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Andrea da Barberino I reali di Francia IntraText CT - Lettura del testo |
Giá era ora di nona, quando della cittá di Sirlonas uscí fuori tutto il popolo per assalire le bandiere de' cristiani; ed erano per istima ventimila o piú, e con grandissime grida assalirono la schiera di Guidone, ch'era rimaso con le bandiere e avea diecimila cristiani, ch'erano il fiore della gente, e bene il dimostrorono. Quando Guido di Chiaramonte vide venire questa gente, cominciò a confortare e' sua cavalieri e fecegli stare stretti alle bandiere. Alcuni dicevano: «Rimanghino e' mezzi di noi a guardia delle bandiere, e gli altri ferischino». Disse Guido a' suoi trombetti: «Gridate, pena la testa, che veruno non si parta dalle bandiere, che in poco d'ora vedrete la nostra vettoria». Per questo tutti si serrarono intorno alle bandiere, e queste genti della cittá gli assalivono, ed eglino pure saldi si difendevano. Allora uscí lo re Sicurans d'agguato con la gente che aveva menata la notte, e giunto alla porta di Sirlonas, sanza colpo di spada entrò nella cittá. E quando vidde che nella cittá non era se non femine e vecchi e fanciulli, non lasciò entrare drento se non la metá della sua gente, e comandò a due de' suoi gentili uomini che rimanessino a governo della cittá, perch'ella fusse bene guardata; ed eglino cosí feciono; ed egli spiegava le sue bandiere per soccorrere i cristiani. In questo mezzo e' cristiani ch'erano alle mani col soldano, furono sospinti indrieto insino a Oro e fiamma, e Guido sostenendo quegli della cittá, vide venire le bandiere del re Sicurans, e vide cominciare a fuggire quegli della cittá, perché avevano sentito come e' cristiani aveano preso la cittá loro. Sicurans die' loro a dosso, e in poco d'ora n'uccisono la maggiore parte. E ristretti alle bandiere, lo re d'Ungheria si volse verso la dubitosa battaglia. Guido si mosse con Oro e fiamma, ed entrò nella battaglia, e levossi uno grido: «Guarda, guarda Oro e fiamma!». Questa fu grande forza e rincoramento de' cristiani, e spavento de' saraini, che la dubitosa battaglia tornò in vettoria de' cristiani. E parve una cosa miracolosa che Guido con diecimila cavalieri per mezzo de' saraini andò con la santa bandiera insino alle bandiere del soldano; e tutti gli altri cristiani, vedendo Oro e fiamma nel mezzo de' saraini, seguitavano la traccia, e furono gittate per terra le bandiere del soldano. Guido uccise a pie' delle bandiere il soldano con la spada in mano; Bernardo suo figliuolo uccise Galerano, Sinibaldo uccise lo re Morandas di Moranzia, Anseigi di Bretagna tagliò la testa a Sadoc da' monti Libici. Per la morte di tanti signori rimase l'oste de' saraini sanza pastori, e non avendo in loro né guida né conforto, da ogni parte impaurati fuggivano. Apresso ebbono novella come i cristiani avevano preso la cittá di Sirlonas, e non vedendo riparo, ogni parte si misse in isconfitta. Gailone di Maganza, vedendo la rotta de' saraini (e non aveva saputo come Sirlonas era perduta) e volendo tornare verso Bambillonia, vidde Oro e fiamma dove lasciò le bandiere del soldano: non volle inverso quella parte fuggire, ma egli si pensò d'entrare nella cittá di Sirlonas, e fuggí insino a una porta della cittá. Quando conobbe ch'ella era de' cristiani, si fuggiva indrieto; e la gente lo riconobbe, e 'l romore si gli levò drieto. Egli fu preso e menato dinanzi al re Sicurans, ed egli lo fe' menare nella cittá e mettere in prigione legato bene e bene guardato. Apresso, essendo giá sera, e' cristiani stanchi e sanguinosi cominciarono vettoriosi a tornare indrieto; e quando fu palese che la cittá era de' cristiani, ne vennono con grande allegrezza e festa alla cittá, ed entrarono tutti e' signori nella cittá, dove si fece grande allegrezza della vettoria. E in quella sera non fu appresentato Gailone, ma bene fu palese a Guido e a Sinibaldo come egli era preso. Di questo molto si rallegrarono, perch'era il fine della guerra. E fecesi la sera grandi fuochi nella presa cittá, e l'altro giorno fu fatta festa a Damiata e alle nave del porto.