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Andrea da Barberino
I reali di Francia

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Capitolo XIV.

Come Gisberto fece uccidere Carpidio, e come Gisberto

fu morto da una saetta avvelenata da quegli di Monza.

 

Ordinata la guardia per tutto intorno alla terra, Carpidio vidde ardere amendue e' corpi de' fratelli presso alla porta di Monza. Per questo, come disperato, la notte uscí della terra e assalí il campo de' cristiani, e per grande ardire corse insino all'antiguardo, non credendo che vi fosse tanta forza. Con lui s'aboccò Corvalius, e cominciorono insieme la zuffa. E tutto il campo correva al romore, e furono rimessi e' saraini drento. Ma Corvalius non lasciò mai la battaglia con Carpidio, e fugli morto el cavallo, e fu preso e menato al re Gisberto, il quale n'ebbe grande gioia, e fello menare dinanzi a Bovetto. Ed egli lo domandò se egli si voleva battezzare. Rispuose: «Io vorria prima essere trainato a coda di cavallo». Bovetto lo rimandò al re Gisberto, e fe' pregare 'l re che gli perdonasse, se egli tornasse alla fede cristiana. L'altra mattina lo re Gisberto fece apparecchiare allato alla Porta una colonna di legno ritta, e fecevi suso legare Carpidio, e domandollo piú volte che egli si battezzasse, ed egli sempre piú perfidamente rispondea. Gisberto comandò a dugento arcieri che lo saettassino, ed era ignudo in su la colonna legato. E lo sventurato re Gisberto lo stava a vedere saettare; e non si guardando, venne dalle mura della terra o dal fosso piú basso una saetta d'una spingarda avvelenata, e giunse nel camaglio dell'elmetto, e passò a Gisberto tutto il collo; e cadde a terra del cavallo, e fu portato a' padiglioni e sferrato e medicato; ma egli morí la notte vegnente. E funne grande tristizia nel campo, e 'l corpo fu portato a Melano e imbalsimato, e poi fu portato a Parigi. Cosí morí lo re Gisberto Fier Visaggio. Tutti e' baroni giurarono di non si partire d'assedio, che disfarebbono la terra. E fue fatto due castella di legname, e in capo d'uno mese fu presa la cittá di Monza e disfatta insino a' fondamenti, e non campò persona che vi fosse drento. Ma poi da ivi a poco tempo fu cominciata a rifare, insino che 'l re Atilla «fragellum dei» venne d'Ungheria, che la disfe' con molte altre.




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