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Andrea da Barberino
I reali di Francia

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Capitolo XIX.

Come i cristiani puosono campo a Balda e re Balante e re Galerano

uscirono dalla cittá con grande gente; e Drusolina andò nella prigione;

e come si battezzò, e seppe chi era Fioravante e Riccieri.

 

Nello tempo della primavera giunsono i cristiani a Balda del mese di maggio di notte, e puosono campo con grande romore con molti fuochi e luminaria. Per questo tutta la cittá corse ad arme, e tutto lo paese stormeggiava. Lo re Balante, chiamato lo re Galerano, attesono tutta notte a buona guardia, confortando la gente loro. E la mattina uscirono della cittá con loro gente, e ordinarono fare le schiere. Pel romore ch'era stato, forte si maravigliavano Fioravante e Riccieri; e la mattina, andando Drusolina alla prigione, eglino domandarono ch'era stato quello romore. Ella rispuose che nollo sapeva, perché ella aveva dormito; «ma io tornerò da mia madre e saprollo». Cosí tornò dalla sua madre, e domandolla. La madre le disse: «O figliuola mia, abbi buona guardia delle chiavi di quegli prigioni, acciò che non si fugghino, ch'egli è accampato il re di Francia e 'l papa di Roma e re Fiore di Dardenna a questa cittá con grande moltitudine di gente, e credesi che costoro sieno grandi signori cristiani, e però ci è venuto il campo; e però il tuo padre e 'l tuo zio s'armano d'andare alla battaglia contro a loro. Prega Apollino e Balain che gli aiuti». Drusolina si partí dalla madre; e poco istette, ch'ella andò alla prigione, pensosa per le parole ch'avea udito dire a sua madre. E giunta da loro, gli salutò, e tutto per ordine rispuose quello che la madre aveva detto, e pregògli che sanza paura dicessono i nomi loro. Fioravante, vedendo l'amore e la fede che gli portava Drusolina, gli disse chi egli era e come avea nome Fioravante, figliuolo del re Fiorello di Francia, e come quell'altro era Riccieri, paladino di Francia. E Drusolina disse: «Ora sono io la piú contenta damigella del mondo, da poi che la mia ventura è stata nello amore d'uno signore grande. Pertanto io vi prego che voi mi battezziate». E arrecò dell'acqua; e Riccieri la battezzò, e Fioravante la sposò, e giurolle di non torre mai altra donna che lei; ed ella giurò di non torre mai altro marito. E fatto questo saramento, disse Drusolina: «Volete voi uscire della prigione?». Rispuose Fioravante: «Noi n'usciremo volentieri, ma noi vogliamo vedere come la fanno i nostri cristiani, perché noi non abbiamo arme». Disse Drusolina: «Le vostre arme sono sotto la mia guardia, e ogni volta saranno alla vostra domanda». Allora disse Fioravante come il suo padre gli avea dato bando; «imperò intendo di stare a vedere in sino apresso alla fine della battaglia. Prego la vostra gentilezza che le nostre arme vi sieno raccomandate, e cosí vi prego, se per voi si puote, che noi abbiamo i nostri cavagli». Ella rispuose ch'ella gli aveva a sua posta. Disse Fioravante: «Io vi prego che voi andiate in sulla torre di questo palagio: ponete mente come la battaglia seguiterá; e s'è' nostri cristiani aranno vittoria, non sará di bisogno che noi pigliamo arme; ma se sono perdenti, ci portate le nostre armi, e voi ci cavate di prigione e armateci, a ciò che noi gli soccorriamo». Ella cosí promisse, e partissi da loro, e andò in sulla torre del palagio, e vide la gente del padre fuori della cittá, e vedeva l'oste de' cristiani e le bandiere ch'erano presso alla cittá a dua miglia.




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