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Giovanni Battista Casti Animali parlanti IntraText CT - Lettura del testo |
Una congiura si scoperse intanto,
di cui lo stesso Allocco era alla testa,
che del Gran Corvo si copria col manto,
e in breve divenir dovea funesta
ai primi attor dell'attual governo,
e tutto rovesciar l'ordine interno.
Della secreta trama i fili tesi
e i ricoperti insidiosi anelli
dall'austro all'aquilon s'eran distesi:
e al Corvo e al Gran Cucù gli addetti, e quelli
parte v'avean quadrupedi non pochi
ch'eran di fatto, o si fingean bizzochi;
inoltre tutta la volatil schiera,
perchè una tal freddezza e diffidenza
che fra uccelli e quadrupedi nat'era,
n'avea rotta la buona intelligenza;
al che tanto il Pavon che il Pappagallo
contribuì dopo l'affar del ballo.
Più che altri perigliosa estremamente
che su tutte le bestie assai potente
conservava influenza generale,
e per gli intrighi suoi molti e diversi
degli Allocchi il collegio era a temersi.
Da costor dei quadrupedi animali
abbatter si volea la monarchia,
e sotto podestà sacerdotali
assoluta, dispotica, arbitraria,
su quanto vive in terra, in acqua, in aria.
Cioè che il Gran Cucù sia necessario
solo sovrano universale, eterno,
e il Corvo suo profeta e suo vicario;
ma il dritto di presiedere al governo,
dritto esclusivo, inviolabil, tocchi
unicamente ai reverendi Allocchi.
Così stabilir forse il duro impero,
e imposer giogo, che appellar divino,
il Bonzo, il Lama, il Druida, il Bramino.
Si vuol che in aria di paterno offizio
il re gran prete abitator del Nilo
desse alla Lionessa il primo indizio
della congiura e ne scoprisse il filo,
come anti-Cucuista acre ed antico,
e degli Allocchi capital nemico.
De' Cucuisti allor le occulte trame,
e le secrete pratiche e i maneggi
si spiar nel quadrupede reame;
di sicurezza allor cessar le leggi,
e della violenza e del terrore
prese il sistema più che mai vigore.
E il governo, inclinevole al sospetto,
spesso della calunnia udia la voce;
e n'era il furbo e il delator protetto,
e divenia più ingiusto e più feroce;
ed all'odio privato allor si dette
aperto campo a esercitar vendette.
Onde in tutto il quadrupede dominio
denunzie, accuse, insidie e tradimenti
s'udian solo, e veleno ed assassinio,
ed improvvise uccision frequenti;
ragion di stato, che ragion non ode,
premiò il delitto, incoraggiò la frode.
Empia ragion, o d'opre infami e turpi
iniqua madre, e d'interesse figlia!
ragion che il nome di ragion deturpi,
sol te ingiustizia e crudeltà consiglia;
col tirannico piè tu i germi primi
d'onor conculchi e l'innocenza opprimi.
La scellerata tua, la violenta
tua man l'usurpator sul vacillante
trono, e il tiranno e l'oppressor sostenta,
la mano tua, di sangue ognor fumante,
il duro giogo all'infelice e schiava
umanità calca sul collo e aggrava.
Ragion che tutto ciò di che t'invogli
rapacemente invadi e te l'arroghi,
e il possessor pacifico ne spogli,
ragion che alla ragion forza surroghi;
di quanti mali, o perfida ragione,
di quai calamità non sei cagione?
Fin quando, o ignavi abitator del mondo,
cui nume è sol ciò che v'è ignoto e occulto,
fin quando porgerete al mostro immondo
i sacrileghi incensi e l'empio culto,
come offria sangue in sull'altar profano
a mostruoso nume il Messicano?
Nè mai scerner vedrovvi il ben dal male,
e il torpor vergognoso alfin pur scosso
col braccio di ragion, che assai più vale,
abbattere il terribile colosso
che sotto il peso suo sforma e sfigura
e l'ordin sociale e la natura?
