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Giovanni Battista Casti
Animali parlanti

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CANTO VIGESIMOQUARTO

 

LA CONGIURA E IL CONGRESSO

 

Una congiura si scoperse intanto,

di cui lo stesso Allocco era alla testa,

che del Gran Corvo si copria col manto,

e in breve divenir dovea funesta

ai primi attor dell'attual governo,

e tutto rovesciar l'ordine interno.

 

Della secreta trama i fili tesi

e i ricoperti insidiosi anelli

dall'austro all'aquilon s'eran distesi:

e al Corvo e al Gran Cucù gli addetti, e quelli

parte v'avean quadrupedi non pochi

ch'eran di fatto, o si fingean bizzochi;

 

inoltre tutta la volatil schiera,

perchè una tal freddezza e diffidenza

che fra uccelli e quadrupedi nat'era,

n'avea rotta la buona intelligenza;

al che tanto il Pavon che il Pappagallo

contribuì dopo l'affar del ballo.

 

Più che altri perigliosa estremamente

era la gerarchia sacerdotale

che su tutte le bestie assai potente

conservava influenza generale,

e per gli intrighi suoi molti e diversi

degli Allocchi il collegio era a temersi.

 

Da costor dei quadrupedi animali

abbatter si volea la monarchia,

e sotto podestà sacerdotali

fissar l'universal Cucucrazia

assoluta, dispotica, arbitraria,

su quanto vive in terra, in acqua, in aria.

 

Cioè che il Gran Cucù sia necessario

solo sovrano universale, eterno,

e il Corvo suo profeta e suo vicario;

ma il dritto di presiedere al governo,

dritto esclusivo, inviolabil, tocchi

unicamente ai reverendi Allocchi.

 

Così stabilir forse il duro impero,

e imposer giogo, che appellar divino,

ai popoli del gemino emisfero

il Bonzo, il Lama, il Druida, il Bramino.

Altamente così radici prese

teocrazia nell'Indico paese.

 

Si vuol che in aria di paterno offizio

il re gran prete abitator del Nilo

desse alla Lionessa il primo indizio

della congiura e ne scoprisse il filo,

come anti-Cucuista acre ed antico,

e degli Allocchi capital nemico.

 

De' Cucuisti allor le occulte trame,

e le secrete pratiche e i maneggi

si spiar nel quadrupede reame;

di sicurezza allor cessar le leggi,

e della violenza e del terrore

prese il sistema più che mai vigore.

 

E il governo, inclinevole al sospetto,

spesso della calunnia udia la voce;

e n'era il furbo e il delator protetto,

e divenia più ingiusto e più feroce;

ed all'odio privato allor si dette

aperto campo a esercitar vendette.

 

Onde in tutto il quadrupede dominio

denunzie, accuse, insidie e tradimenti

s'udian solo, e veleno ed assassinio,

ed improvvise uccision frequenti;

ragion di stato, che ragion non ode,

premiò il delitto, incoraggiò la frode.

 

Empia ragion, o d'opre infami e turpi

iniqua madre, e d'interesse figlia!

ragion che il nome di ragion deturpi,

sol te ingiustizia e crudeltà consiglia;

col tirannico piè tu i germi primi

d'onor conculchi e l'innocenza opprimi.

 

La scellerata tua, la violenta

tua man l'usurpator sul vacillante

trono, e il tiranno e l'oppressor sostenta,

la mano tua, di sangue ognor fumante,

il duro giogo all'infelice e schiava

umanità calca sul collo e aggrava.

 

Ragion che tutto ciò di che t'invogli

rapacemente invadi e te l'arroghi,

e il possessor pacifico ne spogli,

ragion che alla ragion forza surroghi;

di quanti mali, o perfida ragione,

di quai calamità non sei cagione?

 

Fin quando, o ignavi abitator del mondo,

cui nume è sol ciò che v'è ignoto e occulto,

fin quando porgerete al mostro immondo

i sacrileghi incensi e l'empio culto,

come offria sangue in sull'altar profano

a mostruoso nume il Messicano?

 

Nè mai scerner vedrovvi il ben dal male,

e il torpor vergognoso alfin pur scosso

col braccio di ragion, che assai più vale,

abbattere il terribile colosso

che sotto il peso suo sforma e sfigura

e l'ordin sociale e la natura?

