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Andrea da Barberino I reali di Francia IntraText CT - Lettura del testo |
Riposati per tre giorni e Drusiana e' suoi figliuoli, e Gilione fece montare a cavallo Guidone e Sinibaldo, ed egli montò con loro e dieci di quegli giovani ermini, e per tutta la cittá andorono per loro piacere, ed erano molto guatati. El quinto giorno furono invitati a corte, ed eglino accettarono andare alla festa, ma non al mangiare; e cosí v'andarono dopo al mangiare. E quando giunsono in sala, Guidone e Sinibaldo si tenevano per mano, e andavano inanzi a Drusiana, e allato a lei veniva Gilion, e apresso tutti quelli giovani che avevano menati. Buovo e Ruberto e Sinibaldo e Teris e Riccardo di Conturbia si levarono ritti incontro a Drusiana, e grande onore le feciono e riverenza; ed ella fu posta a sedere in luogo molto onorato: ella si pose a sedere nel mezzo de' suoi due figliuoli.
Allora si cominciò a danzare, ed eravi di molti stormenti; e poi ch'ebbono gran pezzo danzato, ristettono gli stormenti, e Drusiana si fece dare un'arpa, e Guidone prese in mano uno liuto, e Sinibaldo una chitarra, e cominciarono a sonare. E fatta alcuna bella cosa, e' due garzoni ristettono, e Drusiana prese la chitarra e cominciò a cantare di boce, e cantava lo 'nnamoramento di Buovo e di Drusiana; e poi cantò uno lais ch'ella aveva fatto fare, quando Buovo fu preso a Sinella, e come tornò a lei a Polonia, e come ella se n'andò con lui a Montefeltron, e come n'andorono fuggendo per lo diserto, e di Pulicane, e come ella partorí, e come Buovo si partí per trovare magione, e de' due lioni, e come ella s'era fuggita e scampata alla nave. Mentre ch'ella diceva questo lais, Buovo piagneva dirottamente, e cosí tutta la baronia, e cosí tutta la gente che v'era, intanto che Buovo si levò ritto, quando ella fu ristata, e andò verso lei, e presela per mano, e disse: «Volesse Iddio e la sua Madre che Drusiana fusse viva, e volesse Iddio che voi fussi Drusiana! Ma saresti voi dessa per avventura?». Rispuose Drusiana: «Signore Buovo, io sono una donna mandata dal re Erminione della minore Erminia, padre di Drusiana, e dalla sua parte vi saluto. Egli vi manda pregando e rammentando che l'anima di Drusiana non v'esca cosí di leggeri di mente. Io sono chiamata Salvaggia, e sempre fui servidore di Drusiana, intanto che altra persona non sa dove Drusiana sia, altro che io, e dicovi ch'ella è viva e sana, ed ha allevato due vostri figliuoli, e sono della grandezza che sono questi miei due figliuoli». Queste parole non udiva altra persona che Buovo ed ella che le diceva, e aggiunse: «Ed io non ci sono per altra cagione venuta. Ora vedrò io, signore, se voi amerete Drusiana e' vostri figliuoli, e se io doverrò mandare per lei e menarla alla vostra presenza». Fatto questo parlamento, Drusiana prese licenza e tornò al suo alloggiamento. Buovo la fece a tutti i baroni accompagnare, ed egli rimase in molti pensieri rinvolto e sospirando.
E passò tutto el rimanente dell'anno. El dí passato l'anno, si radoppiò la festa maggiore, e Margaria, con le donne ch'aveva in compagnia, s'apparecchiava perché Buovo la sposasse, e mandògli per suoi messaggi a richiedere la promessa. Buovo rispose che volentieri, ma che ancora voleva indugiare insino a domane, «e poi farò il suo volere». E stava per quello dí molto pensoso, e Drusiana teneva grande corte; e per due cose non era Drusiana conosciuta: l'una, pel tempo, ch'era stata anni quattordici che Buovo non l'aveva veduta; l'altra, ch'ella s'acconciava in ogni modo ch'ella poteva di celarsi per non essere conosciuta.