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Andrea da Barberino
I reali di Francia

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Capitolo XVII.

Come Buovo uccise Lucafero di Buldras,

e cavò il re Erminione di prigione e gli altri ch'erano presi.

 

Buovo, fatto cosí capitano la prima volta di mille cavalieri, uscí della cittá; e tutto il campo ripieno di maraviglia diceano l'uno all'altro: «Chi potrá essere colui che abbia tanto ardire, che venga alla battaglia contro a noi?». E Lucafero n'andò al re Erminione, e dimandollo: «Chi può essere questo armato che viene alla battaglia e porta uno stendardo col campo azzurro e uno lione rosso con una listra d'oro a traverso?». Disse lo re Erminione: «Io non so chi egli si sia; ma cotale insegna ho io sentito dire che porta uno barone di ponente che ha nome el duca Guido d'Antona». Disse lo re Marcabruno: «E' sará Agostino, che Drusiana l'ará fatto armare, e arallo fatto cavaliere». Disse Lucafero: «Adunque non voglio io Drusiana per moglie, se ella s'è sottoposta a piú vile di lei». E domandò chi era questo Agostino. Lo re Erminione gli disse come l'aveva comperato, e com'e' avea vinta la giostra del torniamento, e come egli era molto franco di sua persona. Per queste parole Lucafero s'armò d'arme incantate, e montò a cavallo, e venne al campo con la lancia in mano. Quando Buovo lo vidde, si partí dalla sua brigata, e andògli incontro; e Lucafero si partí dalla sua gente, e venne contro a Buovo; e l'uno salutò l'altro. Disse Lucafero: «Cavaliere, per lo tuo Iddio ti domando che tu non mi celi il tuo nome, e chi tu se', e come fu lo tuo diritto nome». Buovo gli disse com'era capitato per colpa di sua madre, e come s'era fatto chiamare Agostino, ma il suo diritto nome era Buovo d'Antona, figliuolo del duca Guido d'Antona, discendente del sangue di Gostantino imperadore; e dissegli come era fatto cavaliere per mano di Drusiana, e come ella l'aveva di sua mano armato, «e per suo amore sono venuto a combattere con teco». Disse Lucafero: «Per amore del tuo padre e del tuo avolo ti voglio perdonare la vita e per lo tuo legnaggio. Va', torna alla cittá!». Buovo disse: «Io non sono venuto per tornare sanza battaglia; e promissi a Drusiana di portargli la tua testa e di rimenarle el re Erminione suo padre; e però ti guarda da me, ch'io non ti fido se non della morte». Lucafero, adirato, prese del campo, e diedonsi gran colpi delle lance; e messi mano alle spade, si tornarono a ferire e cominciarono grande battaglia e pericolosa. E Drusiana vedeva dal suo palazzo la battaglia, e stava ginocchioni, e pregava Iddio per Buovo; e quanti colpi riceveva Buovo in su l'arme, e Drusiana gli ricevea nel cuore. Essendo e' due combattitori alle mani, Buovo aveva giá molti colpi feriti, e non poteva magagnare l'arme del saraino; e, adirato, prese a due mani Chiarenza, e gittò lo scudo dopo le spalle, e diegli uno grande colpo: l'aria si riempiè di faville, ma non gli fe' altro male. Lucafero lo sgridò, e ferí lui di tanta furia, che lo fece piegare insino a' crini del cavallo e tutto intronato. Per questo Drusiana cadde distesa in terra, come se lei avesse ricevuto il colpo; e se Buovo lo sostenne sopra all'arme, e Drusiana lo sostenne nel cuore. Buovo, tornato in sé acceso d'ira, incominciò grande battaglia; e mentre che egli combatteva, Drusiana ritornò alla finestra; e per avventura Buovo in quello punto alzò gli occhi verso quella parte del palazzo, e vidde Drusiana; e immaginando fra sé medesimo che ella lo vedesse, gittò via lo scudo e prese Chiarenza a due mani, e aspramente percosse Lucafero; ma egli similemente gittò via lo scudo, e prese a due mani la spada, e lasciate le redine della briglia, menò uno gran colpo. Buovo avea tocco Rondello degli sproni: e' cavagli s'urtarono, e quello di Lucafero sinestrò per modo, che 'l colpo non giunse a Buovo, ma diede dalla parte manca, e fu grande la forza che Lucafero misse in questo colpo, che per forza si piegò inanzi insino in su' crini del cavallo, e la punta della sua spada toccò terra. Per questo piegare, l'elmo, che aveva fatato, gli si ruppe la cinghia ch'era afibbiata di drieto, e Buovo lo vidde scostare dallo 'sbergo, e menò uno colpo, e diegli tra l'elmo e lo 'sbergo, e levògli la testa dallo 'mbusto. Cosi morí Lucafero di Buldras.

Per questo si levò gran romore. I mille cavalieri, che Buovo avea rimenati di fuori, percossono alla battaglia, e della cittá uscirono molti cavalieri, e assalirono il campo, il quale si misse in fuga, abbandonando padiglioni e bandiere. Buovo corse insino a' padiglioni con molti armati, e sciolse lo re Erminione e lo re Marcabruno e 'l conte Ugolino, fratello del re Erminione, e fecegli riarmare. E mentre che s'armavano, disse lo re Erminione: «O Agostino, grande guidardone hai acquistato». Disse Buovo: «Signore, io non ho nome Agostino, anzi ho nome Buovo d'Antona, e fui figliuolo del duca Guido d'Antona». E donò al re Erminione tutto il tesoro di Lucafero, e disse: «Questo vi do io, perché voi mi facciate franco e libero, quando saremo drento alla cittá». E detto questo, montò a cavallo, ed entrò nella battaglia. Allora fu tutta l'oste seguitata insino alle navi, e molta gente fu morta e presa, e molte nave fuggirono, e molte ne furono arse. E Buovo lasciò la vinta battaglia, e tornò nella cittá; e Drusiana andò per lui insino alla stalla, dove aveva legato il suo Rondello, e menollo nella sua camera; e cavatogli l'elmo, ella era sola con lui, e gittòglisi al collo, e baciollo, e poi lo disarmò per fasciargli alcuna piaga piccola e certe percosse. E in questo tornò Ugolino, zio di Drusiana, ed entrò nella camera, e trovò Drusiana che teneva il braccio al collo a Buovo. Per questo Ugolino le volle dare, e dissele molte laide parole e brutte. Per questo Buovo non potè sofferire, e abracciò Ugolino, e gittollo in terra, e diegli molti calci e pugni, per modo che a pena potè tornare al suo palazzo cosí tutto rotto. E intanto tornò il re con la vettoria, e andò a vedere il conte Ugolino, credendo che avesse male della battaglia fatta al campo e della presura; ed egli per vergogna non disse quello che aveva. Lo re lo dimandò a cui gli pareva di dare Drusiana per moglie, ed egli rispose che la desse al re Marcabruno, «e io darò a Buovo una mia figliuola». Rispose el re: «Io voglio dare Drusiana per moglie a Buovo»; e ritornossi al palazzo. E Buovo andò dinanzi al re Erminione, e fece cavare carte del tesoro che Buovo aveva dato al re Erminione nel padiglione, quando lo sciolse e aveva ricomperato sé medesimo e fattosi franco del tesoro di Lucafero di Buldras, acquistato con la spada in mano; e lo re lo fe' franco e libero.




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