 

Da quelle bestie allor ben si comprese

che ogni animale che sovran non sia,

l'altrui mancanze e fin le proprie offese

spesso perdona, e anche talor le oblia;

ma che ciò fra i sovrani è raro assai;

e si può dir che non perdonan mai.

 

Anzi a quei tempi e Lionessa e Volpe

e altri simili a lor parean gioire

in trovar e in suppor delitti e colpe

per lo piacere di poter punire;

in parole clementi, e duri in pratica,

sempr'era lor la crudeltà simpatica.

 

Ciò chiaramente dimostrar vi de'

che amabile genia, che cara razza

di ministri, di principi, di re

quella era a cui la sconsigliata e pazza

brutalità, ridotta a vil servaggio,

allor prestava obbrobrioso omaggio.

 

Ma chiaro è ancor che ad animai sovrani

applicabil soltanto è ciò ch'io dico;

e se mai prence tal fu tra gli umani,

esservi non potè che a tempo antico;

che oggi ad essi straniera è la sevizia,

e del genere uman son la delizia.

 

Molti pertanto alla congiura avendo

fra i quadrupedi sudditi aderito,

del minister l'inquisizion temendo,

di rifugiarsi presero il partito

(Per quai sentier non so) nelle lontane

contrade oltramarine americane.

 

Ed ivi in parte inospita e remota,

da nessun mai non conosciuta e vista,

la lor razza restò perfino ignota

alle ricerche del naturalista:

e in oggi sol dal perspicace Azara58

natura, nome e qualità ne impara.

 

Mentre l'opra e il pensier al grand'oggetto

tutti volgean, non stavasi a balocco,

ma presentossi in qualità d'eletto

dal sacro Corvo ambasciador l'Allocco,

e lo seguian per li più gravi affari

Cuculo ed Assiuol, suoi secretari.

 

Egli è ben natural che a prima vista,

com'estraneo illegittimo ed intruso,

dall'Idra amfibia ed anti-Cucuista

l'Allocco fosse bruscamente escluso;

essendo stati già riconosciuti

lo Struzzo e il Cigno ambasciador pennuti.

 

I cucuisti invan, per farlo ammettere,

ed altre bestie ai cucuisti addette,

in suo favor si vollero intromettere;

ferma nel detto suo l'Idra si stette;

e per quanto da lor tentata fosse,

dal proposito suo non si rimosse.

 

Poich'era già opinion prevalsa,

che occulto promotor l'Allocco sia

(O vera fosse opinione o falsa)

della sacerdotal Cucucrazia,

in cui dovrebber tutti esser fonduti

stati, governi e monarchie di bruti.

 

Onde s'er'ei riconosciuto e ammesso

ambasciador legittimo del Corbo,

comunicato avrebbe a quel congresso

di sue dottrine intolleranti il morbo,

sì per gli intrighi suoi, che de' bizzochi,

di cui trovi semenza in tutti i lochi.

 

Tutti all'Idra però plaudiron, quando

dal congresso l'Allocco escluso fu.

quei partissi cruccioso, e minacciando

l'alta indignazion del Gran Cucù;

ma degli Allocchi il credito e il potere

cominciò da quel punto a decadere.

 

Qualunque autorità, se consistenza

da interna forza e da ragion non prende,

ma sol d'ombre si pasce e d'apparenza,

e da mal ferma opinion dipende,

una volta che intoppa, urta e barcolla,

precipitevolissima tracolla.

 

Giunto della brutal Dieta il giorno,

e rettili e quadrupedi ed aligeri

si videro venir per ogni intorno,

filosofi, politici, belligeri,

o per l'aria o per mar, vie consuete,

o sulla schiena a smisurate cete.

 

Di quei mostri marin l'enorme schiera

docil prestossi al pubblico servizio

con gentilezza a pari lor straniera;

lo che potrebbe forse esser indizio

che men orgoglio avean di quel che alloggi

nel tronfio cor delle gran bestie d'oggi.

 

Fendean le placide onde in gruppi vari

vettureggiando in sulle groppe carche.

getti d'acqua spandean dall'ampie nari,

e sembravan di zattere e di barche

convogli e carovane, o galleggianti

mobili scogli ed isole natanti.

 

Da numeroso treno accompagnati,

venian con pompa e con immenso lusso

delle grandi potenze i deputati,

ov'esser debbe il grand'affar discusso;

come se d'orgoglioso, insano fasto

fossero eletti a sostener contrasto.