Da quelle bestie allor ben si comprese
che ogni animale che sovran non sia,
l'altrui mancanze e fin le proprie offese
spesso perdona, e anche talor le oblia;
ma che ciò fra i sovrani è raro assai;
e si può dir che non perdonan mai.
Anzi a quei tempi e Lionessa e Volpe
e altri simili a lor parean gioire
in trovar e in suppor delitti e colpe
per lo piacere di poter punire;
in parole clementi, e duri in pratica,
sempr'era lor la crudeltà simpatica.
Ciò chiaramente dimostrar vi de'
che amabile genia, che cara razza
di ministri, di principi, di re
quella era a cui la sconsigliata e pazza
brutalità, ridotta a vil servaggio,
allor prestava obbrobrioso omaggio.
Ma chiaro è ancor che ad animai sovrani
applicabil soltanto è ciò ch'io dico;
e se mai prence tal fu tra gli umani,
esservi non potè che a tempo antico;
che oggi ad essi straniera è la sevizia,
e del genere uman son la delizia.
Molti pertanto alla congiura avendo
fra i quadrupedi sudditi aderito,
del minister l'inquisizion temendo,
di rifugiarsi presero il partito
(Per quai sentier non so) nelle lontane
contrade oltramarine americane.
Ed ivi in parte inospita e remota,
da nessun mai non conosciuta e vista,
la lor razza restò perfino ignota
alle ricerche del naturalista:
e in oggi sol dal perspicace Azara58
natura, nome e qualità ne impara.
Mentre l'opra e il pensier al grand'oggetto
tutti volgean, non stavasi a balocco,
ma presentossi in qualità d'eletto
dal sacro Corvo ambasciador l'Allocco,
e lo seguian per li più gravi affari
Cuculo ed Assiuol, suoi secretari.
Egli è ben natural che a prima vista,
com'estraneo illegittimo ed intruso,
dall'Idra amfibia ed anti-Cucuista
l'Allocco fosse bruscamente escluso;
essendo stati già riconosciuti
lo Struzzo e il Cigno ambasciador pennuti.
I cucuisti invan, per farlo ammettere,
ed altre bestie ai cucuisti addette,
in suo favor si vollero intromettere;
ferma nel detto suo l'Idra si stette;
e per quanto da lor tentata fosse,
dal proposito suo non si rimosse.
Poich'era già opinion prevalsa,
che occulto promotor l'Allocco sia
(O vera fosse opinione o falsa)
della sacerdotal Cucucrazia,
in cui dovrebber tutti esser fonduti
stati, governi e monarchie di bruti.
Onde s'er'ei riconosciuto e ammesso
ambasciador legittimo del Corbo,
comunicato avrebbe a quel congresso
di sue dottrine intolleranti il morbo,
sì per gli intrighi suoi, che de' bizzochi,
di cui trovi semenza in tutti i lochi.
Tutti all'Idra però plaudiron, quando
dal congresso l'Allocco escluso fu.
quei partissi cruccioso, e minacciando
l'alta indignazion del Gran Cucù;
ma degli Allocchi il credito e il potere
cominciò da quel punto a decadere.
Qualunque autorità, se consistenza
da interna forza e da ragion non prende,
ma sol d'ombre si pasce e d'apparenza,
e da mal ferma opinion dipende,
una volta che intoppa, urta e barcolla,
Giunto della brutal Dieta il giorno,
e rettili e quadrupedi ed aligeri
si videro venir per ogni intorno,
filosofi, politici, belligeri,
o per l'aria o per mar, vie consuete,
o sulla schiena a smisurate cete.
Di quei mostri marin l'enorme schiera
docil prestossi al pubblico servizio
con gentilezza a pari lor straniera;
lo che potrebbe forse esser indizio
che men orgoglio avean di quel che alloggi
nel tronfio cor delle gran bestie d'oggi.
Fendean le placide onde in gruppi vari
vettureggiando in sulle groppe carche.
getti d'acqua spandean dall'ampie nari,
e sembravan di zattere e di barche
convogli e carovane, o galleggianti
mobili scogli ed isole natanti.
