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Andrea da Barberino
I reali di Francia

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Capitolo XXXV.

Come fu manifestato al re Balante come il cavaliere novello

era Fioravante; e come trattava di pigliarlo.

 

Da poi che 'l soldano fu partito, Balante diede maggiore priminenza a Fioravante, e tutta la corte ubidiva Fioravante come il re Balante. Stette con questo amore sei mesi, cercando tempo e modo di menarne Drusolina. In capo di sei mesi capitò in Iscondia uno buffone ch'era stato a Parigi gran tempo, e andava cercando sua ventura, come vanno e' loro pari. E giunto in Iscondia, e fatto dinanzi al re e a' baroni certi giuochi e sollazzi, vidde Fioravante, e subito lo riconobbe; e tra sé pensando disse: «Costui come istâ in questa corte?», considerando ch'egli uccise il fratello e due nipoti al re Balante, egli e Riccieri. Nondimeno egli stette bene uno mese in corte, che egli non disse niente, e il re Balante lo cominciò a amare, perché egli gli dava molti diletti e piaceri. E sendo un giorno lo re in sala, Fioravante passò per la sala, e inchinò lo re Balante, ed entrò in una camera, e andò a vicitare la reina. E quello buffone, credendo venire piú nella grazia del re che non era, s'accostò all'orecchie al re Balante, e disse: «O signore, io temo che voi non siate ingannato, però che voi tenete in corte il maggiore nimico che voi abbiate al mondo, il quale uccise il vostro fratello Galerano». Lo re tutto si turbò nella faccia udendo rimproverare la morte del fratello, e disse: «Qual è desso?». Rispose il buffone, parendogli avere male fatto: «Deh! non ve ne curate, imperò che voi l'amate molto, ed egli v'ha fatto gran servigio; e se io ve lo dico, sarò cagione che voi gli vogliate male, e egli a voi». Disse il re, com'è usanza de' signori, che hanno sempre sospetto: «Per Apollino mio iddio, che tu me lo dirai!». E preselo per la mano, e menollo in una camera, e 'l buffone disse: «Egli è quello cavaliere novello, che voi onorate tanto; quello è di certo Fioravante, figliuolo del re Fiorello di Franza». Balante lo fece mettere in una camera celata, e dissegli che non ne dicesse piú niente a persona, e tornò in sala.

E quando Fioravante uscí di camera della reina, el re molto lo guatò dal capo a' piedi; e immaginando le grande prodezze che egli aveva fatte, tenne di certo ch'egli era Fioravante. E dubitando che per bocca del buffone non gli tornasse a orecchie che Balante lo conoscesse, fece amazzare il buffone, e non si credeva che altra persona di corte sapesse che egli fosse Fioravante. E la notte ne parlò alla reina, e ella disse: «Per mia fe', che io lo credo, che Drusolina non vede altro iddio che lui; e tu sai che ella gli donò il primo la manica del suo vestimento. Ma come lo potrete voi fare pigliare? che sai quanto egli è possente, e temo che la gente dell'arme non lo aiutassino, imperò ch'egli è molto amato da loro». Balante pensava in che modo lo potesse pigliare, e immaginò di pigliarlo a dormire nella sua camera. E la notte vegnente volle vedere come stava alla sua camera, e trovò che alla camera di Fioravante si faceva la guardia come alla camera del re; e però non vide modo di pigliarlo in camera. Pensò di pigliarlo nel consiglio; ma Fioravante portava sempre la spada e lo 'sbergo della maglia, cioè la panziera. Per questo ordinò lo re Balante fare per leggi, che nessuno non portasse arme in consiglio né dinanzi dal re Balante, in nessuna parte del palazzoapresso al palazzo a dugento braccia, a pena della vita; e appose una cautela, che 'l soldano lo voleva fare uccidere. E di questo parlò in consiglio, e questo fu affermato per tutti e' consigli del re e della cittá, e datone legge e statuto, intendendo pel re e per ogni persona, di qualunque stato o condizione si fusse. Fioravante non [la] lasciò per lo bando, ma come prima la portava in ogni lato: e' baroni ne mormoravano. Uno lo re Balante gli disse: «Cavaliere novello, e' baroni della corte si turbano, perché tu hai dispregiato il mio comandamento, e non hai lasciato l'arme». Disse Fioravante: «Chi è colui che abbia offeso el soldano piú di me? E' fa bisogno maggiore guardia a me che a voi». Lo re non seppe che si dire, e partissi da lui.

Fioravante andava pure pensando perché lo re non voleva che egli portasse arme, e andonne a Drusolina, e dissele questa cosa. Ella rispose: «Non dubitare, che il re né altra persona di questa corte non sa chi tu ti sia, altri che noi due». E il re Balante n'andò alla reina, come si partí da Fioravante, e dissele la risposta di Fioravante. Ed ella si partí dal re, e andonne alla camera di Drusolina, e Fioravante s'era allora partito. Drusolina fece grande onore alla reina, e dopo molte parole disse la reina: «Figliuola mia, io vengo a te, perché la corte è in divisione. La cagione si è per lo bando che tuo padre ha fatto andare, che niuno non porti arme nel consiglio né altrove presso a Balante; e 'l cavaliere novello non la lascia, e gli altri baroni l'hanno per male. E se tu vorrai, tu leverai via questo scandolo». Ed ella disse: «Per mia fe', che da mia parte io non gliele dirò che egli la lasci, ma io gliele dirò per vostra parte; che, se nulla gli incontrasse, io non voglio ch'egli possa dire che la colpa sia stata per me». Disse la reina: «E' ti sará grande onore, se tu fai che egli la lasci, per levare via questo scandolo». E poi si partí la reina; e Drusolina mandò per Fioravante, e dissegli quello che la reina gli aveva detto. Disse Fioravante: «Tu sai quello che io ho fatto: pensa come io posso andare sanza arme». Disse Drusolina: «Io voglio che tu ti fidi di me; e perché le tue arme stiano piú sicure, io le metterò in questo forziere, e per due o per tre non te ne curare». Fioravante, vinto dall'amore, si fidò di Drusolina, la quale con puritá, non credendo essere ingannata dalla madre, fu ingannata ella in uno modo e Fioravante in un altro; egli le fidò tutte le sue arme, ed ella le serrò in uno forziere, o vero cassone; e cosí l'uno e l'altro fu ingannato. La reina, tornata al re Balante, disse: «Io credo avere fatto che egli lascierá l'arme; e però fa quello che ti pare a dare ordine di pigliarlo».




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