 

L'alta amfibia potenza ostentar vuole

l'orribil Idra: dietro si traea

bestie d'informe e mostruosa mole;

sovra immensa testuggine sedea;

lenta procede, e qual regina in soglio

seduta par sovra ambulante scoglio.

 

Mirasi al fianco suo l'Ippopotamo,

torbido, torvo estremamente e brutto;

nè la maniera ancor ben conosciamo

che usò per traversar l'ondoso flutto:

tutto per rischiarir ed avverare

molto resta alla critica da fare.

 

Dell'amfibia ambasciata il segretario,

vo' dire il Caiman,59 poscia seguia,

della cifra real depositario

e direttor della cancelleria:

nè vaglion gli atti pubblici se, in guisa

di sanzion, ei non v'apponga il visa.

 

Lion marini han seco e Cani ed Orse

che ora abitan sul suolo, ora nell'onde,

e le zannute, spaventose Morse,

che del freddo Groenland presso alle sponde,

o sdraiate si stanno in sull'arena

alle foci dell'Oby ovver del Lena.

 

Poscia amfibie venian bestie non poche

con mite aspetto e dolci cantilene,

che dai moderni autor s'appellan Foche

e i greci vati le chiamar Sirene:

sirena in sè due specie accoppia e mesce:

donna dal mezzo in su, termina in pesce.

 

Dopo il tren dell'amfibia presidenza

la Lionina ambasceria procede,

cui per tal funzion la precedenza

l'universal brutalità concede:

e dal Caval la Volpe accompagnata,

alla testa sen vien dell'ambasciata.

 

Seguiti eran color da bestie a stuoli,

che preziose hanno le pelli e i peli,

ed Orsi bianchi, che fin sotto ai poli

han lor soggiorno, e vivono sui geli,

e Volpi nere da lontan venute,

da Kamtchatka e dall'isole Aleute.

 

Poi la cieca venia Talpa archivista

che guidar si facea da un Ermellino,

perchè di già perduta avea la vista;

e a sostener il dritto lionino

codici reca e scritti ranci ed atti,

e documenti dall'archivio tratti.

 

Seguian poscia animai di strana razza,

faine e sanguisughe e Piche e Arpie,

garruli alunni di discordia pazza,

e figli d'avidissime genie,

causidici, notai, criminalisti,

civilisti, statisti e pubblicisti.

 

Brune minute foglie insiem conteste

della micidial lugubre pianta

che noi tasso appelliam, specie di veste

forman, che il dosso lor copre ed ammanta,

da cui dovetter poi l'origin trarre

le magistrali toghe e le zimarre.

 

Di costoro alla testa era il Vampiro,60

pria finanzier, procurator poi regio,

esperto in tesser cabala o raggiro,

intrigator e succiator egregio,

oltramarin quadrupede volante,

a grosso nottolon rassomigliante.

 

Egli è animal malefico, deforme,

che lieve il sangue attrae lambendo e sugge

al malaccorto American che dorme

e che nol sente, e lo dissangua e strugge;

onde chi 'l portentoso in tutto vede,

di sangue succiator spettro lo crede.

 

Aggiungerò, per non lasciar dubbiosa

alcuna parte della storia mia,

essermi noto che la stessa cosa

si crede da talun Vampiro e Arpia;

ma sia pur o non sia la bestia istessa,

ch'ella è bestia legal sol c'interessa.

 

Per la vittoria baldanzoso e ardito

seguiva poscia il deputato Cane,

corteggiato dai Can del suo partito,

che di palma e d'allor portan collane;

e in mezzo a tanti Can padre somiglia

della canina universal famiglia.

 

Seco è il Porco, lotoso e sonnolento,

da quattro o cinque majalin seguito:

vien svogliato, grugnando e a passo lento;

e tutti, nel passar, segnando a dito

un animal sì stupido e sì sporco,

To! to! diceano ambasciadore un Porco!

 

Ma spiegaron più splendidi equipaggi

gli ambasciador volatili Aquilini;

venti ciascun di loro avea per paggi

rarissimi, bellissimi uccellini;

che, com'è scritto in certi arcani libri,

eran di quei che or noi chiamiam Colibri.

 

Poi superbo venia stuolo d'uccelli,

che uccelli or detti son di paradiso;

le ricchissime code, i vari e belli

colori ammira di piacer conquiso

lo spettator, e con gran plauso e lode,

Che code! ripetea che belle code!