Da numeroso treno accompagnati,
venian con pompa e con immenso lusso
delle grandi potenze i deputati,
ov'esser debbe il grand'affar discusso;
come se d'orgoglioso, insano fasto
fossero eletti a sostener contrasto.
L'alta amfibia potenza ostentar vuole
l'orribil Idra: dietro si traea
bestie d'informe e mostruosa mole;
sovra immensa testuggine sedea;
lenta procede, e qual regina in soglio
seduta par sovra ambulante scoglio.
Mirasi al fianco suo l'Ippopotamo,
torbido, torvo estremamente e brutto;
nè la maniera ancor ben conosciamo
che usò per traversar l'ondoso flutto:
tutto per rischiarir ed avverare
molto resta alla critica da fare.
Dell'amfibia ambasciata il segretario,
vo' dire il Caiman,59 poscia seguia,
della cifra real depositario
e direttor della cancelleria:
nè vaglion gli atti pubblici se, in guisa
di sanzion, ei non v'apponga il visa.
Lion marini han seco e Cani ed Orse
che ora abitan sul suolo, ora nell'onde,
e le zannute, spaventose Morse,
che del freddo Groenland presso alle sponde,
o sdraiate si stanno in sull'arena
alle foci dell'Oby ovver del Lena.
Poscia amfibie venian bestie non poche
con mite aspetto e dolci cantilene,
che dai moderni autor s'appellan Foche
e i greci vati le chiamar Sirene:
sirena in sè due specie accoppia e mesce:
donna dal mezzo in su, termina in pesce.
Dopo il tren dell'amfibia presidenza
la Lionina ambasceria procede,
cui per tal funzion la precedenza
l'universal brutalità concede:
e dal Caval la Volpe accompagnata,
alla testa sen vien dell'ambasciata.
Seguiti eran color da bestie a stuoli,
che preziose hanno le pelli e i peli,
ed Orsi bianchi, che fin sotto ai poli
han lor soggiorno, e vivono sui geli,
e Volpi nere da lontan venute,
da Kamtchatka e dall'isole Aleute.
Poi la cieca venia Talpa archivista
che guidar si facea da un Ermellino,
perchè di già perduta avea la vista;
e a sostener il dritto lionino
codici reca e scritti ranci ed atti,
e documenti dall'archivio tratti.
Seguian poscia animai di strana razza,
faine e sanguisughe e Piche e Arpie,
garruli alunni di discordia pazza,
e figli d'avidissime genie,
causidici, notai, criminalisti,
civilisti, statisti e pubblicisti.
Brune minute foglie insiem conteste
che noi tasso appelliam, specie di veste
forman, che il dosso lor copre ed ammanta,
da cui dovetter poi l'origin trarre
le magistrali toghe e le zimarre.
Di costoro alla testa era il Vampiro,60
pria finanzier, procurator poi regio,
esperto in tesser cabala o raggiro,
intrigator e succiator egregio,
oltramarin quadrupede volante,
a grosso nottolon rassomigliante.
Egli è animal malefico, deforme,
che lieve il sangue attrae lambendo e sugge
al malaccorto American che dorme
e che nol sente, e lo dissangua e strugge;
onde chi 'l portentoso in tutto vede,
di sangue succiator spettro lo crede.
Aggiungerò, per non lasciar dubbiosa
alcuna parte della storia mia,
essermi noto che la stessa cosa
si crede da talun Vampiro e Arpia;
ma sia pur o non sia la bestia istessa,
ch'ella è bestia legal sol c'interessa.
Per la vittoria baldanzoso e ardito
seguiva poscia il deputato Cane,
corteggiato dai Can del suo partito,
che di palma e d'allor portan collane;
e in mezzo a tanti Can padre somiglia
della canina universal famiglia.
Seco è il Porco, lotoso e sonnolento,
da quattro o cinque majalin seguito:
vien svogliato, grugnando e a passo lento;
e tutti, nel passar, segnando a dito
un animal sì stupido e sì sporco,
To! to! diceano ambasciadore un Porco!
Ma spiegaron più splendidi equipaggi
gli ambasciador volatili Aquilini;
venti ciascun di loro avea per paggi
rarissimi, bellissimi uccellini;
che, com'è scritto in certi arcani libri,
eran di quei che or noi chiamiam Colibri.
