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Andrea da Barberino
I reali di Francia

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Capitolo XXI.

Come Buovo uscí di prigione, e capitò al mare Maore,

e uccise tutte le guardie e uno nipote del re Baldras.

 

Passati anni tre e mesi quattro che Buovo era stato in prigione nella cittá di Sinella in Ischiavonia, era grande maraviglia nella corte che egli fosse vivo, perché non gli era dato il se non uno piccolo panetto e dell'acqua, secondo l'ordine che aveva dato Margaria al palese; ma in celato gli mandava il catellino per la caverna sotto terra, che gli portava pane e vino e di quello che gli bisognava: e di questo era vivuto; ma questo sapeva solamente Margaria e Buovo.

Uno intervenne che il capitano di quelli dieci che facevano la guardia della torre, dove Buovo era in prigione, disse a' compagni: «Per lo 'ddio Appollino, che lo iddio de' cristiani ha fatto un grande miracolo per questo Buovo, che noi guardiamo in questa torre! Ch'egli è tre anni passati ch'egli è in questa prigione, e non ha mangiato altro che pane e acqua. Per certo ch'e' nostri iddei non l'arebbono fatto per noi». E parlando insieme, diliberarono di cavarlo di prigione e andarsene con lui, dicendo: «Egli ci fará tutti ricchi». E diliberarono che due con uno canapo si calassino nella prigione, e fare il patto per tutti. E trovato uno canapo, una notte due di loro, attaccati co' piedi e con le mani al canapo, tenendo e' piedi entro una corbelletta e con uno lume in mano, gli altri compagni gli calarono giuso per la cateratta ch'era in cima della torre. Quando Buovo vidde il lume e i costoro, immaginò che eglino fossino mandati per legarlo e per tirarlo fuori della torre per farlo morire. Subito prese la spada che trovò nella prigione, quando vi fu messo da prima, e stava cheto; e quando costoro furono a uno braccio presso a terra, Buovo menò uno colpo, che amendue gli uccise, e 'l lume si spense. Buovo disse: «Voi non mi legherete». E stando un poco, e' compagni ebbono sospetto che questi due non facessino il patto per loro e non per gli compagni; e per questo altri due n'andorono giuso per quello medesimo modo, e Buovo fece loro come aveva fatto agli altri: per questo modo n'uccise otto. E stando a questo modo circa a mezza ora, ed egli sentí che quegli ch'erano di sopra cominciarono a dire: «O traditori, voi ci volete ingannare, che voi volete fare il patto per voi e non per noi; ma noi gridereno». Allora Buovo immaginò quello che egli erano venuti a fare, e disse destramente: «Noi ne vegnamo; tirate su». E prese la spada in mano, e apiccossi con una mano al canapo, e quelli due a grande fatica lo tirarono, e con grande fatica montò in su la torre. E giunto in su la torre, uccise gli altri due; e poi apiccò la taglia, con che l'avevano tirato, dal lato di fuora sopra alla piazza, e calossi giuso in sulla piazza. Egli era in sul primo sonno della notte (quasi un terzo della notte era passata), e Buovo andava alla ventura per la terra; e a pena si ricordò donde era venuto, quando venne. E giunto al muro della cinta, entrò in uno orto, e tolse uno grande legno d'una pergola, e con quello salí in sul muro, e tirato quello in sul muro, tastava di scendere di fuora. Fugli grande fatica: alla fine si lasciò andare in uno fosso d'acqua, e fecesi poco male, e tutto s'immollò e imbrattò. E poi si mise a camminare, e camminò per la Bussina molte giornate sconosciuto, albergando per gli boschi e per gli diserti, mangiando erbe e pomi salvatichi.

La mattina che egli era uscito la notte della prigione, e molti della cittá viddono il canapo apiccato alla torre: ognuno guatava, e dicevano: «Che cosa è questa?». E fattone sentore nel palazzo del re, fu mandato in sulla torre; e trovato molto sangue, fu detto al re; e non vi trovarono le due guardie morte, perché Buovo l'aveva gittate nella torre. E il re fece cercare nella torre, e trovarono tutte a dieci le guardie morte. El romore fu levato, e da ogni parte uscí gente da cavallo e da pie', e seguitavanlo; e fu mandato in Dalmazia, in Corvazia e per tutta Schiavonia e in Ungheria e in Bussina e in parte di Romania, perché egli fosse preso; ma egli non andava se non per luoghi salvatichi, e tanta fame e tanta paura sostenne, che fu maraviglia come e' non morí. E fra molte giornate per avventura capitò in sulla marina del mare Maore, e vidde una cittá dalla sua mano sinistra, ch'avea nome Varna. Buovo s'inviò verso quella cittá, e certi che passavano per la marina dissono alla cittá: «Noi abbiamo veduto uno tutto peloso e mal vestito in sulla riva del mare». La mattina s'era partita da questa cittá una nave di cristiani ch'andavano verso Gostantinopoli, e andavano riva riva; e Buovo fece loro cenno, tanto che mandorono el battello per lui. Come giunse in nave, uno nipote del re Baldras, che aveva nome Alibrun, giunse alla riva, e gridava che lo rimenassino a terra; se non, ch'eglino aveano bando di dieci porti di mare. Per questo eglino lo volevano rimenare, ma egli n'uccise molti, e gli altri gli chiesono merzé, e feciono vela. Alibrun allora salí in su una galeotta e giunse la nave; e saltato in nave, uccise certi galeotti; ma Buovo gli levò il capo dalle spalle e affondò la galeotta; e andorono poi sicuri al loro viaggio.




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