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Andrea da Barberino I reali di Francia IntraText CT - Lettura del testo |
Quando l'oste di Gisberto fu ridotta a' padiglioni, viddono il danno che avevano ricevuto. Tutti furono ripieni d'ira e di furore, e dicevano al re ch'andasse a assalire e' saraini. Gisberto non volle che per quello dí piú si combattesse; ma egli promisse la battaglia per l'altro giorno; e questo fu per ispie notificato nella gente de' nimici. Ancora minacciò Gisberto di disfare la terra di Novara, s'eglino rompessino prima e' saraini ch'eglino s'arrendessino. Questo fu palese nella terra; e per paura, essendo il dí in su l'ora di vespro, si levò drento il romore, e' cittadini uccisono la gente d'Artifero, e arrenderonsi al re di Franza; ed egli fe' pigliare la cittá, e misse in punto sua gente per volere l'altra mattina dare la battaglia.
Ma quella notte medesima li tre fratelli levorono campo e partironsi. Come Gisberto lo seppe, divise sua gente in tre parti: la prima guidava Bovetto e Ughetto, e seguitava la traccia con ventimila; e l'altra guidava Gisberto e Gulion di Baviera e Eripes; e l'altra, che era il retiguardo con diecimila, guidava Corvalius; e non fu ben chiaro il giorno che entrarono in cammino.
In questo mezzo i tre gioganti, Artifero e Camireo e Carpidio, passando per lo terreno di Melano, predarono e rubarono e missono a fuoco; e indugiarono il camminare, credendo che 'l re Gisberto non si partissi cosí tosto da Novara: ma quando s'aviddono che Bovetto era giá tra loro, abbandonorono la preda, e, piú fuggendo che difendendosi, si radussono drento da Monza, e ivi furono assediati dall'oste del re Gisberto.
Quando Alfideo seppe come egli era stato soccorso, uscí di Melano, e venne nel campo al re Gisberto, e inginocchiossi a lui egli e uno suo figliuolo che aveva nome Fiovo (e l'altro, ch'avea nome Durante, era alla guardia di Lodoenza, cioè di Lodi), e ringraziarono molto il re Gisberto, e portorongli le chiavi di Melano. El re le prese, e poi gliele rendé, e rendégli la signoria di Novara, e presentògli il suo figliuolo Arcadio; ed egli lo mandò a Melano, e fegli tagliare la testa. Poi ebbe licenza dal re Gisberto, e andò a assediare Pavia, e puosevi il campo; ma non la potè avere per insino che non fu presa Monza.