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- Poesia della rottura delle scatole
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È un gran romper di scatole
per tutto quanto il mondo!
Se tu vuoi pieno il tondo,
se appena vuoi mangiar,
in quest'era di tessere
e di bistecche magre,
di salse lunghe ed agre
di pesce scarso e car,
sforza, se l'hai, la provvida
scatola alimentare
e al desco non pensare
quello che ti costò.
Dentro, del commestibile
ci trovi, e vi si arrangia,
fin quel che non si mangia!
Si fa quel che si può.
Ahi, quanti gatti ed asini
fuor di circolazione
li trovi a colazione
in forma di beefsteak!
E pipistrelli anonimi,
sotto i tuoi denti ingordi,
si fan passar per tordi,
e del plus ultra il nec,
solo perché si annidano
dentro la scatoletta
munita d'etichetta
con nomi in forestier,
e il grasso pizzicagnolo
bastò già a farti pago
dicendoti: – Chicago,
ottima, un pranzo inter!
O scrigni gastronomici,
scatole dove in sonno
serbansi il bove, il tonno
(chiamiamoli cosí!)
ed il salmone roseo,
la lingua di vitello,
la trifola, il pisello,
l'allodola in salmí,
voi, dove si concentrano
ciò che la terra e il mare
offrono da mangiare
all'appetito uman;
che adescate (garrule
di tinte, fregi ed ori)
la fame che sta fuori,
e a voi tende la man.
Oh, dite, spiace agli ospiti
vostri, che lor si rompa
con voi, lor sonno, e a pompa
si succhi l'intestin?!
O scatole! A noi uomini
quante si rompon pure!
Rompiscatolature
oh, immense e senza fin!
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