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Andrea da Barberino
I reali di Francia

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Capitolo XXIII.

Come Fioravante e Riccieri racquistarono il campo; e la morte

del re Galerano; e fu abattuto Balante e presa la cittá e arsa:

Drusolina fuggí colla madre dirieto a Balante.

 

Fioravante e Riccieri s'afrettarono di cavalcare; e giunti fuori della porta, vidono le bandiere del re Galerano, che non erano ancora entrate nella battaglia, e re Galerano era armato a cavallo, e ragionava della grande prodezza del suo fratello Balante. E udito levare il romore di verso la cittá, si volse, e vide i due cavalieri. E come vide la croce nello scudo a Fioravante, gridò: «Questi sono i dua cristiani ch'erono in prigione»; perché si ricordò avere veduto quello scudo quando furono presi. E gridò subito: «Sieno morti!». Subito Fioravante arrestò la lancia, e passò lo re Galerano insino di drieto, e morto lo gittò a terra del cavallo. Riccieri uccise un altro grande barone. Per la morte di questi dua grandi baroni tutta questa schiera, ch'erano rimasi pochi, tutti spaventarono, credendo che la cittá fosse presa da moltitudine di cristiani, e fuggivano chi qua, chi per lo paese. Fioravante e Riccieri passorono per mezzo di questa schiera colle spade in mano, e corsono per lo campo gridando: «Viva il re di Francia!», e giunsono tra' cavalieri cristiani ch'erano intorno al re di Francia. Come furono riconosciuti Fioravante e Riccieri, si rincorarono, e levarono grande romore d'allegrezza. Fioravante fece montare a cavallo suo padre e tutta quella ischiera; e racquistata Oro e fiamma, feciono mazzocchio di loro stretti; e serrati insieme intorno alla santa bandiera, diedono alle ispalle a Balante, e racquistarono le bandiere della Chiesa, e racquistarono il papa ch'era preso, e molti cardinali. A questo romore si volse Balante, e vidde Oro e fiamma; domandò che bandiera era quella. Fugli detto ch'egli era la bandiera de' cristiani, Oro e fiamma. Balante tutto sgomentò, quando udí menzonare Oro e fiamma, e uno cavaliere giunse a lui e disse: «O signore, i cristiani hanno fatto testa grossa, e gridano: viva Fioravante e Riccieri!». Balante sapeva che Riccieri era il migliore cavaliere del mondo, perché l'aveva provato e veduto a Roma; ma Fioravante non sapeva chi si fossi, che, se l'avessino saputo quando gli avevano in prigione, gli arebbono fatti mangiare a' cani; e 'l meglio che potè, assalí la schiera colla schiera che aveva raccolta. El romore fu grande. E Fioravante prese una grossa lancia e domandò: «Che gente è questa?», fugli detto ch'egli era il re Balante. Fioravante gli si fece incontro, e per amore di Drusolina gli volse lo stocco della lancia, e Balante gli ruppe la sua lancia a dosso; ma Fioravante l'abatté da cavallo e presto ritornò sopra di lui, e vidde ch'e' cristiani s'afrettavano per ucciderlo. Ed egli fece tirare ognuno a drieto, e fece dare a re Balante uno buono cavallo, e fello salire a cavallo, e poi gli disse: «O Balante, l'amore della tua figliuola ti campa la vita, perché da lei siamo stati pasciuti nella prigione: or non dimorare piú, imperò che tu saresti morto. E sappi ch'io colle mie mani presi la tua figliuola, e per forza convenne ch'ella e' insegnassi le nostre arme e' nostri cavagli, o io l'averei morta». Lo re Balante si partí, e corse insino dove lasciò lo re Galerano per ricominciare con quella schiera la battaglia; ma quando lo trovò morto, ebbe grande dolore e andonne nella cittá.

In questo mezzo Fioravante e Riccieri racquistarono il campo. La gente cristiana, vedendo le loro bandiere rilevare, tornarono alle loro bandiere, e rinforzando il loro campo, Fioravante mosse tutta la gente verso la cittá, e mescolatamente combattendo, entrarono nella cittá con loro, e presa fu una porta. Per questo tutta la gente cristiana correva alla cittá. Lo re Balante, come sentí ch'era perduta una porta, fuggí verso Scondia, e Drusolina, spaventata pelle grida, montò a cavallo con la sua madre, e fuggissi drieto al padre e andoronsene in Iscondia. Fioravante e Riccieri e Fiorello presono la cittá di Balda, e tutta andò a sacco e ruberia, mettendo tutta la gente al taglio delle spade. Fioravante e Riccieri corsono al palagio, e non trovarono Drusolina: ebbono grande ira e dolore. E 'l terzo giorno fu tutta la cittá messa a fuoco e fiamma, e fecionla disfare per vendetta del re Fiore di Dardenna e di Tibaldo e degli altri ch'erano morti. E poi levarono campo, e tornarono in Dardenna, e feciono grande onore al corpo del re Fiore e di Tibaldo. E prese lo re Fiorello di tutta Dardenna la signoria, e lasciò uno grande barone governatore di Dardenna, che aveva nome Valenziano, ed era della schiatta di Baviera, e lasciògli a governo uno piccolo fanciullo, figliuolo di Tibaldo di Lima, ch'avea nome Ughetto, ch'aveva allora uno mese.

E poi si partí lo re Fiorello e Fioravante e 'l franco Riccieri, e tornaronsi in Francia, dove fu grande allegrezza della loro tornata, e per Fioravante e per Riccieri; e sopra tutti ne fe' festa la reina per Fioravante; e quegli di Sansogna feciono festa di Riccieri, loro signore; e 'l papa si ritornò a Roma con allegrezza e festa.




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