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Andrea da Barberino I reali di Francia IntraText CT - Lettura del testo |
Accampato el re Pipino intorno ad Antona con la sua gente, fece ragunare e' suoi baroni, e consigliarono di mandare ambasciadore drento alla cittá, e fu eletto Gailone, e mandarono a dimandare che egli s'arrendessi al re di Francia e a lui giurasse fedeltá. E quando Gailone entrò nella cittá, mostrava molto superbo, e giunto dinanzi a Buovo, oltraggiò molto di parole Buovo per parte del re Pipino, re di Franza e imperadore di Roma. Buovo disse a Gailo: «Molto se' diventato superbo, ma sappi che uomo superbo poco dura». E fece chiamare a consiglio tutti e' maggiori della cittá, e disse loro quello ch'el re Pipino mandava a dimandare, e dimandògli s'eglino volevano dare trebuto al re Pipino, imperadore di Roma e re di Franza. Rispose Ruberto della Croce: «O signore Buovo, dammi la prima insegna de' feritori, e vedrai se io ho animo di dare omaggio al re Pipino, ma non sanza ragione». E poi si cavò le vestimenta, e disse a Gailone: «Tu ci venisti a fidare come fanno e' trombetti: egli è ragione che tu abbi alcuno vestimento come buffone». E donògli quella vesta, ma Gailone non la voleva pigliare; e Ruberto pose la mano in sulla spada, e disse: «O tu piglia quella vesta, O tu proverrai questa spada». Gailone per paura la prese e vestissela; e Buovo disse: «Va', e torna al re Pipino, e digli che prestò gli mosterrò il trebuto che io gli voglio dare». Gailo tornò al campo, e disse al re molto peggio che non gli era stato detto.
Buovo fece cinque schiere della sua gente: la prima diede a Teris con cinquecento cavalieri; la seconda diede a Riccardo di Conturbia con cinquecento cavalieri; la terza a Sanguino con cinquecento cavalieri; la quarta diede a Sinibaldo dalla Rocca a Santo Simone; la quinta con mille cavalieri tenne per sé, e disse a Ruberto della Croce che voleva che egli rimanesse a guardia della cittá col resto de' cavalieri e co' cittadini. Cosí ordinato, comandò che ognuno si movessi; ma Sinibaldo per amore del figliuolo tanto s'afrettò che gli entrò inanzi, e fu la sua schiera la prima de' feditori. Lo re Pipino comandò che le schiere entrassino nella battaglia come egli l'aveva ordinate, quando si pose il campo; ma pure Gailone fu il primo feritore, e con la sua schiera si mosse, e venne verso la gente della cittá.