Poi superbo venia stuolo d'uccelli,
che uccelli or detti son di paradiso;
le ricchissime code, i vari e belli
colori ammira di piacer conquiso
lo spettator, e con gran plauso e lode,
Che code! ripetea che belle code!
L'aer di vari augelli appresso a loro
eletto stuol placidamente fende,
cui pinto di color azzurro e d'oro
il dorso e il collo in faccia al sol risplende.
di lor piume fan pompa, e in sulle teste
brillan le nappe e le incarnate creste.
Quanto inoltre di estraneo e di magnifico
Asia, Africa ed America produce,
e dall'isole a noi del mar Pacifico
per l'aer gorgheggiando in vari modi
della regina lor cantan le lodi.
Poscia venian gli ambasciador del Drago,
mansueti in sembianza e compiacenti,
con rilucente squama e color vago;
ma dietro si traean fieri serpenti
di terribil figura e spaventosa,
che l'occhio senza orror fissar non osa.
A quel corteggio formidabil tetro,
che a rimirarlo intimorisce e attrista,
volgon gli spettator lo sguardo indietro,
che non ne posson sofferir la vista:
sibilan quegli, e colle teste erette
radon celeri il suol come saette.
Forse così gli ambasciador moderni
mostransi in volto dolci e lusinghieri,
e officiosi in tutti gli atti esterni;
ma i lor guardaporton, servi e cocchieri
han feroce sembianza e lunghi baffi
e guardo fier, che sembran sgherri e zaffi.
Come in Corte per lusso i gran sovrani
soglion talor, pur anche ai tempi nostri,
e gobbi e storpi aver, giganti e nani;
così quei deputati un stuol di mostri
seguia, serpi a due code o colle creste,
Lioni alati ed Aquile a due teste.
Anzi d'allora in poi principi e regi
presero mostri e aborti di natura
per loro emblemi e gentilizi fregi;
e ciò vie più ci prova e ci assicura
che agli uomini fur sempre gli animali
prototipi e maestri universali.
Siccome oltre di ciò tutti costoro
non s'esprimean in un linguaggio stesso,
nè si potean comunicar tra loro
le reciproche idee, traeansi appresso
dragomanni in più lingue esperti e pratici,
come oggi gli Africani e gli Asiatici.
Or che diceste, o miseri animali,
quando aprirsi una pubblica assemblea
vedeste per dar fine a tanti mali,
che diceste in veder che sen facea
un teatro di lusso, ove alla doppia
astuzia, orgoglio e vanità s'accoppia?
Pur l'insensato ed insultante orgoglio,
guardar con occhio indifferente io voglio,
purchè alfin alcun nasca ordin di cose
che stabilmente per li dì futuri
la tranquillità pubblica assicuri.
Ah ch'io preveggo ben, bestie infelici,
che ad inutili forme e insulso fasto
tutto il congresso vostro e ad artifici
sol ridurrassi, e a dispute e contrasto
per un più o men di pascolo o di terra,
spesso cagion d'interminabil guerra.
D'una Volpe o d'un Can l'ambizione,
o di un qualche Lion l'util privato,
e non già la giustizia e la ragione,
non il vero e real ben dello stato,
di solenne assemblea l'oggetto forma
e ai ministri politici dà norma.
Se fissata però veder sperasti
la tua tranquillità su ferme basi,
cara brutalità, tu t'ingannasti;
che anzi, come avvenir suole in tai casi,
(E la costante esperienza temi)
si getteran di nuove guerre i semi.
Ma stiamo ad osservar lo strepitoso
spettacolo che a tutti gli animali
procurar pur dovria stabil riposo,
e vediam se quant'io dissi in astratto,
o son vaneggiamenti, o accade in fatto.
Dei spettator la moltitudin varia,
colà adunata fin dal giorno innanti,
fea risuonar la terra, il fiume e l'aria
di consonanze armoniche e di canti;
che in tai casi non mancano balocchi
e curiosi e sfaccendati e sciocchi.
