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Andrea da Barberino I reali di Francia IntraText CT - Lettura del testo |
Stando Riccieri a vedere la cittá d'Alfea, cercando in che modo potesse andare a Roma, e non si palesava a persona, intervenne, come piacque a Dio, che uno capitano, signore d'una cittá di Lombardia, che aveva nome Folicardo (la cittá sua si chiamava Marmora, oggi si chiama Verona, e apresso a questa teneva molte altre cittá), questo Folicardo, richiesto da Danebruno e dagli altri infedeli che andasse a Roma contro a Gostantino, s'era mosso di Lombardia con quindici migliaia di saraini, e andava verso Roma; e passò le montagne verso Luni, e giunto in sul terreno d'Alfea, la sua gente cominciarono a rubare e a fare gran danno. Il romore venne alla cittá; e per questo tutta la cittá corse all'arme; e levato tutto il popolo a romore, uscivano della terra per andare a combattere con questi Marmori. Vedendo Riccieri questo romore, domandò certi della cagione; e fugli detto come uno capitano di Marmora passava, e il danno ch'egli faceva. Disse Riccieri: «Come ha nome quello capitano?». Fugli detto: «Ha nome Folicardo, ed è uno fiero uomo». Alcuno cittadino disse: «Voi ci parete uno gentile uomo e d'assai in fatti d'arme. Piacciavi di pigliare arme in aiuto di questa cittá e per gli iddei voi ne sarete meritato e onorato, e verretene in grande fama e pregio». Per queste parole Riccieri s'armò, egli e 'l famiglio, e con certi onorevoli cittadini d'Alfea uscí fuori della cittá drieto al popolo, che su per la riva d'Arno n'andavano. E a pie' d'uno monte di lá dal fiume Arno, verso Luni, era accampata la gente di Folicardo, signora di Marmora e di Vicenzia e di Patuffia e di Trevi e di Carmona e di Mantova e di Brescia e di molte altre cittá, ed era mortale nimico di Gostantino. Nel tempo di costui era una cittá in sul mare Adriano molto bella, detta Malamoco, la quale ebbe principio da Antenore troiano, il quale tradí Troia la grande.