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Andrea da Barberino
I reali di Francia

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Capitolo IX.

Come e' cristiani disfeciono la cittá di Sirlonas in Egitto,

e tornati a Damiata, feciono squartare Gailone, che uccise Buovo,

dandogli grandi tormenti; e tornaronsi in Franza.

 

Riposaronsi i cristiani alla cittá di Sirlonas trenta giorni, medicando e' feriti, e fu per tutto il consiglio diliberato che Gailone fusse dato nella podestá di Ruberto: ed egli lo salvò a buona guardia. Passato il mese, Guido e Sinibaldo e 'l re Guglielmo, raccolta tutta la baronia, gli ringraziorono, dicendo che solamente per fare morire Gailon avevano fatto il passaggio oltre al mare, e che a Dio era piaciuto di darlo loro nelle mani, e che «poiché Iddio ci ha data la vettoria, noi non vogliamo che per noi muoia piú gente». E per questo furono lodati, e levarono campo e feciono disfare la cittá di Sirlonas, e tornaronsi a Damiata con grande allegrezza e festa. E riposati il primo giorno, l'altro apresso, per fare nota la vendetta di Buovo, Ruberto dalla Croce fece istracinare Gailon per tutta la cittá di Damiata, e dinanzi al porto del mare, presente a tutte le nave, lo fece per modo stracinare, ch'egli non morí, e poi, vivo com'egli era, lo fece isquartare a quattro cavagli, e uno quarto ne fece porre in su uno paio di forche in sul porto, con uno brieve che diceva: «Questo è Gailon di Maganza traditore, che uccise Buovo d'Antona, mio fratello, nel tempio di Santo Salvadore, essendo Buovo ginocchione all'altare; e fu cagione della morte di tanti saraini e della disfazione della cittá di Sirlonas». E tre quarti ne apiccarono in tre parti della cittá di Damiata, e diliberarono che Damiata non si disfacesse, perch'ella era terra di marina. E quella medesima scritta era all'uno quarto di Gailone che all'altro.

E fatta questa vendetta, entrarono in mare e portaronne grande ricchezze e molti corpi di gentili uomini, tra' quali fu il corpo d'Ottone da Trieva e 'l corpo di Sanguino d'Antona; e ritornoronsi nel reame di Franza. E 'l re Sicurans si tornò in Ungheria, e trovò che gli mancava seimila cristiani, di quegli che egli mosse d'Ungheria. L'altra gente che ismontarono al porto d'Ayguamorta si trovarono avere mancati trentacinque migliaia di cristiani. E andaronne a Parigi al re Pipino, che ne fece grande allegrezza, e renderongli Oro e fiamma; ma molto gl'increbbe della morte di Ottone da Trieva. E Sinibaldo mandò in Erminia uno grande barone del paese, che governasse il reame come re. La cagione è perché il re Pipino gli donò tutta Borgogna e Maganza e Savoia e Provenza. E Sinibaldo gli domandò per uno anno tutta la gente che egli aveva rimenata, e 'l re gliela concesse: onde egli prese tutto il paese che gli fu donato, e donogliele perché non lo volevano ubidire: però gliele concedette. E prese Sinibaldo la maggiore parte di Borgogna e di Savoia, e Maganza e Losanna e Provenza; e poi el re fece perdonare a' figliuoli di Gailone, e render loro Fiandra, e fece che Sinibaldo per suo amore rendè loro Maganza e Losanna, e riebbono Pontieri. Allora fece Sinibaldo fare una cittá in Campagna in su' confini di Franza, e chiamasi Mongrana; per la quale cittá fu tutta la schiatta di Sinibaldo chiamata la gesta di Mongrana, e discesene una valorosa gesta e franchi uomini d'arme.

 

Finito il quinto libro della vendetta di Buovo. Deo gratias. Amen.




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