Figuratevi or qui le bestie tutte
di conosciuta e sconosciuta sorte
da ogni confin del mondo insiem ridutte;
ditemi poi se Utrecht, Munster, Francforte,
Ratisbona, Rastadt, Breda, Aquisgrana,
pompa videro mai sì grande e strana.
Delle bestie così tutte le schiatte
il Bacco scrittural chiuse nell'arca,
quando s'aprir del ciel le cataratte;
e bello era il veder quel patriarca
seder di tante bestie alla presenza,
col pel, con piume e colle corna e senza.
Bello anch'era il vederlo infra i concenti
di strane bestie sì diverse e tante,
per le vaste acque dentro il galleggiante
universal serraglio animalesco
sovra i sommersi monti irsene al fresco.
conforme in casi tali è sempre l'uso,
verificar le lor plenipotenze
per accertarsi se fra loro intruso
si fosse, per malizia o per errore
illegittimo e spurio ambasciadore.
Nel più distinto posto alfin s'assetta
l'un e l'altro terraqueo legato;
e con tutto il rigor dell'etichetta
per ordin siede ogni altro deputato;
e dietro e intorno stassi il popolaccio
e quei che solo servono d'impaccio.
Prima però che al convenevol loco
porsi ciascun ambasciador potesse,
molto sudar convenne, e mancò poco,
che romper l'assemblea non si dovesse,
per frivole, inettissime ragioni
prima di cominciar le sessioni.
Che ciascun, per ridicola mania
sparsasi in ogni animalesca classe,
talmente di sua stirpe insuperbia,
che non v'era Moscin che non pensasse
più nobiltà di sangue avere addosso
che qualunque animal più grande e grosso.
Nè potendosi aver pronti e presenti
d'ogni animal sui nobili antenati
i chirografi antichi e i documenti,
si convenne che fossero assegnati
i primi ranghi agli animai maggiori
delle più forti bestie ambasciadori.
L'Idra primiera allor la bocca aperse...
cioè... non so se una n'aperse o sette,
che la critica il ver non discoperse,
e il fatto ancora in disputa si mette;
ma ch'una bocca o sette bocche aprisse,
incominciando, aprì il congresso e disse:
Il nostro venerabil Coccodrillo,
padre comun di tutti gli animali,
desideroso di veder tranquillo
il mondo tutto, e un fin ponendo ai mali,
renderlo lieto e torgli ogni molestia,
manda pace e salute ad ogni bestia.
Per impulso di sua misericordia,
e di sua natural bontà paterna,
per mio mezzo v'esorta alla concordia
e alla scambievol carità fraterna;
che se ingrato talun non vorrà i sui
consigli udir, avralla a far con lui.
Fama è che fra le bestie anticamente
questo per terminar le questioni
fosse lo stil d'un mediator potente:
ordini pronunziava, e non ragioni;
e se l'assenso il debol non prestava,
il forte mediator se lo pappava.
Tramanda l'Ippopotamo una voce
che par di bue che mugghia in vasto speco,
un urlo cupo, un fremito feroce,
di pace anch'esso approvator; e seco
tutti al savio applaudir concordemente
discorso dell'amfibia presidente.
Confuso intanto sussurrio loquace
sollevossi nel popolo minuto:
L'Idra dicean pace propor? di pace
l'Idra parlar? chi mai l'avria creduto!
Ma taluno al vicin dice all'orecchie:
Queste in diplomazia son cose vecchie.
Spesso pace propon chi men la vuole,
e il veleno nel cor ricopre e il fiele
sotto corteccia di dolci parole
che sembran distillar zucchero e mele;
e così rigettar sul conto altrui
tenta l'odiosità dovuta a lui.
Il padre Coccodrillo un altro aggiunge
una gran buona bestia egli esser dee;
Pur de' sudditi suoi, l'altro soggiunge,
delle carni si pasce, il sangue bee.
E chi sulle virtù ritrova a dire,
e chi sui vizi dell'amfibio sire.
Allor l'Idra riprese: in ricompensa
di quanto a pro comun far si compiace
del Coccodrillo la bontade immensa
per richiamar fra gli animai la pace,
giusto è che tutta l'assemblea presente
di gratitudin dia prova eminente.
