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Andrea da Barberino
I reali di Francia

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Capitolo LV.

Come la battaglia si cominciò, nella quale dopo molti avvenimenti

della battaglia Fiovo uccise Achirro, re di Barberia.

 

Giá erano le schiere apressate l'una all'altra, quando e' capitani feciono segno della battaglia, e le boci e gli stormenti a uno tratto si sentirono. Non si potrebbe per nessuno corpo umano dire l'abattere de' cavagli e de' cavalieri e de' morti e de' feriti e de' calpestati, che durava due grandi balestrate lo scontro della battaglia a traverso. E mentre che la battaglia era cosí crudele, s'aboccò Giambarone col re Balante, e cominciorono insieme grande battaglia; ma e' fu tanta la moltitudine de' combattitori, che non poterono finire la loro battaglia. E tanto francamente combatteva Manuello e Coronto e Giambarone, che i saraini perdevano el campo; e giá gli volgevano per forza d'arme, se non fosse Basirocco, che giunse con la sua schiera, crudelmente opprimendo e offendendo i cristiani, in tanto che gli mettevano in fuga. Ma Fiovo, che non aveva schiera, entrò nella battaglia, e sonò uno corno, e isgridando e' cavalieri, entrò nella battaglia uccidendo aspramente i nimici. In questo punto percosse alla battaglia Salardo in due parti con la sua schiera, e racquistando molto del campo. Ahi quanti morti cadevano insanguinando la calpestata terra! E molte volte e' saraini avevano sospinto indrieto e' cristiani, e i cristiani loro. Ora inanzi, ora indrieto andavano le schiere per la calcata da ogni parte: ed era durata questa battaglia dal principio del giorno insino a mezzo il giorno, quando lo re Fieramonte di Caldea con cinque re e con centomila entrò nella battaglia, da tre parti assalendo e' cristiani. Oh quante povere madre perdevano i loro figliuoli! Oh quante donne rimanevano vedove! Questa gente teneva la loro battaglia due miglia. Allora furono costretti per forza d'arme a volgere le reni. Egli era nella battaglia Fieramonte, Anfineo, Orcupon, Parsineo, Aliarbon, Erminion, Basirocco, Achirro, Minapal, Aliachin, Giliarton, Arcimenio, Balante, Galerano, Balugante e tanti re e dugento migliaia. Che poteva fare Fiovo, Giambarone, Salardo, Manuello, Coronto e Gualtieri, bene adoperando? Fiovo vide uno re di corona, che molto danneggiava e' cristiani: questo era Achirro, re di Tunizi di Barberia. Fiovo colla spada in mano l'assali, ed egli si volse a lui fieramente, e tre aspri colpi si donarono. Questo barbero gridò: «O cane cristiano, com'io presi Riccieri con le mie mani, cosí piglierò te; e te con lui farò mangiare a' cani». Quando Fiovo udí il suo parlare, gridò verso il cielo: «O Iddio, dammi tanta virtú che questo cane traditore non si possa vantare d'avere preso il piú franco cavaliere del mondo; ma se egli lo prese, lo prese a dormire ignudo». E venne tanta ira a Fiovo, che, raccomandatosi a Dio, si gittò lo scudo dopo le spalle, e a due mani prese la spada, e corse sopra al re Achirro, e diegli grande il colpo in su 'l capo, che lo partí insino al petto, e gridò: «Unqua mai, can traditore, tu non vedrai mangiare il corpo di Riccieri ai cani!». E i cristiani per la morte di questo re presono ardire, e per la franchezza di Fiovo, e volsonsi alla battaglia; ma e' sopradetti re con Basirocco facevano per forza perdere il campo a' cristiani, e' quali insino all'ultima schiera si convennono radurre, e da ogni parte si serravano insieme piú difendendosi che di pari battaglia. E la calca e la pressa de' saraini ch'erano di nuovo venuti era grande; e quasi tutto il campo degli infedeli traeva a dosso a' cristiani, che intorno alle porte di Roma s'erano ristretti, tutte le schiere in una; e questa battaglia era piú di sopra da Roma in su 'l Tevero, che al pari della cittá.




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