Indice | Parole: Alfabetica - Frequenza - Rovesciate - Lunghezza - Statistiche | Aiuto | Biblioteca IntraText
Andrea da Barberino
I reali di Francia

IntraText CT - Lettura del testo

Precedente - Successivo

Clicca qui per nascondere i link alle concordanze

LIBRO III

Capitolo I.

Qui comincia il terzo libro della gesta di Gostantino imperadore di Roma,

e trattasi d'Ottaviano del Lione, come andò in Egitto per acquistare

la dota della sua mogliera.

 

Regnando Gisberto, re di Franza, e Ottaviano, re di Scondia, fu manifesto a Ottaviano come il suo suocero era morto, ed era rimaso l'avolo della sua moglie signore, ed era vecchio, e aveva nome Danebruno. Ottaviano diliberò fare passaggio per acquistare la dota della moglie, la quale gli fu promessa in Iscondia pel suocero, la quarta parte della signoria inverso Libia; e ragunato suo consiglio, molti si profersono fargli compagnia, fra' quali fu Gisberto di Guascogna e Giliante di Mondres, che giurò fargli compagnia insino alla morte. Diliberato Ottaviano questo acquisto, richiese Gisberto re di Francia, suo fratello, d'aiuto, ed egli gli diede quarantamila combattitori e tutto il naviglio che gli bisognava, e la vettuvaglia: Ottaviano fece altri ventimila d'altra gente da cavallo e da pie'. Con questa gente entrò con grande naviglio in mare, e verso levante prese suo viaggio, e per molti giorni navicò. Passando molti paesi, giunse nel mare Libicon tra la Morea e l'Egitto nelle parti di Libia, e prese terra a una cittá che si chiamava Nobia la grande, la quale era capo del reame di Renoica. E come fu smontato, combattè questa cittá e presela per forza, perché la trovò sproveduta. Perché erano stanchi del mare, fu loro grande rifrigero e riposo, ed ebbe speranza d'acquistare tutto il reame di Renoica.

Ma la novella andò al soldano d'Egitto, ch'era in molta vecchiezza; nondimeno era molto grande e di forte natura, e aveva piú di centocinquanta anni. Sentendo come Ottaviano gli aveva tolto Nobia, ragunò grande moltitudine di gente: Egizi, Arabi, Etiopi, Libiani, gente di Soria ed Indiani, e della Morea e d'Africa e di Caldea e di strane e di diverse nazioni condusse contro a Ottaviano; e quando fu presso alla cittá di Nobia a una giornata, fece cinque schiere; e fue el suo campo trecentosessanta migliaia d'infedeli. La prima schiera diede al re Dormarion con ventimila arcieri del regno d'Etiopia (parve a' cristiani, quando da prima gli sentirono, ch'eglino abbaiassono come cani per la strana favella); la seconda condusse lo re Cariprodas con quarantamila del regno di Polismagna, armati a cuoi cotti con bastoni nerbati e ferrati; la terza guidò Amustirion, re di Carmaria presso all'India, tutti Tarteri con grande faccie (la maggiore parte mangiavano la carne cruda come cani): questa schiera furono sessantamila, disarmati d'arme di dosso, ma avevano lance, dardi e archi; la quarta condusse Filopar, nipote di Danebruno, e questa furono ottantamila; la quinta condusse il vecchio Danebruno con tutto il rimanente del l'oste; e con gran boce venivano verso Nobia, con grande urla minacciando Ottaviano e la sua gente. Ed era in quel tempo imperadore di Roma Teodosio e Valenziano, ed era papa Filice, che fu romano, negli anni domini quattrocentotrentotto. E giunti presso alla cittá di Nobia, pareva ch'el mondo si dovesse disfare di grida e d'urli e di suoni istrani.




Precedente - Successivo

Indice | Parole: Alfabetica - Frequenza - Rovesciate - Lunghezza - Statistiche | Aiuto | Biblioteca IntraText

Best viewed with any browser at 800x600 or 768x1024 on Tablet PC
IntraText® (V89) - Some rights reserved by EuloTech SRL - 1996-2007. Content in this page is licensed under a Creative Commons License