Perciò propongo per preliminare
che tutti i commestibili ed i cibi
lungo i fiumi, appo i laghi e presso al mare,
pel padre Coccodrillo e per gli amfibi,
con decreto concorde e decisivo
sian dichiarati pascolo esclusivo.
Or chiaro vede ben chi non è orbo
dicea talun fra se per qual ragione
non s'accettò l'ambasciador del Corbo:
il Coccodrillo solo esser padrone
volle dell'assemblea; perciò ha mandati
questo pajo gentil di deputati.
Or dicea talun altro, or si comprende
ove tanta bontà vada a finire,
ed a qual fin tanta premura tende.
Ma l'Idra allor seguia, crucciosa, a dire:
O mi s'accordi la domanda mia,
o sciolgo l'adunanza, e vado via.
Onde ammetter compenso o rimostranza
non volle, ed impiegò quell'insistenza
che, adoprata col debole, è costanza,
col forte, è ostinatezza ed insolenza;
e deboli chiam'io quei che non sanno
saggio far uso della forza che hanno.
Ma siccome in quei tempi si credea
che ogni adunanza pubblica o congresso,
se il Coccodrillo non vi presedea
o per li suoi legati o da se stesso,
delle formalità fosse mancante,
nè forza avesse e autorità bastante;
perciò tutti si tacquero, e si fe'
quanto l'Idra richiese, e come piacque
al comun padre, sacerdote e re,
che sulla terra domina e sull'acque,
che bel bello così di quando in quando
dominio e potestà gia dilatando.
Ambasciadrice della Lionessa
allora in piè la Volpe si levò,
il dritto di parlar toccando ad essa,
e l'Idra e l'Ippopotamo lodò;
quindi esaltò l'intenzioni pure
del Coccodrillo, e le paterne cure.
Poi fe' l'elogio della sua padrona:
Giusto è disse che a lei si garantisca
del quadrupede impero la corona;
poichè, dove trovar chi più adempisca
In chi si vider mai più eccelsi pregi?
Della mia graziosissima regina
le alte doti ignorar non è permesso;
il general quadrupede consesso
ammirò qualità sì grandi e tante,
che creolla famiglia dominante.
E allor grazie spandendo e benefici
nel fausto tempo della sua reggenza,
rese tutti i quadrupedi felici,
moderato uso fe' di sua potenza...
Ma l'oratrice interrompendo intanto
il Can; non tanto ripetea, non tanto.
Mille allor si levar confuse voci,
chi 'n favor della Volpe, e chi del Cane;
e di già minacciosi atti feroci,
e arcigne si vedean sembianze strane.
ma l'Idra, che impedir vuole il disordine,
drizza le teste, e all'ordin, grida, all'ordine.
Al fier comando, al formidabil fischio
umil ciascun bassò la testa e tacque;
e per allor della contesa il rischio
fra i due rival cessò, ma poi rinacque,
ch'eran la Volpe e il Can nemici a morte
per gelosia di minister, di Corte.
È il Can più petulante e temerario,
la Volpe più versatile e più furba,
onde all'aperto ardir dell'avversario
oppon l'ascosa insidia, e non si turba;
nè Roma poscia nè il romano imperio
tanta simulazion vide in Tiberio.
Insomma eran due celebri animali
in ripieghi ciascun profondo e scaltro,
e pien di qualità ministeriali;
ma se sceglier dovessi o l'uno o l'altro,
niun dubbio nella scelta a me rimane:
lascio stare la Volpe, e prendo il Cane.
Essendo dunque il Can grand'oratore
contro di lui perciò la Volpe astuta
le sue maliziose arti diresse,
e proseguendo, in guisa tal s'espresse:
Che se dal dì che il poter sommo ottenne,
tracotante mania per isfortuna
il pubblico riposo a turbar venne,
grande e sola ragion che qui ci aduna,
imputar non si dee cotal sinistro
alla saggia Reggente od al ministro.
Imputar dessi alle perverse insane
massime ree di quei filosofastri
che tentano introdur dottrine strane
propagatrici dei più gran disastri;
e i popoli, che pria fur mansueti,
rendono turbolenti ed inquieti.
