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Andrea da Barberino
I reali di Francia

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Capitolo XI.

Come Fioravante e Riccieri combatterono col re Mambrino, nipote

del re Balante; e Tibaldo di Lima gli soccorse con mille cavalieri,

e fu riconosciuta Uliana, e verso Dardenna n'andarono.

 

Quella mattina che Fioravante e Riccieri giunsono presso a Dardenna, avevono e' saraini fatto una correria a Dardenna sotto el conducimento del re Mambrino, figliuolo del re Balugante di Scondia, fratello che fu di Balante e del re Galerano; e furono cinquemila saraini. E tornando colla preda di bestiame e di prigioni, Fioravante fu il primo che gli vide e udí el romore, e disse a Uliana: «Che gente sará questa?» Ed ella, come gli vide, disse: «O lass'a me, che sono saraini! Allora la nascosono in una gran boscaglia di spine, ch'era presso alla strada, ed eglino s'allacciorono gli elmi in testa, e colle lance in mano si feciono contro a' nimici. E' saccomanni, che gli vidono, si feciono loro assalto, ed eglino si difendevano francamente. Intanto giunse lo re Mambrino, e fe' ristare la battaglia, e domandò chi egli erano e donde venivano. Risposono ch'erono franciosi e che andavono alla ventura. E favellando lo re Mambrino con loro, riconobbe la spada di Finaú suo cugino, e disse a Fioravante: «Questa spada dond'hai tu avuta? Ella mi pare la spada del mio fratello Finaú». Disse Fioravante: «Io l'acquistai per battaglia d'uno cavaliere con ch'io combatte'»; e narrolli el nome del cavaliere, e 'l dove e come Finaú era morto. Allora lo re Mambrino gridò a' sua cavalieri che lo uccidessino; e furono a gran pericolo, ed eglino francamente si difendevano. Delle prodezze di Fioravante molto si maravigliava Riccieri; ma pure sarebbono per la moltitudine periti; ma per lo romore ch'era stato a Dardenna, uno barone del re Fiore, ch'aveva nome Tibaldo di Lima, era corso al romore con mille cavalieri, e giunse alle mani con questa gente, e cominciò con loro aspra battaglia. E giunto Tibaldo nella zuffa, vide lo re Mambrino che si affaticava molto di fare morire li dua cavalieri, e vide agli scudi ch'egli erano cristiani, e come francamente si difendevano. Tibaldo si misse in loro aiuto, e la sua gente francamente lo seguiva, e sempre di verso Dardenna giugneva gente. Questo romore impaurí per modo e' saraini, che lo re Mambrino cominciò a fuggire dinanzi a Tibaldo; e uscendo di via con alquanti compagni, cosí fu abbandonata la battaglia ch'era dintorno a Riccieri e a Fioravante. Fuggendo lo re Mambrino fuori di strada, vidde la bella Uliana, e corsono verso lei, e presonla, e per forza ne la menavano; ma essendo libero Fioravante e Riccieri, allora Tibaldo e Fioravante e Riccieri, rompendo e uccidendo e' nimici da ogni parte, gli mettevano in volta. Fioravante vidde che molti fuggivano per quello luogo dove avevano nascosa Uliana: egli spronò il cavallo verso quella parte. Riccieri lo vidde, e andò presso a lui; Tibaldo, confortando la sua gente, seguitò la traccia. Fioravante e Riccieri per forza di cavalli tanto seguitarono, che giunsono il re Mambrino: Fioravante cominciò la battaglia con lui, e Riccieri con l'altra gente. Giunse in questo Tibaldo, e assalí lo re Mambrino, che combatteva con Fioravante, e qui l'uccisono: non fu certo chi di loro l'uccidesse, perché Fioravante dava l'onore a Tibaldo, e Tibaldo a Fioravante. E cosí furono sconfitti li saraini e racquistata Uliana. Ella era tanto trasfigurata, che Tibaldo nolla conosceva. Poiché Tibaldo ebbe raccolta sua gente, fece grande onore a' due cavalieri, domandando chi egli erano. Risposono ch'erano cavalieri di Francia, «e andiamo cercando nostra ventura»; e come avevano trovata questa donzella, e dove e come avevano morto Finaú, figliuolo del re Galerano di Scondia. «E questa è la sua spada», disse Fioravante; «e io ho nome Guerrino, e il mio compagno ha nome Buonservo, e questa damigella è Uliana, figliuola del re Fiore di Dardenna». Quando Tibaldo sentí che questa era Uliana, ebbe grande allegrezza e grande dolore; allegrezza ebbe, perché ella era ritrovata e tornava dal suo padre, il quale per lo tempo passato l'aveva promessa a Tibaldo per moglie; e dolore aveva, perché pensava che 'l padre la daria a questo Guerrino, che l'aveva racquistata; pure tenne celato il suo pensiero. Nondimeno fece loro onore, e venne con loro verso la cittá. El re Fiore aveva mossa gran gente della cittá, e seguiva e' saraini; ma quando sentí ch'egli erano rotti per Tibaldo, s'era tornato drento alla cittá: e ponevasi a tavola per mangiare, quando costoro entrarono nella cittá.




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