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Andrea da Barberino
I reali di Francia

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Capitolo III.

Come lo re Fiorello giudicò a morte Fioravante,

suo figliuolo, per la barba ch'aveva tagliata a Salardo.

 

La mattina lo re Fiorello fece ragunare tutti e' baroni a corte, e poi si levò ritto, e parlò in questa forma: «Nessuno uomo non doverrebbe porre speranza se nonne nelle cose sagre e divine di Dio, il quale e toglie tutte le cose come a lui è di piacere; e chi ha a correggere gli stati mondani, dee sopra tutte le cose amare e mantenere la giustizia, e non dee pigliare parte, imperò che quel che piglia parte, non può giudicare diritto; e quanto l'uomo è maggiore nella signoria, tanto dee giudicare piú dirittamente, perché gli altri piglino essempro da lui; e nessuno non dee pregare el suo signore che faccia cosa che sia di sua vergogna né che sia abassamento della sua signoria; e dee considerare il pericolo del suo signore, prima che gli addimandi alcuna grazia per sé o per altrui. E però vi comando, per certo caso che m'è occorso, che nessuno mi addimandi di qui a tre giorni niuna grazia né per sé né per altri, a pena di perdere la testa». E detto queste parole, mandò per lo suo figliuolo Fioravante; e come giunse dinanzi da lui, comandò al giustiziere che lo menasse alle giubette, cioè alle forche, e ivi lo 'mpiccassi per la gola come propio ladrone dispregiatore della corona di Francia, il quale per dispregio e per disonore aveva viziosamente con disonore della corona tagliata la barba al duca Salardo di Brettagna, essendo Salardo a dormire. E comandò al giustiziere che lo menasse via; e con grande pianto si partí el giustiziere, e non v'era nessuno che ardissi di parlare al re di questo fatto, per lo comandamento ch'el re aveva fatto in prima. Tutta la corte si riempie di pianto, né altra difesa non si faceva. Fioravante addimandava misericordia al padre e a Salardo, ma nessuno non gli attendeva; egli chiamava e' baroni dicendo «Aiutatemi!»; ma nessuno aveva ardire di muoversi.

E fugli fasciato dinanzi agli occhi una benda. Molte volte Fioravante chiamava Riccieri dicendo: «Perché non mi aiuti, o caro mio Riccieri?», credendo ch'egli fussi colla baronia; ma Riccieri era fuori della cittá a una sua possessione a darsi piacere. Alcuni gli avevono mandati messi, ma tardi sarebbono venuti, perch'egli era una lega e mezzo di lunge alla cittá: e' messi andorono quando Fioravante fu menato dinanzi dal re nel palazzo. E fu menato Fioravante fuori del palazzo, e inverso la giustizia s'inviarono. Tutta la gente piagneva, e 'l giustiziere pregava Iddio che gli fussi tolto, e andava piú adagio che non soleva andare.




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