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Andrea da Barberino
I reali di Francia

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Capitolo LXIX.

Come in Ungheria s'apparecchiava di fare guerra a Buovo in Ischiavonia,

e come Buovo s'afforzò per difendere sé e' figliuoli.

 

Finiti i sedici mesi che la cittá Ascilacca era disfatta, ne' quali sedici mesi Buovo e' figliuoli, cioè Guido e Sinibaldo, avevano acquistata tutta Dalmazia e Corvazia, e riposandosi a Sinella, sentí Buovo per ispie che in Ungheria era venuto uno turco chiamato Trifero con quaranta migliaia di Turchi, e sentí che Arbaulle, re d'Ungheria, el quale s'era fatto re dopo la morte del re Buldras, faceva grande sforzo di gente; e sentí che in Bussina e in Ruscia e in Poiana s'apparecchiava gente, e in tutte le parti circustanti; onde Buovo s'immaginò el perché questa gente si ragunava, e pensò che la Schiavonia e la Dalmazia e la Corvazia era sottoposta al reame d'Ungheria per lo passato; e disse tra sé: «Costoro la vorranno racquistare». Chiamò a sé Guidone e Sinibaldo suoi figliuoli, e mandò Guido al santo Padre, che lo aiutasse di quella gente che egli potesse, e diegli alquanto tesoro, che gli conducesse quanta gente egli potesse; e mandò Sinibaldo in Grecia, a tutti e' signori cristiani dimandando soccorso; e dissegli che s'egli vedesse il tempo da potere andare in Erminia, ch'egli andasse al re Erminione e dessesi a conoscere, e poi gli dicesse la bisogna sua. E mandò uno ambasciadore in ponente a Drusiana e a certi suoi amici, ma non mandò al re Pipino per vergogna. Ma Ottone da Trieva lo raccomandò a Pipino; ed egli rispuose che Buovo non gli aveva mandato a dire niente, e ch'egli non voleva andare dove egli non era richiesto. Ottone s'aggiunse con Riccardo di Conturbia, con Ruberto della Croce e con Sanguino d'Antona, e con l'aiuto di Drusiana e d'altri loro amici e' menarono dodicimila cavalieri e feciono la via per la Magna. Guido condusse delle parti d'Italia ventimila tra cavallo e appiè'; Sinibaldo mandò di Grecia quattromila cavalieri e cinquemila pedoni; poi n'andò in Erminia al re Erminione, che quando seppe chi egli era, gli fece la maggior festa del mondo. Egli il baciò cento volte, dicendo: «Perché non vi conobbi io, quando voi savate con meco?». E quando seppe la cagione, fece prestamente trovare quante nave potè a soldo, e diegli quindicimila cavalieri e cinquemila pedoni, e promisegli che drieto alla sua morte gli lascerebbe il reame d'Erminia. E partito Sinibaldo, tanto navicò, che giunse al porto di Sinella con questa gente e con grande quantitá di vettuvaglia. E giá era cominciata la guerra e molte grande fatiche di battaglia.




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