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Andrea da Barberino
I reali di Francia

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Capitolo X.

Come lo re e la reina d'Ungheria, non avendo lettere di mano di Berta,

feciono uno sogno e andorono a Parigi.

 

Dice l'autore di queste storie che lo re d'Ungheria, Filippo primo, e la sua donna, reina d'Ungheria, aveano scritte molte lettere a Berta e mandati molti sagreti e fidati méssi, che parlassino a Berta, e nessuno le poteva parlare. Mandorono certe spie, tanto ch'uno famiglio molto fidato del re vidde una mattina Falisetta venire in sala, e come la vidde e udilla parlare per modo che la riconobbe ch'ella era Falisetta, subito con grande dolore si partí e tornò in Ungheria. E disse al re: «Signore, io ho veduto Falisetta incoronata, ed ha del re Pipino dua figliuoli: l'uno ha nome Lanfroy, e l'altro Oldrigi, e voi vi credete che siano di Berta vostra figliuola». E 'l re Filippo disse: «Servo mio, tu debbi avere errato». Nondimeno rimase con grande pensiero e dolore, e parlatone con la reina, la notte vegnente feciono amendue uno cattivo sogno. Disse la mattina lo re: «Io vidi in sogno che una orsa seguiva la mia figliuola per uno bosco, e ch'ella veniva alla bocca di quattro lupi e gittavasi in uno fiume, e parevami che uno pescatore la scampasse». Lo re contava la mattina alla reina questa visione che gli era intervenuta, ed ella disse: «O signore, cosí ho sognato io quello medesimo che voi». E di questa visione feciono insieme lamento. Disse la reina: «Noi non abbiamo altra figliuolafigliuolo che costei, onde vi prego, signore, che voi l'andiate a vedere». E dierono ordine da ivi a otto giorni fusse apparecchiata la someria e la brigata che voleva con seco, e nessuno sapeva dove egli si volesse andare. E partissi, e cavalcò per la Buemmia e andonne a Gostanza, e passato el Reno entrò in Franza; e non si sapeva la sua venuta in Franza. E quando fu presso a Parigi a tre leghe, ed egli mandò a dire a re Pipino come egli veniva a vicitarlo. Lo re Pipino comandò ch'e' baroni montassino a cavallo e andassino incontro al re d'Ungheria suo suocero, ed egli andò alla camera e disse a Falisetta: «Io v'apporto, madama, buone novelle, ch'el vostro padre e la vostra madre saranno stasera qui a cena con noi». Ed ella se ne mostrò allegra, e aveane grande dolore e paura. El re si maravigliò ch'ella diventò pallida e smorta, ed ella disse al re: «Piú tosto si muore d'una grande allegrezza che di dolore». Disse Pipino: «Apparecchiatevi di venire in contro a vostra madre». Ella disse: «Io non so s'io potrò venire». E 'l re si partí, e andò a montare a cavallo; e quando montava, disse a Grifone: «Va alla reina, e dille che monti a cavallo e venga 'ncontro a suo padre». E Grifone ne andò a lei, e trovò ch'ella piangeva e tremava di paura; e disse a Grifone: «Questo m'avete fatto voi!». Ed egli la confortò che non avesse paura. «Fatti malata, e noi faremo ch'e' medici diranno che tu hai uno male che non ti si può parlare, che tu morresti d'allegrezza; e faremo che ci saranno pochi lumi. E se la reina ti favella, rispondi con boce fioca e roca il piú che tu puoi, e noi piglieremo tosto e' ripari». Ed egli andò a montare a cavallo, ed ella si fe' ammalata ed entrò nel letto. E quando Grifone giunse al re Pipino, el re lo domandò: «Che fa madama la reina?». Disse Grifone: «Per mia fe', ch'io temetti ch'ella non si morisse d'uno subito male che le è venuto». Disse Pipino: «Io me ne aviddi, quando io le dissi che suo padre veniva». E cavalcando, trovarono lo re Filippo, e grande festa e allegrezza fenno insieme. E venendo verso Parigi, lo re Filippo si maravigliava, e dimandò lo re Pipino: «Come non è Berta, la mia figliuola, venuta incontro alla madre sua?». Disse lo re Pipino: «L'allegrezza le ha dato noia»; e dissegli quello che era addivenuto, quando gli disse che 'l suo padre veniva. E giunto in Parigi, fu dato al re Filippo uno reale palagio allato al palagio del re; ed entravasi dall'uno all'altro palazzo; e tutta la sua compagnia fu alloggiata.




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