 

L'aer di vari augelli appresso a loro

eletto stuol placidamente fende,

cui pinto di color azzurro e d'oro

il dorso e il collo in faccia al sol risplende.

di lor piume fan pompa, e in sulle teste

brillan le nappe e le incarnate creste.

 

Quanto inoltre di estraneo e di magnifico

Asia, Africa ed America produce,

e dall'isole a noi del mar Pacifico

l'europeo navigator conduce,

per l'aer gorgheggiando in vari modi

della regina lor cantan le lodi.

 

Poscia venian gli ambasciador del Drago,

mansueti in sembianza e compiacenti,

con rilucente squama e color vago;

ma dietro si traean fieri serpenti

di terribil figura e spaventosa,

che l'occhio senza orror fissar non osa.

 

A quel corteggio formidabil tetro,

che a rimirarlo intimorisce e attrista,

volgon gli spettator lo sguardo indietro,

che non ne posson sofferir la vista:

sibilan quegli, e colle teste erette

radon celeri il suol come saette.

 

Forse così gli ambasciador moderni

mostransi in volto dolci e lusinghieri,

e officiosi in tutti gli atti esterni;

ma i lor guardaporton, servi e cocchieri

han feroce sembianza e lunghi baffi

e guardo fier, che sembran sgherri e zaffi.

 

Come in Corte per lusso i gran sovrani

soglion talor, pur anche ai tempi nostri,

e gobbi e storpi aver, giganti e nani;

così quei deputati un stuol di mostri

seguia, serpi a due code o colle creste,

Lioni alati ed Aquile a due teste.

 

Anzi d'allora in poi principi e regi

presero mostri e aborti di natura

per loro emblemi e gentilizi fregi;

e ciò vie più ci prova e ci assicura

che agli uomini fur sempre gli animali

prototipi e maestri universali.

 

Siccome oltre di ciò tutti costoro

non s'esprimean in un linguaggio stesso,

nè si potean comunicar tra loro

le reciproche idee, traeansi appresso

dragomanni in più lingue esperti e pratici,

come oggi gli Africani e gli Asiatici.

 

Or che diceste, o miseri animali,

quando aprirsi una pubblica assemblea

vedeste per dar fine a tanti mali,

che diceste in veder che sen facea

un teatro di lusso, ove alla doppia

astuzia, orgoglio e vanità s'accoppia?

 

Pur l'insensato ed insultante orgoglio,

le vanità nauseanti, esose

guardar con occhio indifferente io voglio,

purchè alfin alcun nasca ordin di cose

che stabilmente per li dì futuri

la tranquillità pubblica assicuri.

 

Ah ch'io preveggo ben, bestie infelici,

che ad inutili forme e insulso fasto

tutto il congresso vostro e ad artifici

sol ridurrassi, e a dispute e contrasto

per un più o men di pascolo o di terra,

spesso cagion d'interminabil guerra.

 

D'una Volpe o d'un Can l'ambizione,

o di un qualche Lion l'util privato,

e non già la giustizia e la ragione,

non il vero e real ben dello stato,

di solenne assemblea l'oggetto forma

e ai ministri politici dà norma.

 

Se fissata però veder sperasti

la tua tranquillità su ferme basi,

cara brutalità, tu t'ingannasti;

che anzi, come avvenir suole in tai casi,

(E la costante esperienza temi)

si getteran di nuove guerre i semi.

 

Ma stiamo ad osservar lo strepitoso

spettacolo che a tutti gli animali

procurar pur dovria stabil riposo,

e la cessazion di tanti mali;

e vediam se quant'io dissi in astratto,

o son vaneggiamenti, o accade in fatto.

 

Dei spettator la moltitudin varia,

colà adunata fin dal giorno innanti,

fea risuonar la terra, il fiume e l'aria

di consonanze armoniche e di canti;

che in tai casi non mancano balocchi

e curiosi e sfaccendati e sciocchi.

 

Figuratevi or qui le bestie tutte

di conosciuta e sconosciuta sorte

da ogni confin del mondo insiem ridutte;

ditemi poi se Utrecht, Munster, Francforte,

Ratisbona, Rastadt, Breda, Aquisgrana,

pompa videro mai sì grande e strana.

 

Delle bestie così tutte le schiatte

il Bacco scrittural chiuse nell'arca,

quando s'aprir del ciel le cataratte;

e bello era il veder quel patriarca

seder di tante bestie alla presenza,

col pel, con piume e colle corna e senza.

