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Andrea da Barberino I reali di Francia IntraText CT - Lettura del testo |
Il duca Bovetto, seguendo la riva del fiume detto Tamis, essendo presso a Londra a una giornata in una bella prateria, viddono e' loro nimici che venivano contro a loro, ed erano assai maggiore moltitudine. El loro re aveva nome Falsargi, ed erano molto grandi di statura: questa gente avevano sottoposta l'Inghilterra alla loro signoria anni venti, quando Bovetto v'andò. Adoravano le stelle e 'l sole e la luna. Questa gente sono chiamati di loro patria Cimbrei e Liombros, e alcuni gli chiamano Alzimenii, e sono molto grandi di statura. Questi avevano presa tutta l'isola, e lo nome dell'Ingloys si diedono eglino, perché la lingua loro voleva dire Inghilesi, ed eglino dicevano Ingloys, e però furono cosí chiamati in Inghilterra.
Essendo apressato l'uno all'altro campo, Bovetto ragunò tutti i caporali e baroni intorno a sé, e disse loro: «Noi siamo venuti per pigliare e non per essere presi: a noi fa bisogno di difendere, o noi siamo tutti morti». E ordinò ch'ognuno fosse armato, e fe' tre schiere: la prima diede a Corvalius con diecimila; la seconda diede a Ughetto con quindicimila; la terza tenne per sé, e misse tutto il carriaggio drieto a tutte le schiere. E' nimici venivono sanza schiere, ma tenevano di larghezza dugento braccia e non piú; ma il fine di loro non si vedeva, e venivano pianamente. Quando s'apressarono, veniva inanzi a tutti il loro re armato in su uno grande cavallo. Essendo circa di quattro cento braccia l'una gente presso all'altra, si fermarono gli Ingloys, e cosí ferono e' cristiani. Allora fece il loro re segno di volere combattere. Subito si fe' inanzi Corvalius; e apressato a lui, lo domandò chi egli era; ed egli rispose: «Io sono Falsargi, re di questa isola; ma dimmi se tu se' Bovetto». Rispose Corvalius: «Io fui figliuolo di Giliante: nimico sono di tutta vostra falsa legge e fede. O malvagio re Falsargi, come hai tu auto ardimento di pigliare questa isola, essendo de' cristiani? Ma tu poco la goderai, che te e tutta tua gente metteremo a morte». Disse Falsargi: «Se tu comandi alla tua gente che stiano saldi insino che noi due combattiamo, io ti caverò la lingua, con che tu hai parlato, con le mie mani». Corvalius comandò alla sua schiera che non si movessino a fare battaglia, se la gente nimica non si movesse, e tornò al nimico, e sfidaronsi l'uno l'altro, e con le lance si dierono grandi colpi. E rotte le lance, trassono le spade; ma Falsargi prese uno bastone, e cominciorono grande battaglia. Bovetto, non sentendo il romore, venne insino dinanzi, e vidde questa battaglia, e pose mente agli ordini della loro gente. E tornato a Ughetto, gli comandò ch'egli passasse il fiume di Tamis con semila a cavallo, e che egli andasse tanto, che egli assalissi alla codazza de' nimici; ed egli cosí fece. E cavalcò per certe boscaglie tanto, che egli vidde il fine de' nimici; allora passò il fiume di verso loro, e assaltògli con fiera battaglia. El romore fu levato. Bovetto gridò alla sua gente che entrassino nella battaglia, ed egli con una lancia andò a ferire Falsargi, che aveva el migliore della battaglia, e diegli un colpo che lo fece cadere. E quando si rizzò, bestemmiò tutti e' suoi iddei, e 'l suo cavallo fuggiva verso e' suoi. La gente cristiana assalirono e' nimici, e Falsargi era da molti percosso, e menando uno colpo del bastone a uno che ferí d'una lancia, gli uccise il cavallo e correva a dosso al cavaliere: alzò il bastone e tutto il capo gli disfece. Ma in quello punto Corvalius, essendogli da lato, gli misse la spada tra 'l capo e le spalle, e levògli la testa dallo 'mbusto; e per la sua morte e per l'assalimento che fece Ughetto el campo loro si misse tutto in fuga, e peggio si facevano tra loro, che non facevano e' cristiani. Bovetto ristrinse tutte le schiere in una, e dava loro la caccia: insino a Londra gli seguitò. Quelli di Londra, come viddono le bandiere de' cristiani, subito furono all'arme, e tutti gl'Ingloys cacciarono fuori, e corsono la terra per loro. Bovetto sentí come uno fratello di Falsargi era a una terra che ha nome Alpeon; ed egli n'andò lá con l'oste, e trovò ch'egli era fuggito, e seguillo insino alla marina, e ivi lo giunse e sconfisselo; e fu morto dalla sua gente medesima. Per campare la vita lo rappresentarono a Bovetto; ma egli come traditori gli fe' tutti tagliare e uccidere; e auta la vettoria, s'accampò in su la marina in una bella rivera. E quivi morí la moglie di Bovetto. Quello saraino che fu morto qui, che era fratello di Falsargi, aveva nome Anteron: Bovetto, per lo nome di costui e per lo nome della sua donna ch'avea nome Librantona, fece una cittá in questo porto in sul mare, e posegli nome Antona; e cosí fu sempre chiamata.