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Andrea da Barberino I reali di Francia IntraText CT - Lettura del testo |
Sentito ch'ebbe Drusiana come Buovo, suo signore, era vivo ed era ritornato nella sua signoria, fu molto allegra, considerando ch'e' suoi figliuoli ritornerebbono in casa loro; e dimandò il buffone quanta via era da Erminia ad Antona. Il buffone le disse come Antona era in Inghilterra, e come v'era grande viaggio. Drusiana disse: «Credi tu, se io v'andassi con questi miei due figliuoli, che io vi guadagnassi?». Disse il buffone: «Madonna, el viaggio è troppo lungo ad andare lá per guadagnare; ma voi siete in questo reame, e questo re mi pare che v'ami voi e' vostri figliuoli: voi non saresti savia a partirvi da quello che voi avete per quello che non siate certa». Disse Drusiana. «Per certo io vi voglio andare, imperò che chi non cerca non truova, e chi muta paese muta ventura». E subito n'andò al re Erminione, e dimandògli licenza d'andare alla festa di Buovo. El re molto si maravigliò, e dielle a 'ntendere il grande viaggio ch'era d'Erminia insino ad Antona; ed ella disse: «Signore, io vi prego che non vi sia grave di lasciarmi andare a provare mia ventura». El re disse: «Donna, io non so chi tu ti sia, ma per amore di questi tuoi figliuoli io t'ho amata come mia figliuola solamente per due cose: l'una, perché tu rendi un poco d'aria alla mia disavventurata figliuola, e io non ho reda che signoreggi drieto alla mia morte, e avevo animo, se questi tuoi figliuoli fussino venuti valenti, di fare il piú valente mio reda». Drusiana molto lo ringraziò, e da capo gli domandò pure licenzia. El re Erminione disse: «Figliuola, io non ti voglio sforzare piú che tu ti voglia; ma per l'amore di questi due garzoni io voglio che tu vada onorevolmente, acciò che in corte di Buovo si faccia rimembranza della mia figliuola Drusiana». E fece il re addimandare uno valente cavaliere che aveva nome Gilion d'Erminia, ma era per antico di Capadozia di nazione, e il re Erminione sí l'aveva allevato, e comandogli ch'egli facesse apparecchiare una nave nel porto, e dissegli la ragione; ed egli la fece apparecchiare, e 'l re la fece riccamente fornire di quello che era di bisogno, e di grande ricchezza d'oro e d'argento.
E quando Drusiana si venne a partire, e il re chiamò lei e' figliuoli e Gilione, e disse a Gilione: «Io t'ho allevato in sino da pitetto infante, e sempre t'ho trovato diritto e leale, e però t'ho eletto tra tutti in questa mia bisogna, perché tu mi faccia onore. Io ti raccomando Selvaggia (che cosí si facea chiamare) e questi dua garzoni: tu la conducerai in Inghilterra alla cittá d'Antona, e io ti dono venticinque giovani, e' piú puliti di questa cittá, e hotti messo in nave grande quantitá d'oro e d'argento. Tu dei credere che sanza grande cagione io non ti mando; e però ti comando che tu mi faccia onore nella corte di Buovo, e fa che non vadi mai a mangiare nella corte, ma tu terrai corte di per te, e farai onore a questa donna e a questi due figliuoli; e se la fortuna v'apparecchia che ella si volesse rimanere lá in quello paese, rimenami uno di questi fanciulli, non però oltre né contra al piacere di lei. E voi, madonna Selvaggia, saluterete Buovo da mia parte, e diretegli che si rammenti della mia figliuola e che gli piaccia non dimenticare l'anima sua». E detto questo, la licenziò e disse: «Va, che sie benedetta!». Ed ella entrò in mare con la sopradetta compagnia; e partiti d'Erminia minore, e' passarono il golfo di Setalia, e viddono Cipri e Rodi e Gandia e Cicilia e le piagge di Barberia e di Spagna; e usciti del mare Ociano, viddono le colonne d'Èrcole; e navicando per molti mesi, giunsono in Inghilterra nel porto d'Antona, otto giorni inanzi al dí che finivano gli anni. Entrati nella cittá, tolsono uno ricco palazzo per loro alloggiamento, e questo palazzo era di Ruberto dalla Croce; e quivi riccamente s'adobbarono, tenendo grande corte.