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Andrea da Barberino I reali di Francia IntraText CT - Lettura del testo |
Riposato Riccieri alquanti die nella corte, intervenne che certi cavalieri della cittá e molti compagnoni assalirono el campo; e Riccieri andò con loro. E quando entrò nella battaglia, passò pello mezzo dell'antiguardia de' nimici; e rotta la lancia, colla spada in mano rifendendo i nimici pel mezzo della schiera, ritornò alla sua brigata; e uccise quello che teneva la bandiera dell'antiguardo in mano, e la insegna ne portò per forza a Tunizi. Per questa prodezza tutta la gente della cittá lo correva a vedere; simile Fegra l'aveva veduto per lo campo. E tutti e' cavalieri lodavano el cavaliere nero per lo piú franco cavaliere della cittá, e non si parlava d'altro che di lui drento alla cittá e nel campo di fuori; e giá tutto el campo ne mormorava. E in sull'ora di vespro, Fegra Albana aveva veduto le sue prodezze, e immaginando le prodezze di Riccieri, tra sé stessa disse: «Per certo costui sará el mio signore Riccieri». E subito mandò certi cortigiani per lui, con dolce parole pregandolo ch'egli venissi insino a lei. E quando Riccieri fu dinanzi da lei, ed ella il domandò donde egli era e come aveva nome, rispose: «Io sono chiamato el cavaliere nero, e sono del regno di Ragona». E Fegra subito lo riconobbe, e disse: «O franco cavaliere, vedesti tu mai el traditore Riccieri?» Rispose: «Madonna, io lo vidi nelle battaglie di Roma, lui e Fiovo». Ed ella disse: «Se tu sarai franco cavaliere, tu sarai capitano della nostra gente; e voglio che tu sia mio campione». Disse Riccieri: «Madonna, io non sono da tanto, ch'io meriti d'essere vostro campione». E Fegra con molte donne lo 'nvitarono a mangiare con loro; e menorono lui e certi gentili uomini con loro a mangiare. E poi ch'ebbono desinato, la maggior parte di quegli gentili uomini si partirono; e Fegra chiamò Riccieri da parte, e sí gli disse: «O signore mio, non credere che io non ti conosca; ma io lo fo per lo migliore, e perché solo a me e a te sia palese, e nonne ad altra persona». E arebbelo abracciato, se non fusse perché non fusse conosciuto; e cominciò a lagrimare e a piangere. Riccieri la confortò e disse: «Chiamatemi pure el cavaliere nero, e non vi dubitate». Quelle persone che la vedevono piangere, credevano ch'egli dovesse dire di non volere essere capitano; e alcuno si fe' inanzi e disse: «O cavaliere nero, accettate questa cavalleria». La donna volse proposito e disse: «Egli non vuole; ma per mia fe', messer nero, che voi accetterete». E chiamata la reina, fue fatto capitano di tutta la gente di Tunizi e di tutta Barberia; e fecesene grande festa nella cittá. E passati gli otto giorni, fece fare una gran festa; e fece da capo incoronare Filoter del reame di Barberia. Per questo era molto amato, e per la prodezza che fe', quando portò drento una delle bandiere del campo. E come Riccieri ebbe incoronato Filoter, gli addomandò licenza di combattere colla loro gente contro a quegli del soldano. El re gli diede piena licenza; e comandò ch'egli fussi ubidito come la propia persona del re. E Riccieri, chiamato el cavaliere nero, diede ordine a fare le schiere.