 

Bello anch'era il vederlo infra i concenti

di strane bestie sì diverse e tante,

aligeri, quadrupedi, serpenti

per le vaste acque dentro il galleggiante

universal serraglio animalesco

sovra i sommersi monti irsene al fresco.

 

I deputati poi delle potenze,

conforme in casi tali è sempre l'uso,

verificar le lor plenipotenze

per accertarsi se fra loro intruso

si fosse, per malizia o per errore

illegittimo e spurio ambasciadore.

 

Nel più distinto posto alfin s'assetta

l'un e l'altro terraqueo legato;

e con tutto il rigor dell'etichetta

per ordin siede ogni altro deputato;

e dietro e intorno stassi il popolaccio

e quei che solo servono d'impaccio.

 

Prima però che al convenevol loco

porsi ciascun ambasciador potesse,

molto sudar convenne, e mancò poco,

che romper l'assemblea non si dovesse,

per frivole, inettissime ragioni

prima di cominciar le sessioni.

 

Che ciascun, per ridicola mania

sparsasi in ogni animalesca classe,

talmente di sua stirpe insuperbia,

che non v'era Moscin che non pensasse

più nobiltà di sangue avere addosso

che qualunque animal più grande e grosso.

 

Nè potendosi aver pronti e presenti

d'ogni animal sui nobili antenati

i chirografi antichi e i documenti,

si convenne che fossero assegnati

i primi ranghi agli animai maggiori

delle più forti bestie ambasciadori.

 

L'Idra primiera allor la bocca aperse...

cioè... non so se una n'aperse o sette,

che la critica il ver non discoperse,

e il fatto ancora in disputa si mette;

ma ch'una bocca o sette bocche aprisse,

incominciando, aprì il congresso e disse:

 

Il nostro venerabil Coccodrillo,

padre comun di tutti gli animali,

desideroso di veder tranquillo

il mondo tutto, e un fin ponendo ai mali,

renderlo lieto e torgli ogni molestia,

manda pace e salute ad ogni bestia.

 

Per impulso di sua misericordia,

e di sua natural bontà paterna,

per mio mezzo v'esorta alla concordia

e alla scambievol carità fraterna;

che se ingrato talun non vorrà i sui

consigli udir, avralla a far con lui.

 

Fama è che fra le bestie anticamente

questo per terminar le questioni

fosse lo stil d'un mediator potente:

ordini pronunziava, e non ragioni;

e se l'assenso il debol non prestava,

il forte mediator se lo pappava.

 

Tramanda l'Ippopotamo una voce

che par di bue che mugghia in vasto speco,

un urlo cupo, un fremito feroce,

di pace anch'esso approvator; e seco

tutti al savio applaudir concordemente

discorso dell'amfibia presidente.

 

Confuso intanto sussurrio loquace

sollevossi nel popolo minuto:

L'Idra dicean pace propor? di pace

l'Idra parlar? chi mai l'avria creduto!

Ma taluno al vicin dice all'orecchie:

Queste in diplomazia son cose vecchie.

 

Spesso pace propon chi men la vuole,

e il veleno nel cor ricopre e il fiele

sotto corteccia di dolci parole

che sembran distillar zucchero e mele;

e così rigettar sul conto altrui

tenta l'odiosità dovuta a lui.

 

Il padre Coccodrillo un altro aggiunge

una gran buona bestia egli esser dee;

Pur de' sudditi suoi, l'altro soggiunge,

delle carni si pasce, il sangue bee.

E chi sulle virtù ritrova a dire,

e chi sui vizi dell'amfibio sire.

 

Allor l'Idra riprese: in ricompensa

di quanto a pro comun far si compiace

del Coccodrillo la bontade immensa

per richiamar fra gli animai la pace,

giusto è che tutta l'assemblea presente

di gratitudin dia prova eminente.

 

Perciò propongo per preliminare

che tutti i commestibili ed i cibi

lungo i fiumi, appo i laghi e presso al mare,

pel padre Coccodrillo e per gli amfibi,

con decreto concorde e decisivo

sian dichiarati pascolo esclusivo.

 

Or chiaro vede ben chi non è orbo

dicea talun fra se per qual ragione

non s'accettò l'ambasciador del Corbo:

il Coccodrillo solo esser padrone

volle dell'assemblea; perciò ha mandati

questo pajo gentil di deputati.

 

Or dicea talun altro, or si comprende

ove tanta bontà vada a finire,

ed a qual fin tanta premura tende.

