viso!...

 

A Vitali:

 

Quando sei arrivato?

Vitali. Or ora.

Negri. Cercavi di me, allo studio?

Vitali. ... No...

Negri. Pietro t'ha visto dalla portinaia.

Vitali. Ci sono stato a vedere se v'erano lettere per me.

Maria. Gegina non è venuta alla stazione?

Negri. Sì, è rimasta un po' indietro... Un gran segreto! E Giacinta?

Maria. Era qui; sta bene.

Negri. Bene. Ora sino a lunedì son libero. Auff!

 

SCENA V

 

Gegina. Mamma! Le prime fragole... Guarda!...

Maria. Oh!... E i bei fiori!...

Vitali. Son della vostra campagna?

Negri. No, la mia campagna non che rami.

Maria (a Negri). Grazie, sai!

Negri. Per Gegina.

Gegina. No, li ha portati il babbo per te...

Negri. Cotesto non era necessario dirlo, signorina. Andate a dare un bacio al vostro amico Vitali.

 Vitali (ridendo). Buon , signorina.

Gegina. Oh, buon !...

 

Fa per buttargli le braccia al collo.

 

Maria (trattenendola). Così, basta. Ora vai dalla zia. Sei tutta scalmanata.

Gegina (mortificata). Buon ...

 

Esce.

 

Negri (ridendo). Scusami, cara, non sapeva che fosse un gran male.

Maria. Non è un gran male...

Negri (a Vitali). Hai studiato quel processo?

Vitali. Non ne ho avuto il tempo.

Negri. In otto giorni! Che ne fai del tuo tempo, ragazzo mio? Dunque, in due parole: separazione di beni e di persona per incompatibilità di carattere. Il torto è del marito.

Vitali. Abbiamo contro delle prove...

Negri. Il torto è sempre del marito, e poi, quando capitano di queste disgrazie, non si vanno a mettere in carta bollata. Basta, vedremo insieme, giacchè ti fermi qui...

Vitali. No.

Negri. Come no? Se era già inteso? Che vi è di nuovo?

Maria. Avrà da fare...

Negri. Lo ha detto a te?

Maria. A me, no...

Negri. Che v'è di nuovo, via? Perchè fate quella faccia, tutti e due?...

 

TELA

 

 

 




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