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Andrea da Barberino
I reali di Francia

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Capitolo XXII.

Come Buovo capitò a Polonia, e ritrovò il paltoniere che lo rubò,

e ritrovò la cameriera che lo campò ad Antona.

 

Navicando Buovo per lo mare Maore verso Gostantinopoli, si fece rivestire a' mercatanti della nave; ed era bene vestito, che pareva el padrone e signore della nave. E partito da Varna, ebbono alquanto di fortuna; e avendo vento contrario, volsono la nave a terra per iscampare loro vita; e giunsono combattendo col vento nella foce d'uno fiume, e viddono una bella cittá. Essendo nel fiume, venne uno pescatore presso alla loro nave pescando; e Buovo in questa dimandava e' marinari: «Come si chiama questa cittá?». Risposono che aveva nome Polonia. Allora Buovo chiamò quello pescatore, ed egli s'accostò alla nave, e rispose com'era dimandato, e disse che la cittá si chiamava Polonia, ed erane signore lo re Marcabruno; e aggiunse: «Sappiate che oggi si fa in quella cittá gran festa, e domane sará maggiore, perché domane s'accompagna il nostro re Marcabruno con Drusiana, figliuola del re Erminione d'Erminia, perché egli è un anno che la menò, e non è giaciuto con lei». Disse Buovo: «Perché non è giaciuto con lei?». Rispose: «Perché fu di patto, quando la menò». Disse Buovo: «Vuoimi tu porre in terra?». «Certo no», disse il pescatore, «perché tu mi piglieresti per vendermi per servo: addimanda altro». Buovo tanto lo pregò e tanto gli promisse, che egli s'accostò alla nave; e fecegli donare trecento dinari d'oro a quelli della nave, ed eglino gli pagorono volontieri, perché egli uscisse della nave, e Buovo salí in su la navicella del pescatore. E come egli fu partito dalla nave, subito feciono vela e cacciaronsi in alto mare. E Buovo, andando a terra, domandò il pescatore: «Per tua fe', dimmi la veritá, se il re Marcabruno ha auto a fare con quella Drusiana che tu di'». Rispose il pescatore: «Certo no, imperò che ella ha alla sua guardia uno suo cugino, che ha nome Fiorigio, con sessanta cavalieri e dodici donne e quaranta damigelle; e fu cosí di patto, quando la menò d'Erminia, e promisselo per fede lo re Marcabruno, e non falserebbe la sua fede». Per questo Buovo domandò: «Per quale cagione fece la donna questa addimanda di stare uno anno?». Rispose: «Io non ve ne so dire la cagione; ma io ho udito dire che uno gentile giovinetto capitò in Erminia, che aveva nome Buovo d'Antona, figliuolo d'uno duca che si chiamò Guido d'Antona, e fu venduto al re Erminione, e vinse una battaglia con uno turco, chiamato Lucafero, e molte altre cose fece, e fu liberato. E intervenne che egli battè uno fratello del re Erminione, e per paura si partí; e il re lo fece cercare per molte parti, e non lo potè mai ritrovare; e per questo el fratello del re, che ha nome duca Ugolino, tanto fece, che 'l re Erminione la die' per moglie al re Marcabruno; e Drusiana non lo voleva, e domandò di stare uno anno, se Buovo tornasse. E sono oggi tre anni e quattro mesi che di Buovo non si seppe novelle; e sappi ch'egli è pena la testa a menzionare Buovo, ed è andato il bando per parte del re Marcabruno; e oggi finisce l'anno che Drusiana ne venne a marito, e domane s'accompagna col re. Per questo si fa gran festa nella cittá; e io e molti altri peschiamo per la corte». E dicendo queste parole, giunsono a terra; e Buovo ismontò, e prese la sua spada, e a pie' s'inviò verso Polonia, e ringraziò il pescatore. E andando verso la