Indice | Parole: Alfabetica - Frequenza - Rovesciate - Lunghezza - Statistiche | Aiuto | Biblioteca IntraText
Andrea da Barberino
I reali di Francia

IntraText CT - Lettura del testo

Precedente - Successivo

Clicca qui per nascondere i link alle concordanze

Capitolo LXXVII.

Come Guido e Sinibaldo uccisono lo re Arbaul d'Ungheria

e lo re Tilopon d'Azia; e Buovo acquistò l'Ungheria, e incoronò Sicurans

figliuolo di Terigi, ch'era in prima suto re di Sinella.

 

Fuggendo Arbaul e Tilopon, ed essendo dilungati da Sinella dieci miglia, trovarono uno fiume, e per lo affanno e per la paura avevano grande sete, onde eglino ismontarono, ed erano soli e andorono a rinfrescarsi. E come furono rinfrescati, pigliarono e' cavalli per montare a cavallo. Guido e Sinibaldo giunsono e ricognobbongli. Allora gridò Guido verso quelli due re: «O cavalieri, qui faremo fine alla nostra guerra, come mortali nimici; qui si vedrá la virtú dell'arme, a cui sará lodata, e a cui la fortuna sará prospera, che faremo sanza moltitudine di gente». Lo re Arbaul domandò chi egli erano. Disse Guido: «Noi siamo amendue figliuoli di Buovo d'Antona, il quale voi avete tenuto assediato tanto; ma io spero che voi non lo assedierete mai piú: e però vi difendete, o voi v'arrendete prigioni a Buovo nostro padre, che noi vi meneremo in prigione sotto la forza di Drusiana nostra madre». Allora lo re Arbaul se ne rise e disse: «Male per voi ci avete tanto seguitati di lungi alla vostra gente!»; e disfidaronsi. Aveano i due re per la via tolto due lance per loro difesa, e ognuno prese del campo. Guido giostrò col re Arbaul, e Sinibaldo andò contro al re Tilopon, e rupponsi tutte a quattro le lance a dosso, e missono mano alle spade. Ma il re Tilopon prese in mano uno grosso bastone ferrato, col quale molti cristiani aveva morti, e cominciò con Sinibaldo aspra e mortale battaglia; e dopo molti colpi Sinibaldo si gittò drieto alle spalle lo scudo e a due mani percoteva con la spada lo re Tilopon, operando piú la superbia ch'el senno. E 'l cavallo di Tilopon si rizzò ritto per modo, che Sinibaldo gli diede in sulla testa e missegli la spada nelle cervella. E intervenne che tirando Sinibaldo a sé, il re Tilopon menava del bastone, e giunse in su la spada di Sinibaldo per modo, che ella giunse in su la testa del cavallo di Sinibaldo, e amendue i cavalli morirono a un tratto, e rimasono amendue a pie'. E come eglino furono ritti, ricominciarono aspra battaglia. Dall'altra parte Guidone e Arbaul con simile modo con le spade si percotevano fieramente, e combattendo s'abracciarono, e amendue caddono da cavallo, e amendue ginocchioni si rizzarono e abbandonati delle braccia ricominciorono con le spade la loro battaglia.

In questo punto giunse Ruberto dalla Croce con dumila cavalieri, e arrestò la lancia e andò a fedire lo re Tilopon, che combatteva con Sinibaldo, e gittollo per terra, e l'arme buone lo difesono da morte. E Sinibaldo gridò a Ruberto: «Traditore, s'io finisco la battaglia con lui, tu avrai a combattere con meco»; e per questo non fu alcuno che volesse dare aiuto a nessuno di loro. Sinibaldo seguitava la battaglia, e alcuna vòlta schifava i colpi del bastone; e uno colpo che menò il saraino, e Sinibaldo lo schifò, tirato da parte; e 'l saraino giunse in terra, e Sinibaldo gli menò un colpo e levògli la visiera dell'elmo; e seguitando la battaglia, gli misse la punta della spada per la visiera, e 'l saraino diede del bastone a traverso nella spada, si ch'ella uscí del viso, ma non che grande piaga non gli facesse, ed empiendosi il viso di sangue, e' non vedeva lume e venne a cadere. E Sinibaldo gli trasse l'elmo e tagliògli la testa, e poi si volse a Ruberto e disse: «Se io non guardassi all'onore del mio padre, io ti mosterrei quanto tu facesti male e vitupero a me a ferire uno cavaliere che solo con un altro cavaliere combatte». E Ruberto non gli rispose, e tornossi verso Sinella con la maggiore parte della brigata che avea seco.

Guido addimandava el re Arbaul che si arrendesse, ma egli s'adirò e chiamollo bastardo lui e 'l fratello, dicendo: «Voi non sapete di chi voi siate figliuoli», rimproverando loro che la madre loro era stata sola per molti paesi e per uno forestiere aveva lasciato lo re Marcabruno suo marito. Guido, per queste parole ripieno di grande ira, alzò a due mani la spada, e sanza avere scudo e di tutta sua forza gli menò un colpo e tagliògli il braccio destro dalla spalla. Allora lo re Arbaul incominciò a dimandare merzé, ma Guido disse: «Mai piú non ti vanterai d'avere dette tali parole né si laide»; e trattogli l'elmo, gli misse la spada per la gola, e per vendetta della sua madre l'uccise. Sinibaldo tolse l'elmo e 'l cavallo del re Arbaulle, e tornaronsi verso il campo, e trovarono Buovo che veniva per loro aiuto; e giunti insieme, fu grande allegrezza della morte de' due re. Ma Buovo molto inverso i figliuoli parlò, ammonendogli ch'eglino aveano fallato a mettersi soli a tanto pericolo. E con questa vettoria entrarono in Sinella e fecesi grandi fuochi per festa per terra e per mare. E Buovo disse: «La stirpa che nascerá di Sinibaldo sará piú superba che quella di Guido»; e comandò Buovo a quelli del paese che col fuoco consumassino i corpi morti saraini, e a' cristiani dessono sepoltura: e trovarono che v'erano morti tremila cristiani e ottantamila fra Turchi e saraini e Ungheri, e furono presi ventimila, e l'avanzo si fuggí di qua e di per diversi paesi, come è usanza delle battaglie. E Buovo, riposato insino all'ottavo giorno, uscí fuori a campo e racquistò le terre ch'el re Arbaul aveva tolte, e passò in Ungheria; e trovarono la maggiore parte delle terre abbandonate, ed erano fuggiti per non venire alle mani de' cristiani; e in meno d'uno anno venne a' vere acquistato tre reami, e fece battezzare molte cittá e grande quantitá d'infedeli, e molte chiese fece fare, mettendovi molti religiosi, e molto accrebbe la fede cristiana. E tornato a Sinella, incoronò Sicurans, figliuolo del re Terigi, d'Ungheria, e lasciògli buono consiglio, e fece Aluizia balia del fanciullo, e la madre Margaria incoronò di tutto il reame col fanciullo insieme. La quale, quando fu grande Sicurans, gli die' moglie, di cui nacque poi lo re Filippo e Ughetto e Manabello. Buovo stette a Sinella, da poi ch'ebbe acquistato tutti questi reami, quattordici anni, che egli era assai invecchiato.




Precedente - Successivo

Indice | Parole: Alfabetica - Frequenza - Rovesciate - Lunghezza - Statistiche | Aiuto | Biblioteca IntraText

Best viewed with any browser at 800x600 or 768x1024 on Tablet PC
IntraText® (V89) - Some rights reserved by EuloTech SRL - 1996-2007. Content in this page is licensed under a Creative Commons License