Che se regno pacifico e tranquillo
mantener vuolsi, e pien di schiavi egregi,
progetto di decreto al Coccodrillo
propongo, che ai sovrani ordini regi
si sottometta ogni fedel bestiame
senza replica alcuna e senza esame.
Dessi anche alla licenza un freno porre,
e al petulante ardir dei gazzettieri,
che osan riflessi e fatti veri esporre
per l'inetta ragion, perchè son veri;
nudo il ver non convien che il volgo veda,
ma creda ver ciò che vogliam ch'ei creda.
Di costor la veridica impudenza
di subordinazion gli anelli rompe,
fomenta del pensier l'indipendenza,
e lo spirito pubblico corrompe;
chè se in governi error si scopre o vizio,
cade tutto il politico edifizio.
V'è la Gazzera sol, che qual modello
dei gazzettier considerar si debbe,
ed altro stile, altro mai fin che quello
che aver si dee da un gazzettier, non ebbe;
sempre i racconti in bella guisa aggira,
sempre in favor del minister li tira.
Quel volpigno però tratto oratorio
non andò già dalle censure immune;
e chiara a ciaschedun dell'uditorio
e delle affollatissime tribune
disapprovazion scorgeasi in faccia;
ma prosegue colei, nè se ne impaccia.
E acciò sicuro e facile s'ottenga
di felicità pubblica un preludio,
a tutti gli animai vietata venga
qualunque istruzion, qualunque studio;
e tolta alfin la letteraria scabbia,
di filosofeggiar cessi la rabbia.
Ora se la fatal saccenteria
in general degli animai privati
di tanti mali è la cagion, che fia,
o miei colleghi, ah, che fia mai dei stati,
regolar le politiche faccende!
L'evidenza mostrò che ad uno stato
nulla puote accader di più sinistro
degli affari alla testa e per ministro;
tutto sossopra pon, tutto scombussola,
e del ben governar perde la bussola.
Per governar gli stati altro vi vuole
che sistemi chimerici ed astratti,
sperienza vi vuol, vi voglion fatti;
e chi lunga non ha pratica ed uso
dai ministeri esser dee sempre escluso.
Io pur anche talvolta ai studi attesi
per passatempo e per piacer privato;
ma i studi miei subordinati io resi
alle regnanti massime di stato;
studi di Volpe ognor son puri e sani,
e da lue filosofica lontani.
E persuasa io son che non men s'abbia
dagli stati a estirpar filosofia,
che da corpo animal vermini o scabbia
o infezion la più maligna e ria;
che, come n'ebbi esperienza piena,
filosofia nei stati è una cancrena.
E poichè l'ignoranza e gl'ignoranti
sempre fur, saran sempre e sempre sono
della quiete pubblica i garanti
e i sostegni più stabili del trono,
dai prenci, finchè avranno oncia di senno,
questi onorar, questi premiar si denno.
Anzi, se adottar vuolsi il mio parere,
non sol dovrassi promulgar divieto
contro l'instruzion, contro il sapere;
ma con solenne pubblico decreto
onori e premi e cariche dovranno
distribuirsi al più ignorante ogni anno.
Ahi, Volpe rea! dunque su schiava e losca
massa di bruti dominar tu brami,
onde l'iniquità neppur conosca
delle massime tue malvagie, infami?
E la luce del ciel, che tu detesti,
tuffar dentro le tenebre vorresti?
Dunque per fomentar la violenta
oppression che infama i tuoi tiranni,
e quell'ambizion che ti tormenta,
alla barbarie stupida condanni,
all'error sempiterno ed al profondo
bujo fatal dell'ignoranza il mondo?
Ma compresso piuttosto in chiuso loco,
che il passaggio non s'apra impedirai
e non iscoppi e non si spanda il foco,
pria che del ver soffoghi e spenga i rai,
e i sacri dritti di natura estingua
empio comando o menzognera lingua.