Ma l'Idra allor seguia, crucciosa, a dire:

O mi s'accordi la domanda mia,

o sciolgo l'adunanza, e vado via.

 

Onde ammetter compenso o rimostranza

non volle, ed impiegò quell'insistenza

che, adoprata col debole, è costanza,

col forte, è ostinatezza ed insolenza;

e deboli chiam'io quei che non sanno

saggio far uso della forza che hanno.

 

Ma siccome in quei tempi si credea

che ogni adunanza pubblica o congresso,

se il Coccodrillo non vi presedea

o per li suoi legati o da se stesso,

delle formalità fosse mancante,

nè forza avesse e autorità bastante;

 

perciò tutti si tacquero, e si fe'

quanto l'Idra richiese, e come piacque

al comun padre, sacerdote e re,

che sulla terra domina e sull'acque,

che bel bello così di quando in quando

dominio e potestà gia dilatando.

 

Ambasciadrice della Lionessa

allora in piè la Volpe si levò,

il dritto di parlar toccando ad essa,

e l'Idra e l'Ippopotamo lodò;

quindi esaltò l'intenzioni pure

del Coccodrillo, e le paterne cure.

 

Poi fe' l'elogio della sua padrona:

Giusto è disse che a lei si garantisca

del quadrupede impero la corona;

poichè, dove trovar chi più adempisca

religiosamente i dover regi?

In chi si vider mai più eccelsi pregi?

 

Della mia graziosissima regina

le alte doti ignorar non è permesso;

perciò nella famiglia Lionina

il general quadrupede consesso

ammirò qualità sì grandi e tante,

che creolla famiglia dominante.

 

E allor grazie spandendo e benefici

nel fausto tempo della sua reggenza,

rese tutti i quadrupedi felici,

moderato uso fe' di sua potenza...

Ma l'oratrice interrompendo intanto

il Can; non tanto ripetea, non tanto.

 

Mille allor si levar confuse voci,

chi 'n favor della Volpe, e chi del Cane;

e di già minacciosi atti feroci,

e arcigne si vedean sembianze strane.

ma l'Idra, che impedir vuole il disordine,

drizza le teste, e all'ordin, grida, all'ordine.

 

Al fier comando, al formidabil fischio

umil ciascun bassò la testa e tacque;

e per allor della contesa il rischio

fra i due rival cessò, ma poi rinacque,

ch'eran la Volpe e il Can nemici a morte

per gelosia di minister, di Corte.

 

È il Can più petulante e temerario,

la Volpe più versatile e più furba,

onde all'aperto ardir dell'avversario

oppon l'ascosa insidia, e non si turba;

nè Roma poscia nè il romano imperio

tanta simulazion vide in Tiberio.

 

Insomma eran due celebri animali

in ripieghi ciascun profondo e scaltro,

e pien di qualità ministeriali;

ma se sceglier dovessi o l'uno o l'altro,

niun dubbio nella scelta a me rimane:

lascio stare la Volpe, e prendo il Cane.

 

Essendo dunque il Can grand'oratore

e riputato per bestia saputa,

filosofo, politico ed autore,

contro di lui perciò la Volpe astuta

le sue maliziose arti diresse,

e proseguendo, in guisa tal s'espresse:

 

Che se dal dì che il poter sommo ottenne,

tracotante mania per isfortuna

il pubblico riposo a turbar venne,

grande e sola ragion che qui ci aduna,

imputar non si dee cotal sinistro

alla saggia Reggente od al ministro.

 

Imputar dessi alle perverse insane

massime ree di quei filosofastri

che tentano introdur dottrine strane

propagatrici dei più gran disastri;

e i popoli, che pria fur mansueti,

rendono turbolenti ed inquieti.

 

Che se regno pacifico e tranquillo

mantener vuolsi, e pien di schiavi egregi,

progetto di decreto al Coccodrillo

propongo, che ai sovrani ordini regi

si sottometta ogni fedel bestiame

senza replica alcuna e senza esame.

 

Dessi anche alla licenza un freno porre,

e al petulante ardir dei gazzettieri,

che osan riflessi e fatti veri esporre

per l'inetta ragion, perchè son veri;

nudo il ver non convien che il volgo veda,

ma creda ver ciò che vogliam ch'ei creda.

 

Di costor la veridica impudenza

di subordinazion gli anelli rompe,

fomenta del pensier l'indipendenza,

e lo spirito pubblico corrompe;

chè se in governi error si scopre o vizio,

cade tutto il politico edifizio.

