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Andrea da Barberino
I reali di Francia

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Capitolo XLII.

Come fu fatta triegua per tre mesi; e la campagna fu sgombrata de' morti.

 

Lo re Danebruno fece raccozzare tutto suo campo insieme, e fece venire a sé tutti i re ch'erano campati, e i morti furono portati la maggiore parte al padiglione del re Danebruno, almeno i re. Fuvvi prima portato soldano di Mech, Galafro di Poiana, Darchino lo Bruno, Brancadoro da' monti Caifas, Giliafro di Centulia, Misperio di Scondia, Piliagi di Saragonia, Anacor di Numidia, Sagramonte di Ragona, Arbacail d'Arabia, Lionagi d'India, Alcidron di Panonia, Adrimon d'Arcimenia, Artifon di Rambania, l'amostante di Cordoa; e fu detta la scura morte e strazio che fu fatto d'Arcaro per la morte d'uno altro cristiano. Per la morte di questi diecesette signori tutta l'oste era impaurita; e ognuno favellava del cavaliere nero, il quale era quello che manteneva e' cristiani e divorava e' saraini. Allora el soldano Danebruno, mandato via i morti, si ristrinse col re Balante e col re Galerano e con Giliarco di Media e con Balugante di Scondia e con l'amostante di Persia e con Rubinetto di Ruscia e col re Canador d'Ungheria e con l'arcalif di Mech, papa de' saraini, fratello del soldano di Mech ch'era morto. E in quello di questi signori diliberarono di mandare ambasciadori a Gostantino e a Fiovo a dimandare triegua, tanto ch'e' morti si sopellissino, e se si potessi, tanto che i feriti guarissino; e fu eletto Balante di Balda ambasciadore, ch'era giovane savio e ardito. E la mattina, come apparve il giorno, Balante con quello ordine che bisognava come mandato si movesse, cavalcò verso Roma sanza arme, con due famigli inanzi con rami d'ulivo in mano; e quando giunsono al l'avantiguardia de' cristiani, Riccieri si fece loro incontro, e sentita la loro domanda, venne con Balante insino al padiglione di Fiovo, a cui Balante fece sua ambasciata in presenza del re di Buemmia e del re d'Inghilterra e di Salardo e di Giambarone e di Riccieri. Fiovo mandò per Gostantino a Roma; e dopo molti parlamenti si fece tregua per tre mesi, veramente che, finita la triegua, non si assalisse l'uno l'altro, se prima non si mandasse a disfidare la contraria parte tre giorni inanzi; e che, mentre la triegua durava, si potesse andare e venire ogni persona per mare e per terra sicuramente; e che il campo de' saraini si dovessi accampare tutto da Roma in giú verso il mare, e non dovessino predare, mentre che durava la triegua, alcuna cosa altro che strame; e che nessuna terra di cristiani vietassi il passo a' saraini, né terra di saraini non vietassi il passo a nessuna gente de' cristiani. E fu di patto che diecimila cristiani dovessino cercare per lo campo e cavarne tutti e' corpi de' cristiani, acciò che avessino sepoltura, e che i saraini nonne spogliassino e' corpi de' cristiani morti; e cosí diecimila di loro rigovernassino e' corpi de' saraini. Ma quando fu data la licenza d'andare pe' corpi, v'andarono piú di trentamila femine. Balante tornò al soldano, che ne fu molto allegro, e subito levò il campo, e di sotto a Roma s'accamporono; e trovorono che in questi quattro giorni erano morti trentadue re di corona e dugentotrenta migliaia di saraini, sanza e' feriti ch'erano nel campo, e' prenzipi e' signori ch'erano piú di trecento. Molti de' morti re mandarono via, e molti n'arsono; e in pochi giorni furono tutti consumati e' corpi morti, perché non corrompessino l'aria. E il re Danebruno mandò per tutta Sarainia domandando soccorso, e presto, significando la battaglia e la triegua ch'era fatta. Fiovo fece sopellire e' corpi piú degni a grande onore, e tutta la campagna fu sgombra de' corpi morti cristiani e dato a tutti sepoltura; e trovarono e' cristiani essere morti in questi quattro giorni settantacinque migliaia di cristiani e trentadue signori. Fiovo fece attendere a' feriti e medicargli; e Salardo mandò il corpo di suo padre in Brettagna. Fiovo ordinò di mandare per soccorso dove piú speranza aveva; prima a' figliuoli in Francia, e poi nella Magna e in Inghilterra e in Lombardia. E da ogni parte si sforzò d'avere vettuvaglia per mare e per terra, per fornire Roma [e] per essere di quello che bisognava fornito. Ed ebbe grande soccorso al tempo, come dirá la storia.




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