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Andrea da Barberino
I reali di Francia

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Capitolo IX.

Come per la virtú di Gisberto e' cristiani ruppono il re di Spagna,

e la morte di molti re e signori, e la presura del castello.

 

Gisberto re di Franza, uscito del castello, entrò nella battaglia con tanta tempesta ch'e' saraini si tirarono indrieto, e subito fu palese, nell'una parte e nell'altra, e' saraini ripieni di paura, e' cristiani d'ardire. Le grida si levarono nell'oste di Riccieri, l'abate Riccardo, Riccieri paladino, Eripes di Brettagna gridando alla loro gente: «Ferite francamente, ché 'l re Gisberto è fuori di prigione. Vedete le bandiere dell'abate in su le torre del castello! Gisberto è nella battaglia». Allora fu tanta allegrezza nel campo, che tutte le bandiere furono portate nella folta battaglia; e' saraini cadevano e traboccavano per terra da ogni parte. Gisberto s'aboccò col re Sadraponus di Spagna, e combattendo l'uccise; e 'l franco Bovetto uccise il re Balisdach di Granata, e tutte le bandiere gittarono per terra; e fu fatta grande uccisione di gente saraina, e furono rubati tutti i loro padiglioni, e non si tolse niuno a prigione. Quando e' cristiani tornarono alle loro bandiere, non fu mai fatta tanta allegrezza, quanto fu quella per lo re Gisberto, che era guarito e ritornato e fuor di prigione, e per la vettoria e per lo castello. A furore tutta l'oste andò a combatter la rocca del castello di monte Arbineo, dov'era rifuggito il castellano che avea messo Gisberto in prigione; per forza fu presa la rocca e disfatta, e Gisberto fece legare quello castellano a uno legno in alto, e fece venire arcieri, e disse: «O castellano, se tu ti fai cristiano, io ti perdonerò la vita; quando che no, io ti farò saettare». Rispuose quel cane: «Fi' di cane, togli!» e sputò verso Gisberto. Allora comandò che lo saettassino; e cosí morí, e fu disfatto tutto il castello e spianato. E tornarono tutti i signori con Gisberto a Parigi, dove si fe' grande allegrezza della sua tornata. Gisberto fece sposare la damigella che lo cavò di prigione a quello donzello che recò la lettera in Franza; e donògli presso a Parigi uno ricco castello; e fu battezzato, e postogli nome Teris Bonoami, e alla damigella posono nome Diamia, e imprima aveva nome Galiziana: di loro nacque molti figliuoli e figliuole.




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