 

V'è la Gazzera sol, che qual modello

dei gazzettier considerar si debbe,

ed altro stile, altro mai fin che quello

che aver si dee da un gazzettier, non ebbe;

sempre i racconti in bella guisa aggira,

sempre in favor del minister li tira.

 

Quel volpigno però tratto oratorio

non andò già dalle censure immune;

e chiara a ciaschedun dell'uditorio

e delle affollatissime tribune

disapprovazion scorgeasi in faccia;

ma prosegue colei, nè se ne impaccia.

 

E acciò sicuro e facile s'ottenga

di felicità pubblica un preludio,

a tutti gli animai vietata venga

qualunque istruzion, qualunque studio;

e tolta alfin la letteraria scabbia,

di filosofeggiar cessi la rabbia.

 

Ora se la fatal saccenteria

in general degli animai privati

di tanti mali è la cagion, che fia,

o miei colleghi, ah, che fia mai dei stati,

se ministro filosofo pretende

regolar le politiche faccende!

 

L'evidenza mostrò che ad uno stato

nulla puote accader di più sinistro

che filosofo aver o letterato

degli affari alla testa e per ministro;

tutto sossopra pon, tutto scombussola,

e del ben governar perde la bussola.

 

Per governar gli stati altro vi vuole

che sistemi chimerici ed astratti,

sonore frasi e tumide parole;

sperienza vi vuol, vi voglion fatti;

e chi lunga non ha pratica ed uso

dai ministeri esser dee sempre escluso.

 

Io pur anche talvolta ai studi attesi

per passatempo e per piacer privato;

ma i studi miei subordinati io resi

alle regnanti massime di stato;

studi di Volpe ognor son puri e sani,

e da lue filosofica lontani.

 

E persuasa io son che non men s'abbia

dagli stati a estirpar filosofia,

che da corpo animal vermini o scabbia

o infezion la più maligna e ria;

che, come n'ebbi esperienza piena,

filosofia nei stati è una cancrena.

 

E poichè l'ignoranza e gl'ignoranti

sempre fur, saran sempre e sempre sono

della quiete pubblica i garanti

e i sostegni più stabili del trono,

dai prenci, finchè avranno oncia di senno,

questi onorar, questi premiar si denno.

 

Anzi, se adottar vuolsi il mio parere,

non sol dovrassi promulgar divieto

contro l'instruzion, contro il sapere;

ma con solenne pubblico decreto

onori e premi e cariche dovranno

distribuirsi al più ignorante ogni anno.

 

Ahi, Volpe rea! dunque su schiava e losca

massa di bruti dominar tu brami,

onde l'iniquità neppur conosca

delle massime tue malvagie, infami?

E la luce del ciel, che tu detesti,

tuffar dentro le tenebre vorresti?

 

Dunque per fomentar la violenta

oppression che infama i tuoi tiranni,

e quell'ambizion che ti tormenta,

alla barbarie stupida condanni,

all'error sempiterno ed al profondo

bujo fatal dell'ignoranza il mondo?

 

Ma compresso piuttosto in chiuso loco,

che il passaggio non s'apra impedirai

e non iscoppi e non si spanda il foco,

pria che del ver soffoghi e spenga i rai,

e i sacri dritti di natura estingua

empio comando o menzognera lingua.

 

Di giustizia e ragion forza natia

agli eterni doveri obbliga e lega

lo schiavo vil che li neglige e oblia,

come l'altier che li conculca e nega,

che impressa in lor ne portan tutti, ad onta

del pregiudizio universal, l'impronta.

 

O di felicità sorgente pura,

Filosofia, del ciel dono verace,

so quanto te deturpa e disfigura

l'umana passion fervida, audace,

so che del nome tuo l'errore abusa,

e te del fallo altrui calunnia accusa.

 

Ah se te dal delitto e dagli errori

purgar potessi, e da non tuoi difetti,

e pura e schietta infonderti nei cuori,

e te fissa piantar nei gabinetti,

ne' pubblici licei, ne' santuari,

sui sogli della terra e sugli altari!

 

L'usurpator e l'oppressor, che il lume

dell'ingiustizia scopritor paventa,

e sostener l'antico error presume

che il folle orgoglio e il fasto suo sostenta,

protegge sol l'opinion fallace,

e l'ignoranza vil che soffre e tace.

