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Andrea da Barberino
I reali di Francia

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Capitolo XLVII.

Come Riccieri vinse il torniamento a Tunizi, isconosciuto.

 

Ragunata a Tunizi la grande baronia, lo re Achirro faceva grande festa; e dato l'ordine al della prima giostra, venne in su 'l campo Pirrafo e Anfimenio di Grecia. Feciono grande prodezze abattendo molti armati; poi giunse in campo Giliarton di Bellamarina e Aliachin di Granata e Minapal lo Moro; e poco istante giunse Arcimenio di Damasco. Ora quivi si vedeva cavalieri traboccare e cadere. In questo entrò in su la piazza Basirocco, fratello d'Arcaro. El primo ch'egli abatté fu Pirrafo e Anfimenio di Tessaglia, e molti altri apresso. E abatté Minapal e Aliachin e Giliarton e molti altri signori. In questo punto Riccieri in questo modo s'armò. Fegra aveva ordinato, per certi luoghi occulti che erano in torno al palagio, la tornata di Riccieri; e dove Acail lo dovesse armare, e in quello luogo tornarsi a disarmare. E in questo luogo s'armò per mano del famiglio, e venne in piazza tutto vestito di bianco; e nella giunta abatté due cavalieri di quegli di Basirocco, e non abbandonava sua lancia. Allora gli andò incontro Minapal; Riccieri lo gittò per terra, e abattè Giliarton e Aliachin e molti signori, e di nuovo abatté quattro cavalieri turchi. Per questo Basirocco turbato gli andò incontro, e dieronsi due grandi colpi. Basirocco ruppe la sua lancia, e 'l cavallo di Riccieri s'inginocchiò; ma quello di Basirocco andò per terra, cioè cadde, e Basirocco si trovò a terra dell'arcione. Ognuno si maravigliò dicendo: «Chi può essere il cavaliere vestito a bianco?» E Riccieri, giunto in capo del corso, gridava: «All'altro!»; e abatté Arcimenio e Pirrafo e Anfimenio e quanti incontro gli andavano. Basirocco se n'andò alla sua stanza, e mutò sopravesta e cavallo, e ritornò in piazza, e andò contro a Riccieri, e dieronsi delle lance per gran forza, che Riccieri si piegò; ma Riccieri diede a lui grande il colpo, che ruppe cinghie e pettorali, e Basirocco cadde per terra. E rimontò bestemmiando gl'iddei, e ritornossi alla sua stanza, e un'altra volta mutò sopravesta, e disse a' suo' cavalieri che si armassino, «e se quello cavaliere bianco m'abatte un'altra volta, gli correte a dosso, e trovate modo che egli muoia». E con dugento cavalieri armati tornava in piazza. Ma uno di questi cavalieri, favellando col famiglio di Fegra, detto Acail, gli disse come Basirocco aveva loro fatto comandamento che uccidessino quello cavaliere bianco. Quando Acail udí questo, fece vista di non se ne curare; e partito da costui, inanzi che Basirocco giugnesse in piazza, n'andò a Fegra, e ogni cosa le disse. Ed ella mandò a dire a' sonatori, come Basirocco ará fatto colpo col bianco cavaliere, subito sonassino gli stormenti a finita giostra; e disse ad Achirro, suo fratello, che mandasse in piazza che romore non si facesse; e furono mandati molti gentili uomini a provedere con molti armati. E come Basirocco giunse in piazza, n'andò contro a Riccieri; e due grandi colpi si donarono, per modo che Basirocco cadde ancora egli e 'l cavallo. E presto gli stormenti sonarono; ma Basirocco furioso rimontò a cavallo, e cavò fuori la spada, e corse verso Riccieri gridando: «Per le mie mani morrai!» Quando Riccieri lo vide, misse mano alla spada sua, e contro a lui si volse. E' cavalieri di Basirocco gli correvano a dosso; ma pure Basirocco e Riccieri si percossono e tagliaronsi parte degli scudi; ma tanti furono e' cavalieri della corte del re Achirro, che fu fatto tirare a dietro ognuno; e le trombette suonarono. Per questo Riccieri uscí dalla piazza, e tornò dove l'ordine era dato; e serrato l'uscio, si disarmò, e presto si rivestí, e lasciò Acail a governare el cavallo e l'arme; ed egli andò a Fegra. Ed ella lo menò nella sua camera, e quanto ella potè, gli fece grande onore segretamente, dicendogli: «O signore mio, non è niente la tua nominanza a rispetto della tua propia veritá». E non si poteva ella saziare di guatarlo, e mille anni le pareva d'andare con lui. E il re faceva cercare di questo cavaliere bianco, e non si poteva trovare; e Fegra diceva che al tutto ella non voleva altro marito che quello che aveva vinto el torniamento, povero o ricco che egli si sia. E passando cosí certi giorni, Riccieri dava ordine di partirsi con Fegra e con questo famiglio; e ordinato una notte di partire, la sera missono per fermo e per certo la partenza, e mandarono l'altro il famiglio a torre una nave; e cosí andò a torre a nolo una nave per la notte vegnente.




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