Indice | Parole: Alfabetica - Frequenza - Rovesciate - Lunghezza - Statistiche | Aiuto | Biblioteca IntraText |
Andrea da Barberino I reali di Francia IntraText CT - Lettura del testo |
Brandoria, investigata e tentata dal dimonio, essendo giovane piena di lussuria piú che di buono amore, pensando ne' suoi ardenti pensieri; non vedeva in che modo uccidere il duca e dare la signoria a uno nuovo amante, temendo, s'ella manifestasse il suo pensiero a veruno signore, che quello signore non la tradisse come ella tradiva il suo signore. E per molti giorni stette in su questo pensiero: alla fine seppe come il duca Guido aveva morto il conte Rinieri di Maganza; e come del conte Rinieri era rimasi due figliuoli, ciò era Duodo e Alberigo, ed erano d'etá di trentacinque anni, ed erano molto belli uomini, e ancora non avevano moglie nessuno di loro. Pensò fra sé: «Costoro amano di fare la vendetta del padre loro, e sono giovani assai. Duodo si confá a me, e io mi confarò a lui». E fatta sua immaginazione, essendo andato un dí il duca Guido a cacciare, ella chiamò uno suo sagreto famiglio, che aveva nome Antonio, ma era chiamato Gascon, perché egli era di Guascogna, e dissegli: «Gascon, egli è di bisogno che tu mi servi d'una ambasciata». El sergente si gittò a' sua piedi ginocchione, e tutto si proferse a lei: ella lo fe' giurare e impalmare di non manifestare mai sua ambasciata, ed egli cosí le giurò. Disse Brandoria: «A te conviene andare in Maganza, e non guardare che sia lungo il cammino, che io ti meriterò il servigio; e porta questa lettera sagretamente a Duodo da mia parte». Disse Antonio: «O madonna, egli è mortale nimico del duca Guido!». Disse Brandoria: «Io lo so meglio di te: va' e fa' il mio comandamento, che tu dei credere che io amo poco questo vecchio puzzolente e canuto». El famiglio la 'ntese subito a queste parole: prese la lettera ed entrò in mare nel porto d'Antona, e navicando venne al porto di Salance, e poi a Pontieri e ad Argentifa, e passò el Reno, e giunse in Maganza dinanzi a Duodo, e al sagreto gli fe' la sua ambasciata. Duodo sapeva chi era la dama, come era giovane e bella, e per molti buffoni aveva saputo come ella amava poco il duca Guido: nondimeno non si fidò leggerimente; ma poi ch'ebbe letta la lettera, disaminò molto il messo, e apresso prese consiglio col suo fratello Alberigo, e lessegli la lettera, la quale in brevitá diceva queste parole: «A Duodo, figliuolo di Rinieri, marchese e conte di Maganza, mando alquante salute. La tua innamorata Brandoria, figliuola del re Ottono di Guascogna, a te si raccomanda. Partefice del tuo amore, ha due dolori con teco: l'uno è l'amore che io ti porto, perché sempre t'ho di lungi con l'effetto e presso con l'animo; el secondo mio dolore si è che, amando io te, mi racordo udire dire ch'el vecchio mio marito, non degno di me, uccise lo tuo padre dinanzi allo imperadore Agnolo Gostantino e al re Pipino, e mai non hai fatta vendetta. Or se questo vecchio duca muore, sopra a chi ti vendicherai? El suo figliuolo è fanciullo e sará tenuto in guardia: intanto tu sarai vecchio, e non ci sará Brandoria che te ami e dia il modo, come io ti darò ora, per averti per mio marito, e farotti signore di tutto questo paese. Morto costui, non n'è piú di sua schiatta, che noi terremo Buovo in prigione; e tu sai che Guido ha bando, e 'l re di Francia sará contento della sua morte. Vieni a pigliare la signoria e me per tua mogliera; e mettiti in agguato presso a Antona, e io te lo metterò nelle mani a salvamento; e poi che l'arai morto, ti darò la cittá d'Antona e me in tua balía; e vieni celatamente, che Guido non sappia la tua venuta».
El conte Duodo, udita la lettera col suo fratello Alberigo, domandò il fratello quello gli paresse da fare. Rispose: «Quello di noi, per cui rimane di fare questa andata, sia tenuto traditore». E feciono in pochi giorni quanta gente poterono, e mandarono segretamente a 'pparecchiare el navilo al porto che si chiama Oregiaco, ch'è in mezzo tra la Fiandra e la Francia in sul mare verso Inghilterra. E poi si partí da Maganza, e passò il Reno, e passò per mezzo Fiandra, avendo tutte sua arme e insegne cambiate per non essere conosciuto; e andò con lui Alberigo suo fratello, e menarono ottomila cavalieri, e passarono Avelagna e Alissa; e giunti a Oregiaco, entrarono in mare sagreti e presti. E navicarono pochi giorni, che furono in Inghilterra, e smontarono a certe piagge fuori del porto di notte, e poi cavalcorono verso Antona, e presso ad Antona si posono in agguato in uno grande bosco, dove Brandoria aveva ordinato ad Antonio che gli menasse. E quando furono in agguato, Duodo chiamò Antonio e disse: «Vattene alla cittá, e di' a Brandoria come noi siamo venuti, e ch'ella non ci facci indugiare, che noi potremmo essere scoperti da' paesani del paese». El messo andò alla cittá, e giunse all'aprire della porta. E come Brandoria fu levata, n'andò a lei, e ogni cosa le contò, ed ella lo rimandò e disse: «Domattina lo manderò alla caccia; e confortagli che non abbino paura e guardino di non essere scoperti». E Antonio tornò a loro: eglino si stettono segretamente nel bosco ch'era grande, e puosono tre agguati in tre parte del bosco per non fallire.