Indice | Parole: Alfabetica - Frequenza - Rovesciate - Lunghezza - Statistiche | Aiuto | Biblioteca IntraText |
Andrea da Barberino I reali di Francia IntraText CT - Lettura del testo |
Quando Drusolina udí Fioravante che disse: «Abbiate di me misericordia!», poco mancò ch'ella non morí di dolore, tanto l'amava di buon cuore; e mai tra loro non era stato peccato se non di baciare e d'abracciare, perché Fioravante giurò di non la toccare mai carnalemente, insino a tanto che non la sposasse in sul reale palazzo di Parigi e che ella fosse battezzata per mano del maggiore sacerdoto di Parigi. E stando cosí addolorati insieme, a Drusolina tornò alla mente che ella aveva udito dire che in quella prigione era una tomba sotto terra, per la quale si poteva andare a uno castello ch'era presso a Scondia a cinque miglia; e questa tomba fece fare lo re Misperio, padre di Balante, per suo scampo, se mai gli facesse di bisogno; e 'l castello si chiamava Monfalcon di Drusolina, perché si guardava per lei. Come ella si raccordò di questa tomba, tutta allegra disse; «O signor mio, tu camperai a dispetto di Balante». E allora gli disse di questa tomba ch'andava a Monfalcone, e disse: «Vattene lá da mia parte, e saratti dato arme e cavallo, e potrai tornare a casa tua in Franza». Rispose Fioravante: «Donna, io non andrò sanza voi: io voglio inanzi morire, ch'andare sanza la vostra persona». Udendo parlare cosí Fioravante, ella diliberò andare con lui, e tornò alla sua camera e tolse due doppieri e le rugginose chiavi d'aprire la tomba, e ritornò alla prigione: e a grande fatica poterono aprire l'uscio, ed amendue con uno doppiere acceso n'andarono verso Monfalcone. E quando furono a mezza via, trovarono una fonte d'acqua chiara, ed eravi da lato una figura di bronzo in figura di re, che aveva una spada nuda in mano, e aveva una pietra di marmo a' piedi con lettere che di cevano: «Questa figura e questa ispada fu d'Alessandro Magno: incantata è questa spada in questa mano, per bocca della reina Olimpiade, che 'l migliore cavaliere del mondo ne la cavi, e altri no; intendesi nel tempo del cavaliere che ne la cavasse, e non nel passato né nel futuro». Disse Drusolina: «O signore, piglia la spada». Disse Fioravante: «Ora volesse Iddio che io fussi il terzo, non che il migliore!». E non la voleva pigliare; ma tanto lo pregò Drusolina, che egli per contentarla volle provare. Come la prese, la statua di bronzo aperse la mano, e Fioravante ringraziò Iddio e non insuperbí, e Drusolina se ne rallegrò molto. E presono il loro cammino, e inanzi il giorno giunsono alla rocca del castello. E Drusolina fece sentire come ella era quivi, e le guardie l'apersono: ella non palesò Fioravante, ma tennelo celato nella tomba insino alla mattina.
Come fu presso al dí, tutti gli uomini del castello andarono a Scondia per vedere morire Fioravante. Come fu giorno, Drusolina, accordata col castellano, lo mandò a vedere la morte di Fioravante, e dissegli: «Non dire niente a corte di me». Come l'ebbe mandato via con certi fanti, ella mandò per tutte le donne del castello, tra le quali erano quattro contesse, e parlò loro in questa forma: «Nobilissime donne, chi è quella che si potesse tenere di amare, essendo amata da uomo che meritasse molto maggiore e piú nobile donna che quella che egli amasse? O lassa a me, che io sono amata dal migliore cavaliere del mondo, e honne veduta la pruòva prima nelle battaglie e poi negli incantesimi; e questo cavaliere è tutto il mio bene e tutto il mio disiderio, cioè Fioravante, figliuolo del re di Franza; e se egli morisse, di subito me ucciderei con le mie propie mani. E lui e me nelle vostre mani ci raccomandiamo, e priegovi che voi ci campiate dalla morte. Io so che i vostri uomini sono iti alla cittá per vedere morire Fioravante. Fate serrare le porte, e prendete arme per me, come feciono le donne Amazzone per vendicare i loro figliuoli e i loro mariti. Noi aremo di subito soccorso di Franza per amore di Fioravante, dove voi sarete molto meglio maritate e in piú ricchezze». Come Drusolina ebbe parlato, la moglie del castellano confortò le donne che Drusolina e Fioravante si dovessono aiutare e difendere francamente. E cosí quelle quattro contesse parlorono in aiuto di Drusolina, e tutte l'altre seguirono. E feciono serrare le porte, e feciono venire Fioravante; e quando lo viddono, tutte furono accese del suo amore, e con piú feroce animo tutte a una diliberorono d'aiutarlo. E le quattro contesse feciono venire molte arme, e Fioravante molte ne provò, e delle migliore s'armò. Le donne con le loro mani l'armavano, tutto toccandolo, e poi feciono venire assai cavalli, e di molti cavalli che gli furono appresentati, essendo cattivi, tolse il migliore. E levarono il romore: «Viva Drusolina e Fioravante!». Le donne partirono le guardie in fra loro su per le mura; ma Fioravante, armato, col migliore cavallo che potè avere, uscí fuora del castello, e corse in su la strada che passava di sotto al poggio del castello, e vidde passare una brigata di sbanditi, che andavano per vedere morire Fioravante: el bando che mandò Balante gli faceva sicuri che ognuno poteva venire sicuro per due giorni. E Fioravante gli domandò che gente egli erano e dove andavano; e quando sentí che gente egli erano e dove andavano, disse loro: «Se voi volete, io vi farò ricchi, e darovvi tutta la roba di questo castello». Risposono certi di loro: «Iddio lo volessi!». Allora Fioravante si palesò, e disse come egli era fuori di prigione campato con Drusolina, promettendo loro, com'egli tornasse in Francia, di fargli tutti signori di castella e di cittá; «e di questo castello vi darò la roba, e le belle donne da godere». E accordati, gli menò drento a Monfalcon, e Drusolina fece loro grande promesse, e giurorono in mano di Drusolina di difendere il castello infino alla morte. E furono per numero centodieci sbanditi, e chiamarono Fioravante signore e Drusolina madonna; e con le donne del castello cominciarono a darsi bello e buono tempo, avendo roba assai e danari e femmine. Fioravante ordinò le guardie alle porte, e comandò che persona non fosse lasciato entrare dentro da niuna parte, e fosse chi essere si volesse.