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Andrea da Barberino I reali di Francia IntraText CT - Lettura del testo |
Essendo la notte Lione e 'l fratello andati alla guardia, avevano iscambiato Tibaldo, il quale, sendo tornato al suo alloggiamento, comandò alla sua gente che non si disarmassino, come colui che dubitava; ed egli medesimo si gittò a dormire coll'arme indosso. Era giá passato i dua terzi della notte, quando le scolte di fuori feciono sapere che gente era giunta di fuori e accampati molto chetamente. Allora disse Lione alla gente ch'erano con lui: «Io voglio andare a sentire che gente è questa, s'io potrò, segretamente; e voi attendete a buona guardia.» Disse Lionello: «Io voglio venire con teco». E cosí andarono fuori, e menarono dua iscudieri. Come giunsono nel campo, amazzarono questi dua famigli, e andorono dov'era Balante, che gli aspettava. E' fece loro grande onore, e giurarono d'attenere la promessa l'uno all'altro, come per lettera s'avevano iscritto; e fecionsi dare tre prigioni e certe some di carriaggio; e tutte le sopraveste si stracciarono per mostrare avere fatto battaglia. Colle ispade in mano sanguinose tornarono al castello, con ordine che 'l re Balante con diecimila cavalieri venisse apresso di loro, e re Galerano con tutto il resto apresso al re Balante; e giunti alla porta, fu aperto a' dua traditori. Come furono dentro, chiamarono le guardie ch'erano in sulla porta, e donorono loro queste some, e dissono loro ch'e' dua iscudieri ch'andarono con loro erano istati morti nella zuffa. Comandarono a certi caporali ch'andassino a torno destando le guardie, e isforní la porta, quanto potè, di gente. E quando gli parve il tempo, calò il ponte, e apersono la porta, e cominciorono a gridare: «Viva il re Balante, e muoia i traditori capitani!» Per questo Balante entrò sanza contrasto nel castello, uccidendo ogni gente che iscontravano. E' traditori corsono alla camera di Fioravante e di Riccieri, e assalirogli nel letto; e non si poterono difendere, e presongli, e a pena lasciarono loro i farsettini, e scalzi e sanza niente in capo gli menarono inanzi al re Balante e a re Galerano, dicendo: «Ecco uno de' capitani!» E vedendo lo re Galerano sí bello cavaliere com'era Fioravante, gli domandò pella sua fe' che gli dicessino chi egli erono. Rispuose ch'eran di Francia; e cosí disse Riccieri. Non gli domandò d'altro, e comandò che fossero menati a Balda e messi in prigione nel fondo d'una torre. Tibaldo, sentendo il romore, corse alla piazza, e non potè riparare a tanta moltitudine, onde egli fuggí con tremila cavalieri: l'avanzo gli fu morto, e 'l castello rubato e messo a fuoco e arso e disfatto insino a' fondamenti e ispianato. E fatto questo, lo re Balante e 'l re Galerano tornorono colla loro gente a Balda, e tenevano Lione e Lionello per loro figliuoli, i quali rinnegarono la fede di Cristo e adoravano Bilis e Balain, idoli falsi, come i saraini.