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Andrea da Barberino I reali di Francia IntraText CT - Lettura del testo |
Passato due giorni che Buovo era tenuto dalla sua madre in prigione, la notte sognò Duodo di Maganza, essendo a campo alla Rocca a San Simone, che gli pareva essere a una caccia, e pigliò molte fiere, tra le quali pigliava uno lioncello piccolo, e pareva che gli fuggissi, e poi si rivolgeva a Duodo e uccidevalo. Allora Duodo si destò e levossi, e chiamò Alberigo e alcuno altro, e disse questo che aveva sognato. Uno, piú antico di loro, disse: «Per mia fe', tu hai poco senno a allevarti la serpe in seno. Tu hai in prigione Buovo, e tutte queste cittá amano piú lui che te; e s'egli scampa, ancora ti fará morire; e questo è il lioncello che la fortuna t'ha dimostrato». Duodo mandò ad Antona cento armati a dire a Brandoria che gli mandasse Buovo; ma ella disse loro che ella lo farebbe morire la mattina. E fece fare una piccola torta e uno pane fresco, e ogni cosa avvelenato, e uno beveraggio avvelenato, acciò che di quello, di quale prima pigliasse, morisse; e chiamò una sua segreta cameriera, e dielle le chiave della camera dove era Buovo, e dissele: «Va' e porta questa vivanda a Buovo, che mangi». La cameriera sapeva tutto il fatto, e giunta a Buovo, disse: «Te', figliuolo; mangia l'ultimo boccone; questo ti manda la tua madre». Buovo era molto intendente e di buono intelletto, e udí dire «l'ultimo boccone»; pregò la cameriera che gli chiarisse questo fatto, ed ella ogni cosa gli disse. Buovo cominciò a piagnere, e diceva: «O crudele madre mia, voi m'avete morto il padre mio, e ora volete uccidere me, che mi portasti nove mesi nel ventre! O buona cameriera, vengati piatá di me piú che non a mia madre!». Per queste parole la cameriera piangeva, e «O figliuolo mio, io non ti posso atare, salvo che, quando la tua madre ará mangiato e andrá a dormire, io ti lascierò testé tutti gli usci aperti: imbrattati tutto il viso e le calze, e volgi il tuo vestire, e procaccia di campare, se tu puoi». Allora Buovo se le inginocchiò, ed ella si cavò di borsa certi danari, e dieglieli per comperarsi del pane, quando fusse di fuori. E tornata a Brandoria, disse: «Io gliel'ho portato». E quando madonna vacca ebbe mangiato, disse: «Io voglio andare a dormire, e poi farò sopellire Buovo».
In questo mezzo ch'ella dormiva, e Buovo, ammaestrato dalla cameriera, uscí della camera, e aveva fregate le mani alle mura e per lo viso, ed era tutto imbrattato, e cosí le calze, e aveva volto il vestimento a rovescio, e pareva uno cotale pazzerone. E uscí del palazzo, e trovato uno che vendeva del pane, ne comperò tre, e uscí fuora d'Antona, e per le selve si misse a camminare, e andonne verso Brisco, ma non andò alla terra, e passò via. E per piú di dieci giorni andò come bestia per boschi e per selve, tanto ch'egli arrivò a una punta dell'isola d'Inghilterra, c'ha nome el porto Amusafol in su una montagna di terreno rilevato, e aveva tutti e' panni stracciati per le spine, e aveva mangiato piú frutte che pane, ed era in su la riva del mare Bruttanio Oziano.
La madre, poi ch'ebbe dormito, chiamò la cameriera e disse: «Andiamo a vedere Buovo». Ma la cameriera v'era andata prima di lei, ed aveva serrati tutti gli usci, e sapeva bene ch'egli non v'era. Giunte alla camera, non ve lo trovarono. Disse la duchessa: «Tu l'hai fatto campare»; ma ella diceva: «Io serrai gli usci; ma io temo che altri non gli abbi aperto». Alla fine, per paura di Duodo, diliberarono di dire ch'egli era morto e sotterrato; e levarono un poco della torta e del pane, e di quello si fe' pruova, e trovossi essere avvelenato. Non si cercò piú avante, e sparsesi la boce ch'egli era morto di veleno che la madre gli aveva dato. E Duodo si levò poi da campo egli, ma sempre vi tenne gente e bastie intorno alla Rocca a San Simone, faccendo loro gran guerra; e regnava la signoria d'Antona, ed ebbe di Brandoria uno figliuolo il primo anno, chiamato Gailone.