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Andrea da Barberino I reali di Francia IntraText CT - Lettura del testo |
Vinta la guerra per battaglia contro agl'infedeli a Roma, e Gostantino rimaso imperadore, e arsi e sopelliti e' corpi, perché l'aria non si mescolassi né corrompessi pella potenzia di Mercurio, si fece poi tre mesi continui festa in Roma nella corte, e per la cittá si fece otto giorni continovamente. In capo de' tre mesi tutti e' baroni diliberarono di tornare in loro paesi, e' figliuoli di Fiovo presono licenza dal loro padre e da Gostantino per ritornare in Franza, e Fiovo rimase a Roma. Gostantino lagrimando gli abracciò, e fece e incoronò Fiorello re di Franza, e a questo volle che tutta la signoria di Ponente fussi sottoposta; e questo fue el maggiore figliuolo di Fiovo, chiamato el re Fiorello, re di Francia: l'altro affermò re di Dardenna, chiamato el re Fiore di Dardenna. E a Riccieri, figliuolo di Giambarone, diede la signoria di Sansogna, e fecelo duca di Sansogna, sottoposto alla corona di Francia e allo 'mperio di Roma. E quando si vennono a partire e' due figliuoli di Fiovo, Gostantino gli chiamò in una camera, e disse loro queste parole: «El nostro Signore Gesú Cristo ne comanda che noi non adoramo altro Iddio che lui in Trinitá; e comandaci che noi non menzioniamo el nome suo invano; e comandaci che noi santifichiamo le feste comandate; e comandaci che noi onoriamo el padre nostro e la madre nostra; e comandaci che noi non commettiamo micidio in nessuno modo; e comandaci che noi non ci congiugniamo carnalmente in nessuno modo di lussuria, se nonne a chi ci è dato a legamento di matrimonio; e comandaci che noi non commettiamo furto in nessuno modo, eziandio non pensando né in fatti né in parole; e comandaci che noi amiamo el prossimo nostro come noi medesimi, e contro al prossimo non facciamo falsa testimonanza; e comandaci che noi non ci lasciamo vincere alla concupiscenza contro al prossimo, cioè non bramare la roba in veruno modo del prossimo contro alla sua volontá; e comandaci che noi non disideriamo la moglie né la sorella né la figliuola né la ancilla del prossimo nostro. O figliuoli miei, voi siete giovani: tutte queste cose comanda l'ordine reale, e quello re che nolle osserva, non è degno della corona. Ond'io vi priego che voi amiate gli uomini vertudiosi, e iscacciate da voi e' viziosi, e amiate el prossimo. E pertanto io vi priego che voi perdoniate a' figliuoli di Sanguino, mio nipote, il quale volle uccidere vostro padre e mio figliuolo; imperò che, se 'l padre commise il peccato, egli ne portò la pena: egli erano ancora nel ventre della loro madre. Iddio perdona a chi perdona, e ama a chi ama, e aiuta a chi aiuta, e dona a chi dona, intendesi in buona parte e per l'amore di Dio. Sanguino, figliuolo di Sanguino, è pure del nostro sangue; e' fue figliuolo di Costo, mio fratello di padre, ma non di madre. Priegovi che voi lo raccettiate». Ond'eglino s'inginocchiorono a' piedi di Gostantino e baciarogli e' piedi, e promissono, come fussono in Francia, di mandare per lui e perdonargli; e presono licenza. E ritornarono in Francia; e immantanente mandarono per Sanguino e per la sorella e per lo marito della sorella, e feciogli onore, e perdonarogli, e donorogli molte terre e possessione; ed era molto amato in corte, e in corte venne grande barone e valente, di cui nacque la casa di Maganza.
In questo tempo passò Gostantino imperadore in Grecia, e abitò in Gostantinopoli grande tempo, e visse in questa vita anni settantuno, e fue imperadore anni trentuno e mesi sei. E dopo lui fue fatto imperadore Fiovo, ma per lo padre fue chiamato Gostantino terzo, e fue imperadore anni diciassette. E dopo Fiovo non fu piú imperadore di Roma nessuno, per insino a Pipino, della schiatta di Gostantino. Nel tempo che Gostantino andò a Gostantinopoli, ritrovò santa Lena, madre di Gostantino, la santa Croce di Cristo in Gerusalem.
E 'l re Fiorello, giunto in Franza e perdonato a Sanguino, fece Folicardo siniscalco generale del regno di Francia; e a Riccieri diede la signoria di Sansogna. E tolse lo re Fiorello moglie una nobile donna, colla quale stette gran tempo che non potè avere figliuoli: nondimeno regnava in grande allegrezza.
Or seguita del re Danebruno, soldano di Bambillonia.