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Andrea da Barberino
I reali di Francia

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Capitolo VIII.

Come il re di Spagna ordinò le schiere alla battaglia, e Riccieri ordinò

le sue; e la battaglia che si fece, e la morte di molti da ogni parte;

e come Gisberto uscí di prigione.

 

Lo re Sadraponus di Spagna ordinò di sua gente quattro schiere. La prima diede al re Libanorus di Lusintania con trentamila; la seconda diede al re Arlottius di Portogallo con trentamila; la terza diede al re Balisdach di Granata, e questa furono quarantamila; la quarta e utima tenne per sé, e questa furono cinquantamila; ed era in ogni schiera molti signori, conti, duchi e marchesi.

Quando Riccieri seppe ch'e' saraini si schieravano, fece quattro schiere. La prima furono diecimila armati, e questa diede all'abate Riccardo di Sansogna, e comandogli che egli assediasse il castello Arbineo, che non si partissi, e non ne lasciassi uscireentrare persona, «perché io non vorrei che 'l re Gisberto ne fosse cavato e menato altrove». La seconda schiera, che fu la prima alla battaglia, diede a Corvalius d'Ordret con diecimila, e cornandogli ch'andasse destramente contro a' nimici; la terza diede a Bovetto, figliuolo d'Ottaviano del Lione, con quindicimila; la quarta e utima tenne per sé (questa furono venticinquemila); e tutto il carriaggio mandò in su la piaggia del monte, per modo che 'l campo de' nimici non lo vedevano. E giá si rapressarono tanto l'una schiera all'altra, che le saette s'aggiugnevano. El valente Corvalius si mosse con una lancia in mano, e riscontrossi col marchese Cartilio di Lusintania, e morto l'abatté a terra del cavallo; e tratta la spada, entrò fra' nimici, faccendo gran fatti. Lo re Libanorus entrò nella battaglia, e uccise Angelieri di Parigi e molti altri. L'una gente percotea nell'altra; molti cadeano morti da ogni parte. Ma e' cristiani erano meglio armati, e stavano serrati insieme, per modo che morivano molti piú saraini che cristiani, e non potevano sofferire, e cominciarono a perdere molto campo. Lo re Libanorus tornò alle sue bandiere faccendo sonare a raccolta; ma in quella parte si volsono e' cristiani e 'l franco Corvalius, e quivi si cominciò la battaglia piú fiera: l'uno morto cadeva sopra all'altro. E aboccato Corvalius col re Libanorus, si feriano aspramente delle spade; e rimanea perdente lo re Libanorus, se la seconda schiera non fosse entrata nella battaglia, ciò fu lo re Arlottius di Portogallo. Questa schiera misse in mezzo la schiera di Corvalius, e fu a pericolo di perdersi tutta questa schiera; ma l'abate, ch'era in sul monte, mandò a dire a Bovetto che gli soccorresse. Quando Bovetto entrò nella battaglia, veramente egli entrò el lione fra le minute bestie; e 'l primo colpo con la lancia uccise Pilias, fratello del re Arlottius di Portogallo, per cui si levò gran romore. E 'l re Arlottius sentí la morte del fratello; corse in quella parte dov'era Bovetto, e fugli detto: «Quello cavaliere uccise Pilias, vostro fratello». Egli impugnò una lancia, e ferí Bovetto amaramente nel costato, e lasciògli il troncone fitto. Allora Bovetto uscí della battaglia, e disarmossi, e fasciossi la piaga, e adirato si riarmò, e tornò nella battaglia. In questo mezzo lo re Libanorus e lo re Arlottius, combattendo con Corvalius, gli uccisono sotto il cavallo, e le sue bandiere furono gittate per terra; ed egli, ferito di due piaghe, a pie' si difendeva. E giá cominciavano e' cristiani a fuggire, quando Bovetto rientrò nella battaglia gridando alla sua gente: «Dove fuggite, per morire? Se voi siete cacciati di campo, tutti sarete morti. Noi siamo di lungi dalle nostre terre, e siamo nel mezzo de' nimici: meglio è morendo uccidere chi uccide noi, che fuggire». E fecegli volgere come disperati alla battaglia; e Bovetto gittò via lo scudo, e prese a due mani la spada. Or chi potrebbe dire quanto fu grande l'assalto de' cristiani cavalieri? Bovetto, correndo per lo mezzo della schiera, giunse dov'era Corvalius, combattuto da due re e da molta gente, e giá aveva perduto tanto sangue, che tosto sarebbe mancato: Bovetto ferí lo re Arlottius di Portogallo e per mezzo gli divise la testa. E morto questo re, e' cristiani ripresono ardire, e' saraini abbandonavono il campo; e arebbono dato tutti le spalle, se la terza schiera sotto il re Balisdach non fosse entrata in battaglia. Questa schiera faceva gran danno a' cristiani, se Riccieri non avesse mandato Eripes di Brettagna con diecimila alla battaglia. Allora fu la grande battaglia. Eripes francamente combattea, e nella giunta uccise Brunas, cognato del re di Spagna, fratello della reina. Allora uscí Corvalius della battaglia, e tornò all'ultima schiera e disarmossi e medicosse. E Riccieri lo mandò a guardare il castello, e mandò per l'abate Riccardo, e diegli cinquemila cavalieri, e mandollo alla battaglia. Questo abate entrò nella battaglia, e con la lancia in mano scontrò il re Libanorus di Lusintania, e tutto lo passò, e morto l'abatté. Per la cui morte e' saraini volgevano le spalle; ma lo re Sadraponus di Spagna entrò nella battaglia con tutta la gente, e per forza furono e' nostri cristiani messi indrieto: insino alle bandiere di Riccieri perderono campo.

In questo mezzo la figliuola del castellano era andata alla pregione al re Gisberto, e dissegli come e' cristiani avevano assediato il castello; ed ora gli andò a dire della battaglia. Gisberto la pregò che, s'ella lo potesse cavare di prigione e armarlo, ch'ella il facesse, e promissele di farla la piú alta donna che mai fosse di suo legnaggio. E quando e' saraini aveano rimessi e' cristiani insino alle bandiere, come detto è di sopra, el castellano con quattrocento armati assali la gente ch'era posta a guardia del castello; e l'uno e l'altro romore molto spaventò e' cristiani: tutti quelli del castello erano su per le mura, chi non era col castellano. La damigella andò alla prigione, e cavonne Gisberto, e armollo, perché persona non la vidde, che le donne e gli uomini erano su per le mura e su per le torri. Gisberto, armato, montò in sul suo cavallo; e quando si mosse e andava verso la porta, el franco Corvalius d'Ordret, con tutto ch'egli fosse ferito, si volse contro a quelli del castello con molti armati, e fu grande la forza, che strettamente gli rimetteva drento. Allora giunse Gisberto alla porta alle spalle al castellano, e cominciò grande uccisione, e quelli del castello credettono che e' cristiani avessino scalato il castello e fossino entrati drento, e cominciarono abbandonare la porta. Allora Corvalius, vedendo abbandonare la porta, si misse a seguire, ed entrarono drento, e presono el castello per forza: el castellano fuggí in una rocca molto forte, e tutto l'altro castello fu preso. Gisberto lasciò drento Corvalius, e raccomandògli quella damigella; ed egli uscí fuori del castello con ottomila, e soccorse il campo de' cristiani.




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