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Andrea da Barberino
I reali di Francia

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Capitolo XLVIII.

Come santo Marco in forma di lione accompagnò la reina Drusolina,

e come capitò in Iscondia.

 

Drusolina, ch'era rimasa alla fonte, come di sopra è detto, andava drieto al lione che gli aveva tolto l'altro figliuolo, vinta piú dallo amore del figliuolo che dalla paura; e tanto la guidò, che la condusse in su la marina, dove Senna mette in mare. Drusolina vidde una nave che per fortuna era entrata nel golfo di Senna: ella fece cenno col velo. E' marinai si maravigliarono, perché in quel tempo non era abitata quella parte di quella selva, e presto mandarono uno battello a terra con quattro remi; e giunti, la dimandarono chi ella era. Rispuose loro ch'era una donna d'assai gentile lignaggio, che aveva rotto in mare ed era istata tre giorni in queste selve; «e campai con due miei figliuoli, e quello leone me n'ha mangiato uno, e l'altro m'ha tolto». E i marinai non volevano venire a terra per la paura ch'avevono del leone. In questo il leone si partí dalla riva ed entrò nel bosco; e i marinai vennono presto a terra, e tolsono Drusolina nel battello. Come ella fu drento, e il leone tornò alla riva. E' marinai fuggivano fra mare, e 'l leone posò il fanciullo allato all'acqua in su la bagnata rena, e ritornossi nella selva. Drusolina s'inginocchiò, e tanto pregò e' marinai, ch'eglino ebbono piatá di lei e del fanciullo, e ritornarono alla riva, ed ella riprese il fanciullo, e tornò nel battello. E come si partirono dalla riva, apparí el lione, e gittossi a nuoto; e' marinai vogavano, e pareva loro che il leone andasse sopra all'acqua come per terra, e a Drusolina pareva che egli notasse forte, che giunse la nave, e saltò in nave, e posesi a sedere a' piedi di Drusolina, e poi a giacere. Ed ella subito, ispirata da Dio, pensò che questo era miracolo, e pensò che 'l lione era il piú gentile animale inrazionale che fosse, e raccordossi delle leggende di certi santi e cominciò a dire a' marinari che non avessino paura, ch'egli era suo marito, immaginando che Iddio gliele avesse mandato per compagnia. E disse: «Questo è suo figliuolo». E disse: «Sappiate ch'i' sono figliuola di re e moglie di re». Disse uno marinaio: «Egli è ben vero, ch'egli è re dell'altre bestie». Giunti alla nave, entrarono dentro; ma il padrone non voleva in nave el lione; ma tanto il pregarono, che lo tolse in nave. E 'l padrone molto guatò Drusolina, e dimandolla come ella aveva nome, e come era arrivata, e chi ella era. Ella disse a lui come ella aveva detto a' marinai, e disse che aveva nome Rosana; e 'l padrone pure la guatava. Ed ella fece orazione a Dio che l'aiutasse, temendo di non ricevere vergogna. El padrone le fece dare da mangiare e da bere, e ritornolle il colore piú vivo. Allora il padrone ne innamorò piú forte, e, rabbonacciato il mare, entrarono in alto mare, navicando con buono vento. Di giorno in giorno il padrone innamorò tanto, che egli diliberò di fare di Drusolina il suo piacere, e comandolle che andasse in santina. Ella conobbe il suo mal pensiero, e pregavalo per Dio che egli non le facesse violenza, ed egli comandò a' marinari che la pigliassino e per forza la mettessino in santina, ed egli fu il primo che la volle pigliare. Allora il lione si gli gittò a dosso e tutto lo smembrò, e uccise quattro de' marinari; gli altri dimandorono merzé e perdono a Drusolina, ed ella perdonò loro. El lione si pose a giacere, e Drusolina s'inginocchiò, e rendè grazie a Dio della buona compagnia ch'e' gli aveva mandata. E' marinari dissono: «Madonna, el padrone della nave è morto; la nave è vostra: comandate in qual parte volete andare». Ella disse: «Portatemi in Iscondia». Questa cittá di Scondia si chiama oggi Salance, ed è presso a Bruggia a quaranta miglia verso la Magna. Cosí la condussono in Iscondia; e giunti in porto, la novella andò per la cittá, come era in porto una nave d'uno lione che aveva moglie e figliuoli. Drusolina s'acconciò per modo la faccia con erbe e con unzioni, che mai persona non la riconobbe, e stava molto velata e col viso coperto; e fornissi di queste cose alle spese del padrone ch'era morto.

Lo re Balante, udendo questa maraviglia, che uno lione avesse moglie, venne insino al porto per vedere. Quando vide questo, si fe' grande maraviglia, e disse: «Donna, se voi volete dimorare in questa cittá, io vi prometto di darvi drento al mio palazzo uno bello alloggiamento per voi e per lo leone, e non vi mancherá niente». Drusolina accettò, e andonne col re Balante suo padre; ma egli non la conosceva, ma Drusolina cognosceva bene lui; e fulle assegnata una camera e una sala con uno giardino e con ogni cosa che fa di bisogno alla vita dell'uomo e della donna. E tenevasi lo re Balante a grande degnitá questa cosa; e 'l lione dormiva in camera, e sempre guardava Drusolina e 'l fanciullo.

Stette anni diciotto in Iscondia sconosciuta, ed era chiamata Rosana; e il figliuolo fu chiamato Ottaviano del Lione, e chiamavasi per tutto cosí, perché ognuno credeva di certo che egli fusse figliuolo del lione.

Questa nominanza andò insino in levante al vecchio Danebruno, soldano di Bambillonia d'Egitto, come Balante aveva uno lione che aveva moglie e figliuoli d'una donna umana, e 'l figliuolo uomo ch'aveva anni diciotto. E 'l soldano gli mandò uno ambasciadore, che gli mandasse el lione e la moglie del lione e 'l figliuolo. Balante, temendo la forza del soldano, immaginò che un'altra volta non lo assediasse, come giá fece per lo passato, e di questo prese gran pagura, e disselo a Rosana, moglie del lione. Ed ella rispose che non vi voleva andare, e che, se egli non la volesse in Iscondia, che egli la rimettesse in su la nave, e anderebbe a sua ventura. Lo re Balante rispose agli ambasciadori che non la voleva sforzarecacciare del regno. Gli ambasciadori si partirono e tornorono al soldano: dando la volta tra la Franza e l'Inghilterra, girando tutta Spagna, entrarono per lo stretto di Gibiltar; costeggiando tutta l'Africa e Libia, giunsono in Egitto dal soldano.




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