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Andrea da Barberino
I reali di Francia

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Capitolo XXVI.

Come Galeana seppe chi era Mainetto,

e come Morando la battezzò e Mainetto la sposò.

 

Lo re Galafro fece cercare chi era stato colui che aveva vinto el torniamento, e non si poteva sapere; e per questo non sapeva lo re Galafro a cui si dovesse dare la figliuola; e tenne parlamento di darla a Ulieno di Sarza o a Grandonio dal Morocco. Questa cosa venne a notizia a Galeana, ed ella mandò a dire al suo padre ch'ella non voleva marito, s'ella non aveva quello che la fortuna gli aveva dato, il quale aveva vinto il torniamento. Ognuno prese licenzia e tornorono in loro paesi. Lo re Galafro apellò tutti a tre i figliuoli, e ognuno dimandò di per sé se niuno di loro avesse per sua virtú vinto il torniamento. Disse Marsilio: «Piacesse a dio Macone che io avessi tanta possanza, ch'io darei mezzo questo reame che mi tocca in signoria!». A l'ultimo fu detto essere stato uno iddeo immortale. E passati certi giorni, Galeana, pure volonterosa di sapere chi fosse Mainetto, fece di sopra alla camera di Mainetto uno foro, per modo che poteva per quello piccolo buco vedere nella camera di Mainetto; e quando vi poneva l'occhio, e quando l'orecchio. E vidde che si segnavano e facevano il segno della croce, e adoravano la spada, e udiva le parole che Morando diceva a Mainetto, e intese come quello che si chiamava Mainetto lo chiamava Carlotto, e quello che si chiamava Ragonese, aveva nome Morando di Riviera. E stette cosí circa di quindici giorni, tanto ch'ella sentí come Carlotto era figliuolo di Pipino, re di Franza, e ch'ella conobbe che Morando era suo padre di balio, e come lo guardava e ammonivalo e ammaestravalo. E uno giorno ella colse il tempo (imperò che altra persona andò mai in quella camera, dove ella fece il buco, se non ella, e facevala istare serrata), e avendo uno giorno colto posta, ella si mosse e andò nella camera loro, quando la madre dormiva, e andò sola ed entrò drento; e quando Morando la vidde, si maravigliò, e inginocchiossi egli e Mainetto. Ed ella disse: «Cristo, ch'è il vostro Iddio, vi guardi». Morando si turbò tutto, e guatò Mainetto nel viso, credendo che egli l'avesse manifestato come egli fossino cristiani; ed ella disse: «Morando di Riviera, non ti sbigottire, imperò che Carlo, tuo signore, è mio marito». Allora mostrò loro come ella aveva rotto il palco e come ella aveva veduto e sentito ogni cosa; e poi contò la promessa che Mainetto le aveva fatta, ed ella a lui; e poi si gittò al collo a Morando e disse: «O padre, tu avevi uno figliuolo a nodrire; ora n'arai due; e però voglio che voi mi battezziate con le vostre mani». E Morando la battezzò; e come ella fu battezzata, volle che Mainetto la sposasse in presenza di Morando, e promisse di non si partire dal comandamento di Morando. Egli l'ammoní sopra tutto ch'ella tenesse il fatto segreto, e da quel punto inanzi, quando Morando la guatava, ella tremava di paura di non avere fallato.




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