Di giustizia e ragion forza natia
agli eterni doveri obbliga e lega
lo schiavo vil che li neglige e oblia,
come l'altier che li conculca e nega,
che impressa in lor ne portan tutti, ad onta
del pregiudizio universal, l'impronta.
Filosofia, del ciel dono verace,
so quanto te deturpa e disfigura
l'umana passion fervida, audace,
so che del nome tuo l'errore abusa,
e te del fallo altrui calunnia accusa.
Ah se te dal delitto e dagli errori
purgar potessi, e da non tuoi difetti,
e pura e schietta infonderti nei cuori,
e te fissa piantar nei gabinetti,
ne' pubblici licei, ne' santuari,
sui sogli della terra e sugli altari!
L'usurpator e l'oppressor, che il lume
dell'ingiustizia scopritor paventa,
e sostener l'antico error presume
che il folle orgoglio e il fasto suo sostenta,
protegge sol l'opinion fallace,
e l'ignoranza vil che soffre e tace.
Dunque perchè man rea la face ardente
scuote e incendia talor borgo o cittade,
o argin rompe di tumido torrente
per sommerger pastori, armenti e biade,
non dovran sulla terra aver più loco
gli elementi di vita, e l'acqua e il foco?
Malfermo e ingiusto ognor fu quel governo
ch'ebbe ignoranza e schiavitù per base,
e resse sol finchè suo vizio interno
ignorato o celato altrui rimase;
Ragion l'abbatte alfin, siccome suole
gli aerei dissipar fantasmi il sole.
Ma fin d'allor vedea la Volpe ria,
come lo veggion i tiranni anche oggi,
possibil mai non è che insieme alloggi;
e dei tiranni al trono ognor l'accesso
pel filosofo è chiuso e per l'oppresso.
Il dispotismo è un mostro fier che nasce
nel cupo sen delle tartaree grotte;
nell'ombra vive sol, d'ombre si pasce,
e condannato è a sempiterna notte;
e se vien mai tratto alla luce, o muore,
ovver colpito è da mortal torpore.
Della Volpe la strana iniqua idea
eccitò con ragion generalmente
l'alta indignazion dell'assemblea,
e disgustò perfin la presidente;
e fu con urli quel discorso stolto,
e con gran risa e gran fischiate accolto.
Col sibilo e col grido allor si prova
l'Idra a render color più mansueti;
ma poichè il grido e il sibilo non giova,
copresi, e quei di nuovo allor stan cheti.
ma quel cerimonial vo' meglio esporvi,
e di certi lor usi al chiaro porvi.
Se a contener lo strepito e il disordine
che talor insorgea nell'assemblea,
non basta il fischio ed il gridar all'ordine,
la presidente allor coprir solea,
giusta l'occasion più o meno brutte,
tre o quattro teste, e qualche volta tutte.
Coprirne alcuna vuol? foglia di cavolo,
ivi apprestata già, sovra si mette.
nasce nell'assemblea qualche gran diavolo?
Di ricoprir allor tutte le sette
teste, a guisa d'ombrel, di pianta aquatica
con ampissima foglia era la pratica.
Come amfibia, cred'io che i sette capi
d'Idra di foglia fluvial coprisse;
ma tolga il ciel che a sostener m'incapi
ch'ella, come altri vuol, non si servisse
delle foglie larghissime di quella
pianta che musa o bananier s'appella.
Un'Idra imbacuccata, a parlar schietto,
uno spettacol era assai ridicolo;
ma comanda silenzio, impon rispetto,
e di male maggior toglie il pericolo.
L'Idra allor due o tre teste incappucciò,
e ogni frastuon nell'assemblea cessò.
A quel romor erasi scosso il Porco,
che fin allor avea dormito o in piè,
o sovra il suo sedil sdrajato e corco:
stropicciò gli occhi e dimandò: cos'è?
E il Can: chetati, Porco, io parlar vo';
e il Porco tacque ed a dormir tornò.
Sdrajati, Porco mio, sdraiati e dormi:
e oh se tanti politici tuoi pari
fosser su questo punto a te conformi,
e, in vece di trattar pubblici affari
dormisser, come tu, sonno profondo;
o quanto più saria tranquillo il mondo!