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Andrea da Barberino I reali di Francia IntraText CT - Lettura del testo |
Non fa menzione la storia come nel campo si fusse palesato; ma egli fune palese a tutta l'oste, che quello ch'era chiamato el cavaliere nero era Riccieri paladino. Quando Molion e Monargis udirono questo, dissono tra loro: «Noi siamo traditi». E levaron campo, e menaron via lo re Fiore e Salardo di Brettagna, e tutti gli altri prigioni furono ammazzati; e 'nverso la Borgogna pigliarono loro cammino, perché ancora non erano cristiani Borgogna, Savoia e Provenza; e lasciarono trabacche e padiglioni e certe bandiere. Per questa partenza certi prigioni che si fuggirono al levare del campo, e certi paesani che gli sentirono, corsono alla cittá; e fattone sentire, tutta la terra corse a romore. Riccieri s'armò, e 'l re Fiorello e Sanguino e Chillamo. Prima Riccieri uscí della cittá colla gente di Sansogna e co' Brettoni, e poi lo re Fiorello e Sanguino e Chillamo; e seguitandogli per tre giorni con migliore guide, sentendo la via ch'eglino facevano, avanzarono tanto, che la mattina del quarto giorno l'antiguardo de' cristiani giunsono el dieriguardo de' saraini, e cominciossi grande battaglia. E convenne che tutto 'l campo si fermasse, non credendo però che fosse la forza del re di Francia, perché non poteano pensare che sí tosto potessi essere venuta. Quando Riccieri sentí ch'egli era fermo il loro campo, disse al re Fiorello: «Voi rimarrete in questa battaglia, e io co' miei Sansogni e Brettoni passerò per altra via, e sarò loro dinanzi, e metterògli in mezzo». E cosí fece: e 'ntrato per una valle, fu loro la sera dinanzi quasi in sull'ora del vespro; e dato il segno al re Fiorello, gli assalirono. E Riccieri ruppe loro l'antiguardo; e in quello punto era andato Molion a soccorrere il loro dieriguardo contro al re Fiorello; e Riccieri abatté le loro bandiere, e rompeva il campo. E la novella andò a Molione, inanzi ch'egli giugnessi alla gente del re Fiorello; ond'egli tornò indrieto per soccorrere le bandiere. E aboccossi con Riccieri, non conoscendolo, perch'egli non aveva la 'nsegna ch'egli aveva quand'era con loro; e assalitisi con le spade, cominciarono grande battaglia. Riccieri non gli parlava. In questo mezzo lo re Fiorello venne alle mani con Monargis, e aspra battaglia cominciorono insieme. Alla fine e' saraini furono rotti in questa parte; e molte prodezze faceva Sanguino e Chillamo. Per questo rimase Monargis solo; e certi cavalieri l'assalirono, e arebbollo tratto a fine; ma lo re Fiorello gli fece tirare in drieto. E combattendo con lui, il re lo ferí di due piaghe, e domandollo che s'arrendesse; ed egli rispose in parlare franzoso: «O false cristian, ovante moi atueres do mon Jojose brande!» Alla fine el re l'uccise; e come l'ebbe morto, prese la spada di Monargis in mano, e disse: «O can saraino, questa spada non ará piú a te nome 'Jojoso brande', ma io la chiamerò 'Mongioioso brande!'» Per queste parole fu sempre poi chiamata questa spada «Jojosa», ma molti la chiamarono «Gioiosa». E poi si cacciarono nella battaglia, uccidendo e amazzando e' saraini; e avendogli in rotta, giá era la scura notte, quando e' cristiani volevano abbandonare la battaglia. Ma lo re Fiorello comandò ch'ognuno seguitasse le bandiere, temendo che Riccieri non fusse offeso. E' saraini ch'erono rotti avevano per lo campo sentito che le bandiere erono perdute. Non tenevono l'uno quella via che l'altro; e in quella sera non si trovarono le due schiere l'una l'altra. La gente di Riccieri trovarono poco dinanzi alle bandiere lo re Fiore e Salardo, e avevagli liberati e armati, e venivano per volere aiutare Riccieri; ma egli comandò che stessono a drieto, e nel gridare che fece Riccieri contro al re Fiore e contro a Salardo, Molion lo riconobbe. Allora lo chiamò traditore, e disse che a tradimento gli aveva condotti in Franza. Riccieri in questa forma gli rispose, stando saldi colle spade in mano.