 

Dunque perchè man rea la face ardente

scuote e incendia talor borgo o cittade,

o argin rompe di tumido torrente

per sommerger pastori, armenti e biade,

non dovran sulla terra aver più loco

gli elementi di vita, e l'acqua e il foco?

 

Malfermo e ingiusto ognor fu quel governo

ch'ebbe ignoranza e schiavitù per base,

e resse sol finchè suo vizio interno

ignorato o celato altrui rimase;

Ragion l'abbatte alfin, siccome suole

gli aerei dissipar fantasmi il sole.

 

Ma fin d'allor vedea la Volpe ria,

come lo veggion i tiranni anche oggi,

che colla verità la tirannia

possibil mai non è che insieme alloggi;

e dei tiranni al trono ognor l'accesso

pel filosofo è chiuso e per l'oppresso.

 

Il dispotismo è un mostro fier che nasce

nel cupo sen delle tartaree grotte;

nell'ombra vive sol, d'ombre si pasce,

e condannato è a sempiterna notte;

e se vien mai tratto alla luce, o muore,

ovver colpito è da mortal torpore.

 

Della Volpe la strana iniqua idea

eccitò con ragion generalmente

l'alta indignazion dell'assemblea,

e disgustò perfin la presidente;

e fu con urli quel discorso stolto,

e con gran risa e gran fischiate accolto.

 

Col sibilo e col grido allor si prova

l'Idra a render color più mansueti;

ma poichè il grido e il sibilo non giova,

copresi, e quei di nuovo allor stan cheti.

ma quel cerimonial vo' meglio esporvi,

e di certi lor usi al chiaro porvi.

 

Se a contener lo strepito e il disordine

che talor insorgea nell'assemblea,

non basta il fischio ed il gridar all'ordine,

la presidente allor coprir solea,

giusta l'occasion più o meno brutte,

tre o quattro teste, e qualche volta tutte.

 

Coprirne alcuna vuol? foglia di cavolo,

ivi apprestata già, sovra si mette.

nasce nell'assemblea qualche gran diavolo?

Di ricoprir allor tutte le sette

teste, a guisa d'ombrel, di pianta aquatica

con ampissima foglia era la pratica.

 

Come amfibia, cred'io che i sette capi

d'Idra di foglia fluvial coprisse;

ma tolga il ciel che a sostener m'incapi

ch'ella, come altri vuol, non si servisse

delle foglie larghissime di quella

pianta che musa o bananier s'appella.

 

Un'Idra imbacuccata, a parlar schietto,

uno spettacol era assai ridicolo;

ma comanda silenzio, impon rispetto,

e di male maggior toglie il pericolo.

L'Idra allor due o tre teste incappucciò,

e ogni frastuon nell'assemblea cessò.

 

A quel romor erasi scosso il Porco,

che fin allor avea dormito o in piè,

o sovra il suo sedil sdrajato e corco:

stropicciò gli occhi e dimandò: cos'è?

E il Can: chetati, Porco, io parlar vo';

e il Porco tacque ed a dormir tornò.

 

Sdrajati, Porco mio, sdraiati e dormi:

e oh se tanti politici tuoi pari

fosser su questo punto a te conformi,

e, in vece di trattar pubblici affari

dormisser, come tu, sonno profondo;

o quanto più saria tranquillo il mondo!

 

 

 




58 Don Felice d'Azara, accuratissimo ed instancabile naturalista, nel soggiorno di 25 anni ch'egli ha fatto nell'America meridionale, per via d'assidue ricerche, ha aricchita di nuove interessanti scoperte la storia naturale; e di quella specialmente di diverse specie di quadrupedi finora affatto sconosciuti. E ch'egli nell'imminente suo ritorno in Europa si propone di far conoscere al pubblico in una storia dei quadrupedi del Paraguai, di cui è già stato pubblicato un saggio.



59 Caiman si denomina il Coccodcrillo americano, molto somigliante al Coccodrillo del Nilo, e differenti ambedue dalla specie de' Coccodrilli delle parti meridionali dell'Asia, detti Gavial, che hanno il muso molto più allungato. I moderni natutalisti parlano anche d'un'altra speciemdi più piccoli Coccodrilli che trovansi in Africa.



60 Linnæus, Hist. Nat. edit. 10, p. 31. La Condamine, Voyage de la rivière des Amazones, Paris 1745, p. 171; Petrus Martyr Ocean, doc. 3 lib. 6. Lumilla, Hist. Nat. D'Orenoque; Dull e Buffon.






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