cittá, trovò uno pellegrino presso alla cittá all'ombra di certi alberi, e Buovo lo salutò, e posesi a stare un poco con lui; e poi gli disse: «Compagnone, io ti darei volentieri e' miei panni, se tu mi dessi i tuoi». Disse il pellegrino: «Dio 'l volessi!». E Buovo si spogliò, e 'l poltrone non voleva poi cambiare; ma Buovo l'abracciò e gittollo in terra, e diegli pugni e calci in quantitá, e spogliollo, e trovogli cinta una spada. Buovo la cavò fuori, e conobbe ch'ell'era la sua spada Chiarenza. Disse Buovo: «Per mia fede, questa è la mia spada! Tu debbi essere quello che mi rubasti presso a Sinella. E questo poltrone gli dimandò merzé. Disse Buovo: «Se tu mi dai tutti e' tuoi panni e da' mi quello barlotto del beveraggio, io ti perdonerò la vita». El poltrone gli parve mille anni per uscirgli delle mani; e fatto questo, l'uno si partí dall'altro. E Buovo con la schiavina in dosso e col cappello e con Chiarenza cinta e col bordone in mano, e cinta la tasca e 'l barlotto del vino aloppiato, e l'anello che Drusiana gli donò, riauto dal poltrone, n'andò alla cittá di Polonia. E giunto drento alla porta, cominciò a 'ndare accattando; e diceva che veniva dal Sipolcro; e trovato una loggetta d'uno mercatante, che v'era a mangiare da otto mercatanti a tavola, Buovo entrò nella loggetta e disse: «Iddio vi salvi! Deh, fatemi bene per l'amore di Dio e per l'anima di Buovo, che fu buono cavaliere!». E domandato due volte per questo modo, e' mercatanti gli dissono: «Non menzionare quello cavaliere». Allora Buovo diceva piú forte; e per paura e' mercatanti si levorono da tavola per temenza di non essere accusati al re; e Buovo mangiò sanza vergogna di quelle vivande ch'erano in tavola, e non gli fu detto niente, avendo di grazia che egli mangiasse e poi s'andasse con Dio; ed egli cosí fece. Com'ebbe mangiato, s'andò con Dio; e andando per la cittá, giunse a una chiesa, e vidde molte donne che uscivano della chiesa; e Buovo s'accostò a quattro, che parevano donne da bene, e disse loro: «Fatemi bene per l'amore di Dio e per l'anima di Buovo, che fu buono cavaliere». Le tre si chiusono il viso e passarono oltre, e una ne rimase a dietro, e disse: «Di quale Buovo di' tu?». Rispuose: «Di Buovo d'Antona, marito di Drusiana». Disse la donna: «Come conosci tu Buovo? Saprestimi tu dire novella veruna?». «Per mia fe', », disse, «madonna, che io sono stato in prigione con lui tre anni e presso a quattro mesi, e smontai di nave con lui questa mattina». Disse la donna: «Amico mio, cerca, per Dio, se tu lo puoi trovare, e menalo sagretamente a Drusiana, imperò ch'ella ha giurato di gittarsi a terra de' balconi e d'uccidersi, inanzi che consentire d'essere moglie d'altro uomo che di Buovo. Se tu lo truovi, digli ch'io sono quella cameriera, per cui la sua madre gli mandò il veleno alla sua camera, e che lo feci campare; e perch'egli scampò, convenne che io e 'l mio marito ci fuggissimo. Ed essendo in Grecia, udimmo dire che Buovo era in Erminia, e andammo in Erminia, e non lo potemmo trovare; e Drusiana per suo amore mi ritiene con seco, e fidasi piú di me che d'altra donna». E mentre ch'ella diceva queste parole, sempre piagneva; poi si cavò di borsa quattro danari d'oro, e donògli a Buovo, e dissegli: «Se tu fossi addimandato di che parlavi meco, dirai: — Addimandavami del viaggio del Sipolcro, ché vi dee volere andare —». E partissi da lui, e raggiunse le compagne, e disse loro che 'l domandava del viaggio del santo Sipolcro.




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