Indice | Parole: Alfabetica - Frequenza - Rovesciate - Lunghezza - Statistiche | Aiuto | Biblioteca IntraText
Andrea da Barberino
I reali di Francia

IntraText CT - Lettura del testo

Precedente - Successivo

Clicca qui per nascondere i link alle concordanze

Capitolo XI.

Come Artifero e' fratelli e' nipoti levarono campo da Melano, e andorono contro

al re Gisberto ch'era a campo a Novara; e la prima battaglia che feciono.

 

Sentendo Artifero come lo re Gisberto era a campo intorno a Novara, levò campo da Melano, e andò verso e' cristiani. E quando s'apressorono a' nimici, fece tre schiere: la prima diede a' due traditori, Arcadio e Riccardino, con ottomila, e la seconda diede a Camireo, suo fratello, con diecimila; la terza diede a Carpidio, l'altro suo fratello, con tutto il resto. E tutto il andarono, poi che furono schierati, pianamente verso e' cristiani, e la sera s'accamparono tre miglia di lungi dal loro campo. L'oste de' cristiani corse ad arme; e fece Gisberto quattro schiere: la prima fu dell'abate Riccardo con diecimila; la seconda diede a Corvalius con quindicimila; la terza diede a Eripes di Brettagna e a Ughetto di Dardenna e a Valenziano di Baviera con quindicimila; la quarta tenne con seco e Gulion di Baviera e Bovetto suo nipote; e aspettavano che 'l apparisse per dare la battaglia.

Ma Artifero mandò la notte le sue schiere da tre parti a assalire il campo de' cristiani, e comandò che al fare d'un segno tutte e tre a una otta assaltassino in sul fare del . Come fu l'ordine dato e fatto il cenno, el campo fu assalito. Artifero era con Camireo, e assalí la schiera dell'abate Riccardo, e andò insino alle sue bandiere, e giunse, quando l'abate montava a cavallo, con grande frotta d'armati intorno all'abate, e per forza d'arme l'uccisono, e tutte le sue bandiere gittarono per terra; e furono morti molti cristiani. E rotto questa schiera, e morto l'abate Riccardo, Artifero e Camireo si dirizzarono verso il campo di Gisberto. La schiera de' due traditori, cioè d'Arcadio e di Riccardino, assalirono la schiera di Gisberto molto fieramente, e corse Arcadio insino al padiglione, e come giunse, assalí il padiglione con molti armati; ma egli era fuori del padiglione quattromila armati, e facevano gran difesa. In questo punto Bovetto era al suo padiglione. Udí il romore ch'era al padiglione del re, s'armò in fretta, e con la sua gente di Scondia corse al romore, e giunto nella nimica gente, conobbe essere nimici. Gridò a' suoi: «Ferite a questi cani!». E arrestò sua lancia, e il primo ch'egli percosse fu Riccardino, e abattello morto; e la loro schiera fu rotta dalli Scondii, e le bandiere loro gittate per terra. Arcadio sentí che la sua gente fuggiva; volle tornare in fuga, ma egli scontrò la gente di Bovetto, e fugli morto il cavallo, e a pie' si difendeva. E quelli ch'erano corsi con lui al padiglione di Gisberto furono tutti morti, e poca difesa fece Arcadio, che fu preso. Corvalius fu assalito da Carpidio, e la sua schiera si serrò insieme, e stretti si difendevano; ma Eripes e Ughetto e Valenziano gli soccorsono, e francamente si difendevano. Ma eglino furono assaliti da Artifero e da Camireo; e allora arebbono perduta la battaglia, e con gran danno, se non fosse il re Gisberto e Bovetto che gli soccorsono. Per questo e' saraini si ritrassono indrieto, e presono la costiera d'uno poggetto; e' cristiani si ristrinsono alle bandiere. Giá era levato il sole, quando l'uno e l'altro campo si ristrinse e radusse indrieto.




Precedente - Successivo

Indice | Parole: Alfabetica - Frequenza - Rovesciate - Lunghezza - Statistiche | Aiuto | Biblioteca IntraText

Best viewed with any browser at 800x600 or 768x1024 on Tablet PC
IntraText® (V89) - Some rights reserved by EuloTech SRL - 1996-2007. Content in this page is licensed under a Creative Commons License