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Andrea da Barberino I reali di Francia IntraText CT - Lettura del testo |
Vedendo Ottaviano del Lione piangere la reina di Scondia e Drusolina, sua madre, le confortò e disse: «Se io avessi arme, io andrei alla battaglia, e credo per la virtú dello Iddio di mia madre che io vincerei il soldano». Disse la reina: «Per arme non rimanga! Io ti darò le migliori arme del mondo e la migliore spada, la quale fu di Fioravante, re di Franza». Ella e Drusolina l'armarono. Com'egli fu armato, disse la reina: «Io ti voglio fare cavaliere». Ma Drusolina disse: «Io lo voglio fare cavaliere, io, imperò che io sono figliuola di re e moglie di re». Rispuose la reina e disse: «O Rosana, tu di' vero, imperò che 'l lione è re di tutte le bestie». Drusolina lo fe' cavaliere e dissegli: «Sia valente della tua persona com'è tuo padre e quelli della tua schiatta». La reina e gli altri credevano ch'ella dicesse: sia valente come la schiatta de' lioni. Armato, Ottaviano fece armare quanta gente era nella cittá, e uscí della cittá con gran gente armata a cavallo.
Essendo fuori della cittá, el romore si levò nell'oste del soldano, il quale mandò a sapere chi era quello che era capitano di quelli di Scondia. Fugli risposto ch'egli era il figliuolo del lione, il quale volentieri combatterebbe a corpo a corpo col soldano. El soldano accettò la battaglia, piú per vaghezza di vederlo che per combattere; e armossi e venne al campo contro a Ottaviano, e pregavalo che gli piacesse d'andare con lui in Bambellonia dal padre suo Danebruno, che lo farebbe gran signore. Ottaviano rispose: «Insino ch'io non ho racquistato lo re Balante, non potete avere nessuno patto meco». El soldano s'adirò, e presono del campo, e dieronsi due grandi colpi; e 'l soldano cadde a terra del cavallo, e arrendessi a Ottaviano. E menollo nella cittá prigione, e disse: «O soldano, se voi volete campare la vita, mandate per lo re Balante». El soldano fece una lettera di sua mano, suggellata del suo anello del segreto, che 'l re Balante gli fusse mandato con tutti gli altri ch'erano prigioni; e mandato uno famiglio con la lettera nel campo, fu rimandato lo re Balante con molti altri. E quando fu in su la sala, molto ringraziò Ottaviano e Rosana, moglie del lione. Allora parlò il soldano verso Ottaviano, e disse: «Ecco lo re Balante: son io libero?». Rispose Ottaviano: «Se voi vi volete levare di campo, voi siete libero a ogni vostro piacere». El soldano giurò di partirsi di campo con tutta l'oste, e poi disse verso Ottaviano: «Io ho una mia figliuola molto bella: se tu volessi fare meco parentado, io te la darò per tua mogliera per la tua valentia». Ottaviano se ne rise, e disse: «Io la voglio prima vedere». Allora fece pace Balante col soldano, e mandò Balante in persona nel campo per la moglie e per la figliuola. E come Ottaviano la vidde, fue innamorato di lei, e andonne a Drusolina, e domandolla se ella voleva che la togliesse. Ella rispose di sí, si veramente che egli non andasse col soldano in levante; e cosí giurò nelle mani della madre. E fatto il patto, la sposò, e fecesi le carte come il soldano gli dava di dota la quarta parte del suo reame, la parte che venia verso Libia, tra Egitto e la Morea; e fatte le carte, la tolse per moglie, e fecesi gran festa. Lo re Balante lo fece suo erede di tutto il suo reame dopo la sua morte. E 'l soldano entrò in mare, e tornò in Ispagna; e poi rientrò in mare, e tornossi in Egitto in Bambillonia.